Pnrr, sfida degli industriali di Napoli: «Intesa tra privati e Stato»

Pnrr, sfida degli industriali di Napoli: «Intesa tra privati e Stato»
di Valerio Iuliano
Venerdì 26 Novembre 2021, 10:23 - Ultimo agg. 27 Novembre, 08:02
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L'occasione è irripetibile e per sfruttarla occorrerà modificare radicalmente antiche abitudini, nella consapevolezza che la ricostruzione sarà perfino più complicata che nel dopoguerra. Le risorse del Pnrr rappresentano l'ultima possibilità per colmare il gap tra il Sud e il Nord del Paese e, per Napoli e la Campania in particolare, un'opportunità di crescita senza precedenti, ma solo a patto di utilizzarle in maniera adeguata.

Per queste ragioni, Unione Industriali Napoli, Fondazione Mezzogiorno e Campania Digital Innovation Hub hanno siglato ieri un accordo quadro per condividere energie e competenze a supporto del sistema produttivo campano. Un'iniziativa che, per il presidente dell'Unione industriali Maurizio Manfellotto, punta a «garantire un contributo fondamentale a supporto della capacità progettuale necessaria nel quadro delle opportunità aperte dal Pnrr». «Il significato dell'accordo - ha spiegato il presidente della Fondazione Mezzogiorno Antonio D'Amato - è unire queste tre realtà per costruire il miglior contesto finalizzato ad attrarre investimenti in grado di moltiplicare il valore delle risorse e rilanciare la componente industriale e manifatturiera del territorio. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza nazionale e siamo chiamati, come imprenditori e come classe dirigente, ad un salto di qualità per affrontare questa sfida. Servono interventi di disruption per fare del Sud la locomotiva d'Italia. L'obiettivo è la crescita del tasso di occupazione al Sud di almeno 10-15 punti nei prossimi anni, con un notevole incremento del Pil. Questi sono i requisiti minimi non solo per colmare il gap tra Sud e Nord ma per mettere in sicurezza finanziaria il nostro Paese e contribuire a riequilibrare il rapporto tra debito pubblico e Pil».


Tuttavia il rischio di sprecare l'occasione è dietro l'angolo e la cattiva gestione delle risorse comunitarie degli anni scorsi lo conferma. «Il Pnrr - spiega D'Amato - deve avere una cabina di regìa centralizzata a Palazzo Chigi perché le Regioni hanno dimostrato di non saper gestire i fondi europei.

Pubblico e privato devono collaborare. La Fondazione Mezzogiorno, reclutando nelle proprie fila imprese locali, nazionali e internazionali, si è rafforzata ed è pronta a offrire un contributo per migliorare il contesto in cui si svolgono le attività produttive. Offriremo alle Regioni la capacità di progettare per meglio investire anche i fondi strutturali».

Il patto per il rilancio di Napoli e del Mezzogiorno «deve partire dalla capacità di presentare progetti di ampio respiro - sottolinea Manfellotto - che siano capaci di rendere più competitivo il territorio regionale». Gli industriali si dicono disponibili a collaborare con il sindaco Manfredi: «Il nostro contributo - aggiunge Manfellotto - punta proprio a dare un supporto per sopperire alla mancanza di strutture e personale, perché non possiamo aspettare tutto il tempo necessario per avere entrambi». Luigi Nicolais, Presidente del Campania Digital Innovation Hub, ha sottolineato che «il Pnrr non implica solo l'arrivo di tanti soldi, ma la necessità di un cambio di mentalità. Da pochi giorni il Digital Innovation Hub è diventato una società consortile per poter svolgere in modo ancora più efficace una funzione di supporto a tutto il nostro territorio. Oggi mostriamo che, ancora prima dell'uscita dei bandi, siamo in grado di fare massa critica per fornire le progettualità necessarie ad intercettare le risorse».
 

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