Porti, ricercatori e operatori insieme per uno sviluppo comune con Napoli

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Mercoledì 26 Settembre 2018, 14:51
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«Le città e i porti hanno un ruolo fondamentale per la crescita dell'economia e la qualità urbana ma ci vogliono modelli innovativi, se seguiamo i modelli finora adttati non sviluppiamo l'economia e non rigeneriamo le città in senso positivo». Spiega così Massimo Clemente, ricercatore del Cnr ed esponente di Rete (Associazione per la collaborazione tra porti e città) il punto di partenza del convegno «Il futuro delle shipping cities» che si è svolto oggi a Napoli nell'ambito della Naples Shipping Week. «I modelli - dice Clemente - sono le integrazioni tra i diversi settori, tra diverse economie e un ruolo deve averlo l'associazionismo nel dialogo con la politica. Oggi questo incontro è all'interno della Naples Shipping Week, che è organizzata proprio da un'associazione, il Propeller Club».

Al convegno hanno partecipato anche esponenti dei porti di Valencia e Barcellona oltre ad alcuni riceratori internazionali degli atenei italiani e del Cnr, specializzati nelle dinamiche di sviluppo dei porti e della loro integrazione con le città. Tra gli argomenti emersi anche la necessità di fare rete ra i porti del Mediterraneo settentrionale, dall'Italia alla Spagna, alla Francia: «È importante - sottolinea Celemente - creare un sistema di alleanze, partendo da strategie comuni sulla ricerca e con le imprese. Abbiamo una rete di porti, ma se non abbiamo delle connesisoni efficienti a livello ferroviario, il porto non può svolgere fino in fondo il suo ruolo rispetto al territrio, quindi sulla logistica di mare e di terra sevono grandi alleanze. Su qesto la politica è stata debole e serve un intervento di altre forze che propongano soluzioni e strategie da attuare insieme».
 

La discussione si sviluppa a Napoli che, spiega Clemente «è un caso emblematico di sviluppo scoordinato con due interporti, quelli di Nola e Marcianise, due porti, tutte entità in competizione tra loro. Ci vuole un unico sistema portuale e un unico sistema aeroportuale, come dimostra il dialogo avviato tra Capodichino e Pontecagnano serve una strategia condivisa terra-mare». Ma il dialogo non sempre è facile come sottolinea un occhio terzo, uello di Oriol Capdevila, architetto di Barcellona specializzato in sistemi portuali: «Il porto non è un luogo chiuso - afferma - e la città non può essere messa al margine del proprio mare. Oggi si sta cercando una convinvenza tra città e porti, penso ai modelli di Amsterdam e Marsiglia. Anche in Italia c'è questa spinta frenata però dai conflitti di interesse tra diverse amministrazioni: quello che dice la città non vuole sentirlo il prto, quello che dice il porto non vuole sentirlo la sovrintendenza. Ogni soggetto ha un potere e nessuno vuole arrivare a un punto d'incontro, questo è il problema nel vostro sistema legislativo». Capdevila allarga l'orizzonte all'Europa: «Dobbiamo guardare allo svluppo - spiega - con un interesse comune, invece oggi si sta lavorando su interessi parziali, così non si vaa da nessuna parte».
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