Pd, lite sulle monetine: in bilico il capogruppo al Comune di Napoli

Pd, lite sulle monetine: in bilico il capogruppo al Comune di Napoli
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 8 Marzo 2019, 07:30
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Ci risiamo: ancora monetine consegnate per far votare. E ancora pressioni poco chiare davanti ai seggi delle primarie Pd. Ma stavolta la segreteria metropolitana del partito è passata subito alla sospensione degli iscritti coinvolti per procedere poi all'espulsione. Con il paradosso però del caso di Aniello Esposito, capogruppo Pd, a palazzo San Giacomo: di nuovo immortalato dalle telecamere di Fanpage non può essere sospeso dal partito perché senza tessera dopo la sua condanna nell'ambito dell'inchiesta listopoli delle Comunali 2016. Ma anche senza tessera del partito di Zingaretti è capogruppo in Comune. Tra l'imbarazzo dei colleghi consiglieri e della segreteria provinciale che, finalmente, è pronta a rompere gli indugi: «Ora deve mollare la carica di capogruppo».
 
Domenica le telecamere immortalano il solito copione delle votazioni democrat. Indicazioni su chi votare e monete da due euro consegnate agli elettori. Alla Sanità, a Scampia e a San Giovannia Teduccio. A Scampia, in via Micheluzzi, in azione ci sono Ciro Froncillo e la figlia Rita, consigliera di Municipalità. I due sono già finiti nell'occhio del ciclone per le Comunali del 2016 perché distribuivano pacchi di generi alimentari per veicolare il voto su una consigliera Pd (poi eletta ma uscita dal partito) e proprio sulla Froncillo. Scatta anche un'inchiesta mentre per Ciro, presidente di un'associazione di volontariato, c'è un rinvio a giudizio per l'aggressione ad un giornalista che stava filmando alcune scene. Per loro due il partito ha deciso di congelare la tessera ma ora sarà la commissione nazionale a vagliare la più che probabile espulsione. A San Giovanni a Teduccio, invece, il caso più imbarazzante per il partito perché davanti ai seggi a fare pressing è Aniello Esposito, capogruppo Pd al Comune. È il caso più spinoso perché il partito ha le mani legate: non gli è stata rinnovata la tessera del Pd (dopo la condanna per listopoli) e non può essere, quindi, sospeso. Ma è, però, capogruppo del Pd in Comune. E dopo questi nuovi episodi colleghi e vertici della Federazione hanno iniziato un pressing per fargli mollare almeno la poltrona di capogruppo.

«Sono andata a votare e l'affluenza mi ha fatto gioire. Ma mi cadono le braccia quando, subito dopo, vedo alcuni colleghi che si espongono in questo modo», premette la consigliera comunale Alessia Quaglietta che aggiunge: «Non è questo il ruolo che dovremmo avere come rappresentanti di questa città e di questo partito. Spero quindi che il partito ci convochi per un confronto. Perché stavolta non si può più tacere». «Sono il capogruppo uscente, preferisco non esprimermi su questa vicenda: questione di stile», dice Federico Arienzo, capogruppo sino al 24 ottobre prima di lasciare il posto proprio ad Aniello Esposito. Anche il collega Diego Venanzoni è diplomatico ma fa capire che il problema c'è eccome: «La nostra comunità si aspetta molto dal gruppo comunale di Napoli e le primarie che sono state una attestazione di grande partecipazione impongono agli eletti quello stile e quell'etica che il popolo delle primarie si aspetta. Bisogna ripartire dalle dichiarazioni di Leo Annunziata e le logiche del passato non sono più accettabili».

Se l'espulsione dal Pd di Froncillo padre e figlia sembra la rotta già tracciata, è questione di ore invece un incontro che chiederà il segretario provinciale Massimo Costa ai consiglieri comunali. E se un paio di mesi fa una sollecitazione scritta di Costa ai consiglieri per eleggere un nuovo capogruppo non è andata a buon fine, stavolta ci sarà un pressing diverso. Più duro. Per scegliere il nuovo capogruppo. Qualcuno con la tessera democrat ovviamente.
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