Pd, scende in campo De Luca jr:
«Niente strappi, io sto con Martina»

Pd, scende in campo De Luca jr: «Niente strappi, io sto con Martina»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 19 Gennaio 2019, 08:30
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«Le criticità ci sono in un partito complesso come il nostro ma il congresso servirà proprio al suo rilancio come la gente ci chiede», spiega Piero De Luca, parlamentare Pd, riferendosi alla corsa per la nuova leadership (nazionale e regionale) del suo partito. In mezzo le moltissime criticità della macchina organizzativa per il voto interno da qui a primavera.

Il partito anche questa volta non è riuscito a trovare un'unità. Sul regionale lei appoggia Leo Annunziata e al nazionale Maurizio Martina.
«Leo è una figura di rilievo e mi sembra che stia iniziando a raccogliere molti consensi. Ma soprattutto è un sindaco molto capace».

Appunto, non serviva qualcuno che si dedicasse solo al partito a tempo pieno?
«Ha le capacità per fare il segretario pur facendo il primo cittadino di Poggiomarino e può rilanciare il partito con una nuova iniziativa politica. È quello che serve al Pd in Campania».

In un primo tempo la sua area sosteneva Minniti prima che quest'ultimo abbandonasse la corsa alla segreteria nazionale. Poi la virata su Martina.
«Abbiamo scelto di non disperdere il percorso riformista del passato, di riprenderlo e privilegiare l'unità. Io stimo Zingaretti, però Martina può garantire un impegno a tempo pieno e ripartire dai molti passaggi positivi della precedente legislatura del Pd».

Non le crea imbarazzo votare il ticket Martina-Richetti? Quest'ultimo non ha fatto altro che attaccarla perché lei è il figlio del governatore.
«L'ha fatto in passato: cose vecchie....».

Quindi vi siete chiariti?
«Non è capitato che ci siamo incrociati... Ma credo che sia il caso di ragionare di altro».
 
Prego.

«Dell'unico partito che fa una lotta per il futuro del Mezzogiorno. Nelle ultime settimane abbiamo fatto una battaglia per la manovra di bilancio che per noi meridionali è dannosissima: il governo ha praticamente abbandonato il Sud. Tagliati 800 milioni dai fondi coesione, 850 al cofinanziamento statale dei fondi europei. In totale abbiamo perso 1,6 miliardi di risorse per il Sud. E ancora tagli ai fondi per le periferie. Politiche davvero disastrose solo per trovare soldi per due misure di propaganda come il reddito di cittadinanza e quota 100. Niente invece per il lavoro. E poi qui grillini e leghisti vengono a fare passerelle litigando pure tra loro se costruire o no termovalorizzatori in Campania. Io sono per il no, sia chiaro».

A Napoli è tornato il ministro Salvini dopo le intimidazioni al pizzaiolo Sorbillo e contro alcuni commercianti di Afragola: passerella anche questa?
«La sua presenza si accompagna a quelle di molte altre personalità. Sul tema della lotta ai clan non occorrono divisioni. Ma io gli contesto come le misure sinora adottate non abbiano dato risultati. Lui stesso, secondo me, ne è consapevole. Dopo 8 mesi è ora cominci a passare dalla propaganda ai fatti. Per la sicurezza interna c'è un'idea, assurda, di delegare ai cittadini la sicurezza personale quando è invece lo Stato a doversene occupare riqualificando le periferie, implementando la sorveglianza ed investendo nella scuola. Altro che propaganda come fa con i migranti: quando non c'è alcun rimpatrio in più rispetto al passato né sono state modificate le normative sulle espulsioni che rimangono farraginose».

Sul decreto sicurezza molti sindaci si sono mobilitati. E voi?
«Bene che lo facciano, io sto lavorando con il gruppo Pd ad una proposta di rettifica del decreto sicurezza ma per porre rimedi ai diritti perversi che prevede. Adesso non iscrivendo gli immigrati sbarcati all'anagrafe non puoi notificargli nemmeno un atto. Come un decreto di espulsione. Ed è un paradosso».

Molti governatori hanno fatto ricorso alla Consulta, suo padre che guida la Campania invece la pensa diversamente. Lei?
«Hanno usato legittimamente una propria prerogativa ma ci sono vari modi per opporsi».

La sicurezza è stato sempre un tema che il Pd non ha saputo maneggiare.
«Questo tema si lega ai migranti ma occorre anche parlare di lotta ai clan e sicurezza nella vita dei quartieri. Non vedo che Salvini declini il problema anche su altri versanti se non quello degli sbarchi. Eppure è stato Minniti, il suo predecessore agli Interni, a dare una svolta: sono calati gli arrivi dell'80 per cento ma oggi è Salvini che ne beneficia».

Il punto è proprio questo. Il Pd ha fatto molti errori ma anche cose egregie che non è riuscito a comunicare bene. E gli elettori vi hanno abbandonato: come li riconquistate?
«Dobbiamo essere un partito di lotta ora e di futuro governo. Essere in grado di fare opposizione seria ma anche tornare a interpretare i bisogni della società con proposte credibili. Il Pd ne aveva di sensate come tagliare il costo del lavoro e quello dell'Irap per aumentare le assunzioni. E serve un piano Lavoro sul modello di quello adottato in Campania».

Forse serviva un'autoanalisi in più sulla sconfitta.
«Io direi di iniziare a guardare al futuro, rivendicando le cose fatte con orgoglio».
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