Pronto soccorso e punti nascita da rivedere: il polo materno-infantile resta a Ponticelli

Pronto soccorso e punti nascita da rivedere: il polo materno-infantile resta a Ponticelli
di Ettore Mautone
Venerdì 23 Novembre 2018, 13:00
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Piano ospedaliero e punteggio dei Livelli di assistenza (Lea): per la Campania non ci sono né trionfi né bocciature nel confronto che si è tenuto ieri, ai tavoli romani, con i ministeri che vigilano sul piano di rientro e sul risanamento della Sanità. Per la delegazione campana in missione a Roma il bilancio è in chiaroscuro. Nel piano ospedaliero, nel giro di una settimana, saranno cambiati alcuni parametri riguardo ai punti nascita e relativi alla configurazione dei pronto soccorso. In questa chiave il polo materno infantile di Napoli potrebbe alla fine restare in capo all'Ospedale del Mare, anziché essere dirottato al Loreto, segnando una vittoria politica per chi, come i 5 Stelle, si è battuto per tale epilogo. Ma per la Regione significherebbe centrare l'obiettivo di velocizzare l'iter e incassare, entro fine anno, il via libera all'utilizzo dei fondi per le ristrutturazioni edilizie. Sul fronte dei Livelli essenziali di assistenza la griglia di valutazione ha invece raggiunto i 152 punti, guadagnandone dunque quasi 20 sul 2016 e ben 46 sul 2015, ma non ancora congrui per raggiungere la sufficienza (fissata a 160). Su questo punto la divergenza di vedute resta squisitamente politica con la Regione, che ha ribadito la richiesta di uscire dal tunnel del piano di rientro (con un programma triennale di consolidamento dei conti da tempo in pareggio), e il Governo che di contro insiste nel chiedere un piano operativo (sempre triennale) per il proseguimento del programma di risanamento.

Ma andiamo con ordine e partiamo dall'esame del piano ospedaliero. La premessa è che tale documento era in prevalutazione al tavolo tecnico chiamato a verificarne la rispondenza agli standard fissati dal decreto Balduzzi (numero 70 del 2015). La Regione aveva già risposto ad alcune precedenti osservazioni di merito dei ministeri vigilanti. Alla luce del confronto di ieri la Regione ha preso l'impegno di ultimare, entro il 30 novembre, l'assetto definitivo che risponde a tutte le osservazioni fatte. Alcuni dipartimenti di emergenza di I livello (media complessità), in molti casi configurati inizialmente monchi di alcune discipline per limiti strutturali, andranno ridisegnati con un assetto completo. Da ciò discenderà l'incasso delle risorse per l'edilizia sanitaria (circa 1,2 miliardi in varie tranche) da utilizzare per gran parte a tali scopi. «Proporremo nella redazione finale del piano ospedaliero un rilevante aumento di Dea di I Livello - dice De Luca in una nota - e tra questi anche Polla, Sapri e Sarno. È stata inoltre ribadita l'istituzione del pronto soccorso a Sant'Agata dei Goti, nel Sannio». La versione conclusiva del piano ospedaliero sarà approvata entro dicembre. «Questo consentirà di non bloccare i programmi relativi alle assunzioni di personale e di procedere a ulteriori stabilizzazioni di personale precario». De Luca ha sollecitato anche il rapido sblocco del programma di edilizia ospedaliera relativa all'articolo 20, al di là dei grandi progetti, per consentire a decine di strutture ospedaliere di intervenire in tempi immediati».

Se Valeria Ciarambino, consigliere regionale dei 5 Stelle, parla di «bocciatura del piano ospedaliero», in rivolta ci sono anche i sindacati della dirigenza medica che rivendicano di aver per primi indicato le incongruenze della rete dei pronto soccorso e chiedono a gran voce una stagione di dialogo con la Regione del tutto assente. Questa è inserita tra le ragioni del sit-in dei camici bianchi in programma oggi alle 11 sotto Palazzo Santa Lucia in concomitanza con lo sciopero nazionale di categoria rivolto all'indirizzo del Governo centrale. Insufficienza del finanziamento per il Fondo sanitario nazionale, garanzia dell'assistenza e degli investimenti nel patrimonio edilizio sanitario e tecnologico, il mancato incremento delle risorse destinate all'assunzione del personale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria e il mancato finanziamento aggiuntivo per i contratti di formazione specialistica i principali punti della vertenza. Su scala regionale i sindacati chiedono inoltre al governatore di «intervenire sui manager per velocizzare i concorsi e la stabilizzazione dei precari».
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