Pier Paolo Baretta assessore a Napoli: «Una società per i debiti, è questa la strada giusta»

Pier Paolo Baretta assessore a Napoli: «Una società per i debiti, è questa la strada giusta»
di Luigi Roano
Mercoledì 8 Dicembre 2021, 11:11 - Ultimo agg. 15:36
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Assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta. Sull'asse Roma-Napoli si sta discutendo di norme e strumenti da mettere in campo per salvare il Comune dal dissesto. In questo contesto si inserisce la proposta di Paolo Cirino Pomicino, Umberto Ranieri, Erminia Mazzoni, Eugenio Mazzarella e Giuseppe Gargani. Per loro il Comune deve creare una Spa alla quale conferire i debiti, i crediti svalutati e il patrimonio. Recuperare il possibile e cederne poi il 49% allo Stato per recuperare liquidità. Cosa ne pensa?
«La ritengo una iniziativa molto utile e dà un mano alla discussione, la valuteremo con attenzione perché consente di risolvere strutturalmente la situazione del Comune. Peraltro l'ipotesi di scorporo è già contenuta in uno degli emendamenti presentati. In un altro c'è il cosiddetto accollo del debito. Non c'è nessuna obiezione teorica alla proposta. Il problema da tenere in conto è che il Governo non ha solo Napoli in difficoltà ma anche altre città capoluoghi di città metropolitane ed è comprensibile che il Governo abbia attenzione anche per loro. Ma Napoli è la terza città d'Italia e deve avere un trattamento particolare».

Lei che soluzione gradirebbe?
«Il punto prioritario non è il contenitore ma il contenuto, cioè qual è il contributo straordinario che lo Stato mette per il disavanzo e il debito.

Una volta stabilito il contributo straordinario si può mettere mano alla forma del contenitore. Ora siamo concentrati con il Governo per definire la quantità dell'erogazione».

Da un miliardo a 800 milioni: è questa la cifra che serve per ripartire?
«Non faccio cifre essendo coinvolto in un negoziato e sapendo la delicatezza della situazione. I numeri sono evidenti per tutti e concordati con la ragioneria generale dello Stato, parlo della definizione del disavanzo e del debito e non c'è - per fortuna - differenza sull'entità del problema. È chiaro che poi Napoli deve fare la sua parte».

Vale a dire?
«Se come ipotizziamo e speriamo avremo il contributo dovremo affrontare problemi irrisolti e fornire un vero e proprio piano di risanamento. Bisogna fare interventi sulla riscossione molto scarsa e basata su una platea molto ristretta. Allargare il numero di chi paga è giusto perché non ricada tutto su chi già è fedele pagatore».

Il Patrimonio in questa partita come può essere giocato?
«Napoli per fortuna ha un importante patrimonio anche se molto articolato con immobili di pregio, popolari e degradati. Serve un piano di valorizzazione e non solo di alienazione. Non possiamo farlo da soli, Demanio e CdP devono condividere un progetto, come per la riscossione lo deve condividere l'Agenzia delle entrate: i concessionari sono un punto nevralgico della lotta all'evasione».

CdP è il principale creditore del Comune assieme ad altre banche che posizione ha la Cassa verso Napoli?
«La priorità dell'interlocuzione è con il Governo per l'erogazione straordinaria per il resto abbiamo rapporti buoni con tutti e una interlocuzione con CdP e le banche si può aprire».

Ma con Draghi e il Governo il negoziato a che punto è?
«La legge finanziaria sta entrando nel vivo e nel momento in cui in Commissione bilancio - all'inizio della prossima settimana - arriveranno gli emendamenti capiremo se verranno approvati quelli che già ci sono o ce ne saranno altri. Siano essi dei relatori o del Governo poco cambia. Sarà un fine settimana di grande lavoro e molto caldo più a Roma che a Napoli».

Cosa intende per piano di valorizzazione del Patrimonio?
«Non solo CdP ma anche Invimit (Società di gestione immobiliare del patrimonio pubblico ndr) sta svolgendo in altre città la costituzione di fondi ad hoc che prevedono l'allocazione di immobili che poi vengono gestiti da Invimit stessa o da CdP per abbassare i fitti passivi. Poi si possono fare anche concessioni di lungo periodo a privati. E per privati intendo anche enti come le Università e gli enti di ricerca.

Anche il sindaco Manfredi si è appellato ai privati e alle élite...
«Per salvare Napoli serve un coinvolgimento della città e delle sue élite e sono d'accordo su quello che ha dichiarato a Il Mattino la dottoressa Rossella Paliotto: È ora di lavorare per la collettività». 

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