Precari a Napoli, c'è la svolta: «Fondi dal Viminale ora 60 assunzioni»

Finanziamenti a enti in predissesto

Palazzo San Giacomo
Palazzo San Giacomo
di Luigi Roano
Domenica 10 Dicembre 2023, 10:41
5 Minuti di Lettura

Saranno sessanta i precari che il Comune potrà stabilizzare se l'emendamento presentato dal Governo in Commissione Bilancio del Senato avrà la copertura finanziaria che serve, vale a dire un fondo di 430 milioni da erogare ai Comuni che hanno firmato il Patto salva bilanci - ovvero «la procedura di riequilibrio dei conti» per evitare il default - con l'allora premier Mario Draghi. Il Governo per dare corpo al fondo salva precari sta cercando di recuperare tutte le somme che gli enti locali non hanno speso all'epoca dell'emergenza Covid e che sono tuttavia ancora iscritti nei bilanci dei municipi. Si tratta in pratica dei Comuni di Napoli, Torino, Palermo e Reggio Calabria, per questi Comuni Draghi mise a disposizione 2,6 miliardi per ripianare in 20 anni il proprio debito. Quello di Napoli all'epoca era di 5 miliardi - oggi sceso a circa 4,5 - una voragine nei conti e un debito pro capite superiore ai 700 euro.

Una condizione che fece sì, siamo nel 2022, che a Napoli arrivassero 1,2 miliardi dei 2,6 messi a disposizione, quasi la metà, in quanto Palazzo San Giacomo era la pecora nera tra i comuni italiani cioè quello più vicino al fallimento.

Il "Patto per Napoli" voluto da Draghi però eroga soldi non a fondo perduto: gli enti beneficiari di questo finanziamento, infatti, da un lato lo possono utilizzare per sanare il debito e dall'altro però devono costruire delle condizioni strutturali affinché il debito si abbatta e non cresca più.

La precondizione principale posta dall'allora Governo per Napoli era di migliorare la riscossione ferma sotto al 40% e mettere a reddito lo sterminato patrimonio immobiliare. I rinforzi dunque sono arrivati nel settore della riscossione e appunto nella gestione del patrimonio, questo il contesto nel quale il Municipio retto dal sindaco Gaetano Manfredi ha potuto reclutare a tempo determinato i 60 - contabili e amministrativi - che ora se passa l'emendamento potranno essere stabilizzati con un contratto a tempo indeterminato. Va ricordato che nel Patto napoletano l'allora Governo impose l'aumento di tutte le aliquote delle tasse locali a iniziare dall'Irpef e questo significa che i napoletani stanno pagando anche sulla loro pelle il debito, insomma nessun regalo ma norme per non fallire e restituzione dei finanziamenti in 20 anni.

Quanti soldi avrà Napoli per la stabilizzazione dei precari? Se il criterio a quanto pare sarà lo stesso utilizzato per il Patto allora più o meno la metà dei 430 milioni arriverà nelle casse di Palazzo San Giacomo. «Questo provvedimento - racconta l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta - è ancora da strutturare quindi è prematuro parlare di cifre quello che posso dire è che se la ratio è quella di alleggerire certi vincoli che ci sono nel Patto ben venga». Il Comune per la riscossione si è affidato a una società «Napoli Obiettivo valore» guidata da Luca Bianchi che è direttore generale dello Svimez, mentre per il patrimonio ha varato una società in house «Napoli patrimonio».

La realtà dei fatti è che Palazzo San Giacomo pur essendo un ente in riequilibrio finanziario passettini in vansti sul fronte delle finanze li ha fatti. Già nel 2022 sono stati fatti concorsi per oltre 1000 assunzioni e per altri 400 in Asìa. Quest'anno è stato lanciato un altro concorso per assumere altre 220 unità. Ed è probabile che non sarà l'ultimo se come dice Baretta «certi vincoli verranno allentati». Perché la pianta organica di Palazzo San Giacomo rispetto al fabbisogno è con il segno meno e continua a perdere pezzi con pensionamenti che vanno al ritmo di 2 al giorno che in un anno fanno circa 700 uscite. Ma nonostante le ristrettezze economiche del Comune - che giova ricordare è gravato da un debito di 4,5 miliardi ed è sotto la severa tutela del "Patto per Napoli" - ha comunque la possibilità di assumere o con altri concorsi o facendo scorrere le graduatorie. Nel bilancio di previsione 2023-2025 scorrendo tabelle e cifre alla voce personale - con allegato parere positivo dei Revisori dei conti - si scopre che con i nuovi ingressi figli dell'ultimo concorso, la spesa per il personale balza da 220 milioni a 243.

La buona notizia è che in base alla legge nazionale la spesa per il personale in linea teorica potrebbe arrivare fino a quasi 310 milioni. La spesa per il personale si calcola dal rapporto tra numero di abitanti e le entrate correnti degli ultimi tre anni, il valore soglia per Napoli è il 28,8% e il Comune è ben sotto questa soglia. «La spesa del personale dell'Ente - scrivono i Revisori dei conti - può essere incrementata fino al raggiungimento della soglia stessa che ne costituisce il limite». Sulla dotazione organica del Comune e il suo depauperamento vale la pena dare un po' di cifre. I dati ufficiali disponibili del 2014 raccontano che i dipendenti all'epoca erano 8983. Nel 2021 - ultimo dato certo - 4885 con una perdita secca in 7 anni di 4098 unità. Negli ultimi due anni ci sono state almeno ulteriore 700 uscite compensate da circa mille entrate dell'ultimo concorso. A oggi si può affermare che l'organico del Comune sfiora appena le 4500 unità. A fronte di una popolazione residente di poco meno 950mila cittadini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA