Pd-M5S, il dialogo riparte da Napoli su reddito di cittadinanza e Mezzogiorno

Ma Fico non si fida di un accordo tout court: «Non si possono fare fusioni a freddo»

Gaetano Manfredi e Matteo Lepore, sindaci di Napoli e Bologna
Gaetano Manfredi e Matteo Lepore, sindaci di Napoli e Bologna
di Valerio Esca
Domenica 27 Novembre 2022, 10:00 - Ultimo agg. 28 Novembre, 07:21
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Il fronte progressista è tutto da ricostruire. Vanno ripulite le macerie del terremoto provocato dallo strappo Pd-M5S, dopo la caduta del Governo Draghi, e rimesse in piedi le fondamenta. Ma una condivisione sui temi già c'è. L'asse rosso-giallo riparte dalla difesa del reddito di cittadinanza, il no all'autonomia differenziata e la battaglia per il salario minimo. Senza tralasciare i temi ambientali. Il messaggio che parte da Napoli è chiaro: il campo largo che ha portato alla vittoria i sindaci di Napoli e Bologna, Gaetano Manfredi e Matteo Lepore, deve essere la stella polare da seguire. Se n'è discusso ieri al circolo artistico politecnico di piazza Trieste e Trento durante il dibattito Fronte progressista, quale futuro?, al quale hanno preso parte il primo cittadino di Bologna, l'ex presidente della Camera Roberto Fico e il deputato e segretario provinciale del Pd Marco Sarracino (assente Manfredi, in prefettura per seguire da vicino la tragedia di Ischia). 

Che Pd e M5S stiano tentando un riavvicinamento non è certo un mistero e gli ammiccamenti tra Fico e Sarracino non sono passati inosservati. «Non mi permetto di dire ciò che deve fare il Pd - spiega l'ex terza carica dello Stato - posso dire in generale rispetto ai sindaci che sono fondamentali per il Paese e da presidente della Camera ho sempre rivendicato in modo forte la centralità dei Comuni e dei sindaci.

Anche l'esperienza che stiamo facendo qui a Napoli con il Pd e il M5s mette proprio al centro i Comuni affinché ci sia il benessere dei cittadini». Fico però non si fida di un accordo tout court: «Non si possono fare fusioni a freddo, bisogna avere metodo, prospettive, programmi seri e comuni e non accozzaglie di campi larghissimi per poi non poterli realizzare. Bisogna avere un metodo anche rigoroso. Ora il Pd è nella propria riflessione, vediamo cosa verrà fuori dal congresso». Il segretario napoletano dei dem evidenzia: «Il Pd si avvia ad intraprendere un percorso, durante il quale bisogna sciogliere tre nodi: il tema identitario, se non sai chi sei, non sai a chi puoi accompagnarti; garantire il rinnovamento della classe dirigente; e saper gestire il nostro rapporto con il potere, che non è una cosa cattiva. Noi facciamo politica perché abbiamo l'ambizione tramite il potere di cambiare le cose».

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Sul fatto che il Pd debba decidere cosa fare da grande è d'accordo anche il sindaco del capoluogo emiliano, che dei dem è un tesserato: «Oggi c'è una fase costituente e si deve decidere in quale direzione andare. Questa discussione il Pd deve farla con i propri iscritti, con gli elettori, ma soprattutto con il Paese. Questo fronte progressista dobbiamo costruirlo tornando a coinvolgere da Nord a Sud chi possiamo rappresentare». Mentre sul possibile accordo tra Pd e grillini sottolinea: «Dobbiamo uscire da questo dibattito se allearci o no con i 5Stelle o con Calenda, il Pd deve dire innanzitutto che cosa vuole fare». Poi la discussione scivola su un terreno comune: «Con il Reddito il Governo non si capisce cosa voglia fare. È una battaglia che deve vedere il nostro campo unito, come quella per il salario minimo» rimarca Sarracino. È d'accordo Fico: «La lotta al reddito è la lotta ai poveri. E una società che fa la lotta ai poveri è aberrante». Il commento di Lepore è tranchant: «I percettori sono falsi bersagli. Una misura della quale usufruiscono un milione e mezzo di famiglie con persone che prendono in media 500 euro al mese, può mai mettere in ginocchio il Paese?». L'intesa tiene anche sul no all'autonomia: «La bozza proposta da Calderoli va combattuta, non fa altro che divedere il Paese» sostiene Fico. «Credo che l'autonomia differenziata non sia una priorità. Bisogna tornare a discutere di autonomie locali, di Comuni, e di come portano avanti i servizi essenziali per i cittadini» ribadisce Lepore. 

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