Pd, attacco al segretario dal fratello del sindaco di Napoli: «Garante delle correnti»

Pd, attacco al segretario dal fratello del sindaco di Napoli: «Garante delle correnti»
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 17 Dicembre 2021, 09:40 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 10:21
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Non c'è mai pace per il Pd napoletano. Sia che stia all'opposizione, sia che vinca le elezioni. E sempre, sia chiaro, per questioni interne. Stavolta è il turno del comune di Napoli e l'affondo è di due consiglieri regionali come Bruna Fiola e Massimiliano Manfredi che, per inciso, è anche il fratello del primo cittadino. Un corto circuito a prima vista anche se il Manfredi-consigliere non c'è l'ha con il Manfredi-sindaco o con la giunta ma per gli assetti del suo partito a palazzo San Giacomo e, di conseguenza, contro il segretario provinciale Marco Sarracino: «È il garante delle correnti», accusano.

Con la goccia, l'altro giorno, che fa traboccare un vaso già saturo: il già contestatissimo capogruppo democrat Aniello Esposito che incassa anche la presidenza della commissione Istruzione.

Mentre Gennaro Acampora (il più votato tra i democrat alle ultime comunali) e Maria Grazia Vitelli (quarta degli eletti Pd), entrambi riferimento di Fiola e Manfredi, rimangono a bocca asciutta. Niente. Mentre Esposito, solo quinto, incassa il doppio ruolo. È questo, inutile girarci attorno, il motivo (l'ennesimo) di frizione tra le correnti democrat.

«Il Pd napoletano, invece di essere protagonista di questo nuovo percorso, invece di assumere un ruolo di guida dell'ampia alleanza di cui è risultato essere il primo partito, ha dato un pessimo esempio di sé, tenendo bloccata la coalizione per alcune settimane sulla composizione delle commissioni consiliari, in un una inspiegabile battaglia di retroguardia a difesa di rendite di posizione personali», è l'incipit dell'attacco dei consiglieri Fiola e Manfredi. Il riferimento è proprio alle commissioni, le cui nomine per le presidenze sono rimaste bloccate per quasi un mese ai tavoli delle riunioni della maggioranza. Nel mirino proprio il capogruppo Esposito, che sia Fiola che Manfredi non nominano mai, che ha bloccato di fatto il tavolo pur di accaparrarsi la presidenza della commissione Trasporti. Tira e molla per giorni sino a che scoppia il caso Anm: Esposito in aula chiede che l'azienda di trasporti non faccia il concorso per nuovi autisti ma che assuma gli interinali già in servizio.

E la figlia di Esposito è una di quest'ultimi. «Ne ha fatto un caso personale, ci ha messo in imbarazzo», tuonano dalla segreteria provinciale mentre parte un pressing del segretario Sarracino per far dimettere Esposito, legato a due ras del voto come Lello Topo e Mario Casillo. E alla fine, niente, non solo Esposito non si dimette ma incassa anche una commissione. Mentre l'altra, quella alla polizia municipale, finisce a Pasquale Esposito, consigliere legato proprio a Sarracino. Da qui la bordata pesante contro di lui: «Ha favorito la tutela di logiche e personalismi che hanno creato nelle ultime settimane non pochi imbarazzi».

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E così da ieri si può dire che si è ufficialmente chiusa la luna di miele nel Pd sulla scia della vittoria alle comunali («Il risultato del partito non è stato esaltante», è però la frecciata velenosa di Fiola e Manfredi di ieri). Anche se, appena l'altro giorno, anche Antonio Marciano, membro della direzione nazionale, faceva notare come «la segreteria metropolitana del Pd ha il dovere di intervenire pubblicamente se in un gruppo consiliare i comportamenti individuali creano un problema dentro e fuori dal Pd: è l'immagine dell'intero partito che ne viene danneggiata». Ma, ovviamente, fa più rumore l'attacco di ieri specie se c'è anche la mano del fratello del sindaco. Che con la collega Fiola chiede un intervento del partito nazionale. Dettaglio non trascurabile che spinge gli attori di questo ennesimo vaudeville democrat a non aggiungere benzina sul fuoco. Né dalla segreteria del partito, né dai due consiglieri regionali. «Non vogliamo un partito che garantisca singoli o correnti e abbiamo deciso - scrivono - di invocare un intervento diretto del massimo rappresentante del nostro partito: nei prossimi giorni invieremo una dettagliata lettera al nostro segretario nazionale Enrico Letta perché prenda coscienza del reale stato politico locale». Vertici nazionali che, per inciso, sul capogruppo a San Giacomo hanno già storto il naso chiedendo alla segreteria napoletana di risolvere il problema. Senza esito, per ora.
 

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