Pd, Renzi pensa a un nuovo tour e chiama i ministri: «Più presenti a Napoli»

Pd, Renzi pensa a un nuovo tour e chiama i ministri: «Più presenti a Napoli»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 20 Febbraio 2018, 10:59
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La tentazione di un altro tour a Napoli. Palazzo Marigliano, centro storico di Napoli: è sabato sera e Matteo Renzi fa l'ultima tappa della sua venuta napoletana. Incontro informale, una visita alla mostra delle Arti e dei mestieri e un assaggio di mozzarella dopo il comizio al teatro Sannazaro. È più rilassato ora l'ex premier nonostante una giornata in cui la fatica della campagna elettorale si è incrociata con lo scandalo Sma Campania che ha investito in pieno il secondogenito del governatore De Luca. E qui, con i pochi presenti, insiste che bisogna «fare uno sforzo maggiore sulla Campania».

Ce l'ha con i ministri, candidati in questa regione (Valeria Fedeli a Caserta, Marco Minniti a Salerno) che devono farsi vedere di più da qui al 4 marzo e, paradossalmente, anche con se stesso. Come segretario e come capolista al Senato.

Nel frattempo i veleni, gli imbarazzi per l'inchiesta dei video sui rifiuti di Fanpage hanno creato un clima teso, in cui il suo partito e il suo uomo più forte al Mezzogiorno sono stretti nell'angolo. Anche ieri con attacchi concentrici dei grillini (tra flash mob e dichiarazioni al vetriolo) e anche di Liberi e Uguali, il partito di Grasso tirato in ballo proprio da De Luca dopo gli attacchi al figlio. Situazione incandescente in cui il Pd, a differenza del governatore, si chiude in un mutismo assoluto. Non un comunicato, non due righe di solidarietà che pure si usano in questi casi. Anche come purea formalità. Nulla. Anzi chi aveva preparato due righe di circostanza, ha poi preferito riporle nel cassetto in attesa del da farsi. Di un ordine di scuderia che non è mai arrivato. Naturale se la burrasca non era stata prevista in tutta la sua intensità e si è abbattuta su una rotta già difficile.
 
Con un Pd come chiuso a incassare in attesa che la bufera passi. Perché a contrattaccare non ci pensano proprio i democrat napoletani, lasciando che se la sbrighi da solo il governatore De Luca. Meglio buttarsi a capofitto nei collegi, nella campagna elettorale che appare sempre più in salita e lasciare il resto. Anche se il governatore continua imperterrito la campagna elettorale. Ieri a Caserta e oggi a Castelvolturno dove dovrebbe arrivare anche Marco Minniti ma nelle sole vesti di ministro degli Interni. Mentre la ministra Fedeli sarà tra Caserta e Benevento solo il 27 febbraio e in questo fine settimana è previsto Ettore Rosato, capogruppo pd uscente alla Camera.

Dall'altro lato Renzi, sabato, meditava l'idea di una nuova venuta nel Sud della provincia napoletana. Per giocarsi la carta del lavoro fatto a Pompei nell'ultima settimana prima del voto e tentare di galvanizzare i consensi in quella parte della provincia. Anche per evitare che l'ultima parola a Napoli, elettoralmente parlando, sia di Silvio Berlusconi in arrivo venerdì per un comizio al teatro Augusteo.

Ormai è chiaro: mai come in questa partita, la Campania rappresenta l'Ohio di queste elezioni. Lo sa il Cavaliere, lo sanno i 5 Stelle che in queste ore mordono alle caviglie del governatore per guadagnare ancora di più sui democrat in affanno e dati fuori da quasi tutte le sfide nei collegi. In una partita che sembra ristretta tra centrodestra e grillini agguerriti più che mai.

Un effetto del Rosatellum dove il centrodestra rischia di giocarsi gran parte della posta in palio proprio all'ombra del Vesuvio, così come nel resto del Sud, considerato da vari osservatori l'ago della bilancia del voto. Quella di Napoli, per Berlusconi, è una tappa fondamentale. È infatti al Sud, e il capoluogo campano ne è l'emblema, che si giocherà la partita con i 5 Stelle e il Cavaliere è convinto di guadagnare terreno con la sua presenza sul territorio. Altro aspetto da non sottovalutare è lo scandalo che ha colpito Roberto De Luca e il Partito democratico in Campania. Delusi e indecisi fanno parte di quella platea che Berlusconi vuole portare dalla sua parte. E il momento, a Napoli, è quello buono. Tranne che per il partito di Renzi nel suo momento più difficile. Per questo tornare in Campania ora per il numero uno del Nazareno può diventare fondamentale.
 
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