Pd, la prova di forza di De Luca:
boom a Salerno, il partito è suo

Pd, la prova di forza di De Luca: boom a Salerno, il partito è suo
di Adolfo Pappalardo
Martedì 29 Gennaio 2019, 08:30 - Ultimo agg. 10:06
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A metà pomeriggio il comitato nazionale di Martina esulta: in Campania e Sicilia (e sembra anche in Veneto e in Basilicata) l'ex ministro delle politiche Agricole supera il 50 per cento dei voti degli iscritti per il congresso Pd. A fare la differenza in questa regione, sono in particolare le province di Salerno e Benevento. Ma a anche a Napoli, dopo un primo scatto in avanti di Zingaretti, è sempre Martina a prevalere. E così la Campania si ritrova, di nuovo, ad essere la cassaforte dei voti renziani, in controtendenza con il resto del Pd nazionale. Il risultato più clamoroso arriva dalla roccaforte deluchiana di Salerno dove Martina si ritrova sulla vetta (64,01 per cento) contro il 27,94 di Nicola Zingaretti. Lotta impari tra ex ministro e il governatore del Lazio che deve arrendersi alla forza del Pd locale a trazione deluchiana. A pesare anche l'affluenza. Enorme anche in questo caso: ha votato il 69 per cento degli iscritti rispetto ad una media nazionale che è giusto la metà (35 per cento). Al netto, ovvio, di un ricorso presentato dall'ex parlamentare Alfonso Andria che potrebbe far annullare il voto in un circolo ma non cambiare i risultati. E ancor di più nel Sannio dove Martina, trainato dal parlamentare Umberto del Basso de Caro (in corsa a sua volta per la segreteria regionale) vola ancora più in alto: al 69 contro il 22,84 di Zingaretti. A Napoli, invece, la lotta tra Zingaretti e Martina diventa quasi un testa a testa in alcuni circoli. Ma è quest'ultimo però a prevalere alla fine con una forbice che va dal 51 al 54 per cento, mentre Zingaretti si ferma tra il 34 e il 37. Fermo all'8,1 invece Giacchetti mentre il parlamentare Francesco Boccia non va oltre lo 0,3 per cento. Sostanziale parità ad Avellino (Zingaretti vince per pochi voti) mentre a Caserta, Martina si deve arrendere e fermarsi al 25,93 contro il 59,31 del suo principale avversario.
 
Con questo voto degli iscritti, da confermare o meno il prossimo 3 marzo con le primarie aperte, si è scelto anche il successore di Susy Tartaglione, segretaria regionale uscente. A prevalere (con quasi il 60 per cento delle preferenze in poppa) il sindaco di Poggiomarino Leo Annunziata contro la candidata della società civile Armida Filippelli (appoggiata dagli orlandiani dell'area Zingaretti) e il parlamentare democrat del Basso de Caro. Lotta impari se il sindaco dell'agro nocerino-sarnese che poteva contare su una corazzata composta dal governatore in persona che l'ha voluto esplicitamente in pista, l'area dem di Teresa Armato, renziani della prima ora legati al capogruppo Pd Casillo e al deputato Lello Topo e l'area del consigliere democrat Gianluca Daniele (che aveva ritirato il suo candidato).

Un quadro che assegna però una sola vittoria al governatore. Sicuramente un segretario regionale come Annunziata (se confermato dalle primarie del 3 marzo) che risponderà direttamente a lui. Ma lo scenario cambia a guardare il partito a livello nazionale: potrebbe ritrovarsi infatti, ed è la prima volta in 11 anni, nella minoranza congressuale del Pd se dovesse prevalere Zingaretti nel match decisivo di marzo.

«A Napoli ed in Campania la maggioranza degli iscritti si è riconosciuta nella proposta politica di Maurizio. Credo sia un segnale importante in preparazione del prossimo e decisivo appuntamento delle primarie del 3 marzo. Abbiamo bisogno di rafforzare una fiducia intorno al Pd ed affermarci come partito capace di costruire assieme ad altre forze l'alternativa a questo governo nazionale», dice il consigliere Antonio Marciano, coordinatore regionale della mozione mentre Marco Sarracino, suo omologo dell'area Zingaretti fa notare come bisogna attendere il 3 marzo. «Il risultato di Nicola è estremamente positivo, ben superiore alle nostre aspettative, se solo pensiamo che la stragrande maggioranza del gruppo dirigente campano, che controlla il Pd da anni, è schierato su Martina. Ma alle primarie siamo certi di raggiungere un risultato ancora più importante perché è evidente la voglia discontinuità rispetto al gruppo dirigente che ci ha portato alla peggiore sconfitta della nostra storia».
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