Porto di Napoli, l'idea di Annunziata: «Ora più spazio ai privati»

Porto di Napoli, l'idea di Annunziata: «Ora più spazio ai privati»
di Antonino Pane
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 10:15
4 Minuti di Lettura

I porti campani come punto di riferimento essenziale della dorsale tra Scandinavia e Mediterraneo, il pieno utilizzo degli interporti campani, le scelte che riguardano la sicurezza. E, ancora, la necessità di tempi certi per l'approvazione dei piani regolatori portuali, il waterfront del porto di Napoli, le scelte strategiche per favorire le vocazioni dei porti di Salerno e Castellammare. E poi un segnale preciso agli imprenditori, le Zes, la necessità di favorire gli investimenti privati, per destinare quelli pubblici agli interventi poco remunerativi che riguardano soprattutto la messa in sicurezza delle infrastrutture. È iniziato ieri mattina in Senato l'iter dei pareri per la nomina di Andrea Annunziata al vertice dell'Autorità di sistema portuale del mare Tirreno centrale. Un'ora prima dell'intervento del premier sulla crisi di governo, la commissione Trasporti ha ascoltato la relazione di Andrea Annunziata, passaggio necessario per esprimere il parere sulla nomina fatta dal ministro Paola De Micheli per il vertice dell'Adsp che raggruppa i porti di Napoli, Salerno e Castellammare. Annunziata ha tracciato le sue linee programmatiche facendo anche precisi riferimenti alle scelte per riportare la portualità campana al centro dell'interesse generale.

Le potenzialità ci sono tutte, Annunziata le ha sottolineate una per una ribadendo che bisogna partire dalla ricucitura di rapporti corretti con le istituzioni territoriali e le parti sociali. Con Regione, Comuni e con tutti gli enti territoriali di riferimento, insieme ai sindacati, bisogna avere interlocuzioni continue. Pensare di poter andare avanti senza discutere con il territorio la trova una pia illusione. E su questo terreno il presidente Annunziata ha indicato alcuni fronti fondamentali a cominciare dagli interporti di Marcianise e Nola. Ci sono 7 milioni di metri quadrati a disposizione che aspettano solo di essere utilizzati. I tre maggiori porti campani occupano meno di un terzo di questo spazio. È evidente, è il suo ragionamento, che bisogna connettere gli interporti, le Zone economiche speciali non possono attendere solo i tempi lunghi delle connessioni ferroviarie. Bisogna cominciare a lavorare da subito; un tavolo con le istituzioni nazionali e locali, con il corpo delle dogane e la Guardia di Finanza, per attivare un corridoio veloci tra gli interporti e gli scali di Napoli e Salerno. Le Zes hanno subito richiamato il tema degli investimenti privati. Annunziata ha sottolineato che è necessario favorirli in ogni modo. I porti hanno bisogno dei privati che investono. L'ente pubblico li deve controllare, ma non ostacolare. I fondi pubblici devono essere utilizzati per le manutenzioni, per mettere in sicurezza le infrastrutture a mare. Incalzato dalle domande dei senatori Gregorio De Falco, Vincenzo Presutto, Agostino Santillo (relatore) e dal presidente Mauro Coltorti, Annunziata ha avuto modo di precisare l'assoluta necessità di privilegiare scelte che salvaguardano soprattutto l'ambiente.

I porti campani sono praticamente integrati nelle città e questo significa che bisogna tenere bene in conto che l'impatto del porto non deve incidere sulla sicurezza delle aree retroportuali. A tal proposito esistono ricchi dossier sulla zona di levante del porto di Napoli, esplicitati in interrogazioni parlamentari, portate avanti dal senatore Presutto.

Video

Annunziata arriva all'Adsp del mare Tirreno centrale dopo essere stato per due mandati presidente del porto di Salerno e per uno a capo dell'Adsp della Sicilia Orientale. Il suo profilo istituzionale, poi, si completa con il ruolo di parlamentare (nel 2001 è stato eletto alla Camera nel collegio uninominale di Cava de' Tirreni in rappresentanza della coalizione di centrosinistra), e con quello di sottosegretario ai Trasporti nel governo guidato da Romano Prodi. A Napoli troverà problemi che bisognerà affrontare subito. A cominciare dai danni provocati dalle mareggiate che stanno emergendo in maniera drammatica. Il crollo dell'Arco borbonico, gli squarci nella diga foranea e la tenuta delle protezioni a mare del Molosiglio sono solo alcuni dei punti dove bisognerà intervenire con rapidità. Ma danni gravi vengono segnalati quasi a tutte le banchine del porto, lasciate per troppi anni senza adeguati interventi di manutenzione. Oggi è previsto il passaggio alla Camera. La prossima settimana le votazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA