Baretta assessore al bilancio a Napoli: «Lo Stato paghi i debiti o il Comune non riparte»

Baretta assessore al bilancio a Napoli: «Lo Stato paghi i debiti o il Comune non riparte»
di Luigi Roano
Sabato 6 Novembre 2021, 11:05 - Ultimo agg. 15:06
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Pier Paolo Baretta - assessore al Bilancio - il sindaco Gaetano Manfredi ha lanciato l'allarme sul Patto per Napoli: non ce ne è traccia a oggi nella Legge di Bilancio e non si ha la sensazione che possa sbloccarsi a breve e in maniera positiva per la città. Come stanno le cose viste dal suo osservatorio?
«Da quanto ho visto - e mi sono dedicato subito alla questione del debito - c'è una grande disponibilità e attenzione politica sulla necessità di dare un contributo a un cambio di fase del bilancio e della città. Il punto è che la disponibilità deve trasformarsi in norme e risorse».

E a che punto siamo invece?
«Siamo in una fase interlocutoria perché si tratta di tradurre la disponibilità in queste norme e risorse.

Un passaggio dalla volontà alla operatività ed è sempre un po' complicato, si tratta di definire bene il contenuto delle norme che è di carattere generale. Malgrado Napoli ha una situazione particolare ed è una delle più grandi città ed è legittimo che si affronti il tema a livello nazionale e di Governo. Ma va anche capito che ci sono altre città che hanno lo stesso problema nostro e che debba avere attenzione per noi con l'esigenza di non dimenticare le altre grandi città».

Veniamo al dunque assessore: cosa sono le cose concrete che servono a Napoli?
«La prima è una norma - ed è di questo che stiamo parlando con i nostri interlocutori anche al Mef - che preveda una chiarezza sul passato. Il debito è tale che va affrontato cercando di distinguere il passato dal futuro in qualsiasi modo».

Ovvero un commissario per lo scorporo del debito?
«Sul commissario vedremo più avanti, non posso anticipare nulla perché i negoziati sono in corso. Però nel dire che ci deve essere chiarezza nella gestione perché parte del debito non è imputabile all'amministrazione che rappresento, ma nemmeno a quella precedente perché risale ad ancora prima sostengo che qualcosa va fatta. Perché il sindaco Manfredi ha il diritto di iniziare la sua azione di governo con tranquillità. Basta pensare che pesano sul debito quelli risalenti al terremoto del 1980 per capire quanto la situazione sia intricata. La norma deve servire a distinguere queste due fasi del debito».

Oltre la norma Manfredi chiede finanziamenti come la mettiamo?
«Abbiamo bisogno del futuro vale a dire che a partire dal primo gennaio del 2022 non si deve riproporre questa situazione. Non può succedere che sistemiamo il passato e non il presente e ci vogliono due cose. Un contributo per sostenere la spesa corrente e qui il sindaco è stato chiaro».

Ovvero?
«La questione personale, in pochi anni l'ente è passato da 15mila a 5mila dipendenti. Bisogna fare assunzioni e servono soldi. Il Comune è in difficoltà perché abbiamo un serio problema di riscossione. È vero che c'è una evasione accentuata ma se non abbiamo personale e l'informatica adeguata facciamo fatica anche a presentare l'istanza al debitore. Bisogna essere messi nelle condizioni di poter ripartire».

Dipende tutto dal Governo allora?
«Non solo, lo sforzo dobbiamo farlo anche noi con il bilancio. Tenendo conto della complessa composizione sociale che alcune periferie sono abbandonate, dobbiamo avere molta attenzione a come è fatta la città perché è chiaro che dobbiamo pensare a un piano di risanamento».

Ecco, appunto, a Roma sostengono che di questo piano non si ha traccia concreta, non ci sarebbero dossier sul fabbisogno e altro. Cosa risponde?
«È tutto molto chiaro e abbiamo trasmesso quello che ci servirebbe. C'è questo peso del debito accumulato e va pagato, ogni rata è 174 milioni, sono un vincolo clamoroso. Siccome la contabilità nazionale prevede che bisogna accantonare delle cifre sulla scorta di quello che si incassa davvero per pagarle abbiamo un immobilizzo della spesa corrente enorme. Il tema vero è come il Governo possa compartecipare al debito».

Lei ha detto che il primo gennaio del nuovo anno la contabilità del Comune deve essere chiara: quando si saprà se e in che modo il Governo darà il suo aiuto?
«La prossima settimana è importante e cruciale perché poi bisognerà parlare con i senatori, sono loro che dovranno presentare un emendamento alla Legge di Bilancio, sarà quello il momento decisivo e io sono ottimista anche se preoccupato perché la situazione è complessa».

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