Premi Covid ai medici della Campania: da 300 a mille euro per 12mila operatori

Premi Covid ai medici della Campania: da 300 a mille euro per 12mila operatori
di Ettore Mautone
Domenica 5 Luglio 2020, 23:55 - Ultimo agg. 6 Luglio, 16:11
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Bonus Covid per i camici bianchi impegnati durante l’emergenza Coronavirus: la Regione fa scattare il via libera alla previsione di tre fasce di premio (rispettivamente da 1000, 600 e 300 euro) aggiungendo la terza opzione in base all’impegno profuso e al rischio corso così come richiesto da alcuni sindacati del comparto. Il via libera definitivo, dopo i tavoli separati convocati con i confederali e la dirigenza medica, dovrebbe a questo punto giungere nella seduta in programma giovedì prossimo. Tutti attendono il semaforo verde dopo il lungo tira e molla tra la direzione generale del dipartimento Salute e la platea dei sindacati giunta spaccata alle trattative. L’intersindacale della dirigenza medica con in testa Cimo, Anaao e Aaroi ha rivendicato le diverse prerogative contrattuali che vincolano i 23 milioni più i 17 stanziati dal “Cura Italia” prima e dal “Decreto rilancio” poi ai fini della remunerazione degli straordinari e del disagio partito dai camici bianchi durante l’emergenza. Fondi attribuiti peraltro in maniera indistinta ma vincolata alla dirigenza medica e al comparto (con aliquote di tassazione diverse). L’ipotesi che una quota di tali cifre potesse avanzare e andare ad alimentare e finanziare le poste che la Regione sta individuando per attribuire i premi ha messo sulla difensiva i sindacati della dirigenza medica che di fatto si sono staccati dalla componente medica dei confederali minoritaria (25% contro il 75%).

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La Cimo, insieme all’Anaao e all’Aaroi, continua a battere sul tasto della penalizzazione per i medici che pagano pegno rispetto a tutte le altre categorie nella assegnazione del premio a causa della differente tassazione. Il leader regionale della Cimo Antonio De Falco rivendica pertanto assegnazioni nette che quanto meno garantiscano le stesse cifre a tutti quelli collocati in prima fascia. In più chiede che la Regione, terminata la fase della ricognizione per individuare la platea dei beneficiari delle tre fasce, sciolga ogni riserva nell’indicare chiaramente quale sia la cifra resa disponibile per il bonus. In totale sarebbero oltre 12mila le unità lavorative da premiare che hanno operato nelle prime e seconde linee della rete del 118, nei pronto soccorso, nei Covid center e, per la terza fascia, anche nelle retrovie con diverse funzioni e mansioni. L’apertura della Regione alle tre fasce dovrebbe essere uno degli ultimi nodi da sciogliere nel tortuoso percorso per arrivare a riconoscere e attribuire i compensi. 

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«Non abbiamo preclusioni - avverte Giuseppe Galano in rappresentanza dell’Aaroi, gli anestesisti e rianimatori - se saranno riconosciuti i meriti e le reali attività svolte e i rischi sopportati. La nostra opposizione era ad assegnare a pioggia un obolo anche a chi non ha corso rischi, ciò per un senso di rispetto per chi ha effettivamente lavorato a stretto contatto con il Covid-19. Ribadiamo tuttavia che i medici non possono percepire un bonus netto inferiore a quello che sarà assegnato alle altre categorie di lavoratori. Un rianimatore che ha lavorato per 18 ore al giorno allontanandosi da casa non può essere considerato meno di un lavoratore con cui ha condiviso pari rischi e con superiori responsabilità anche legali».
 

 

Il riferimento è ai primi avvisi di garanzia che stanno arrivando soprattutto alle figure dei rianimatori e dei medici in relazione a pazienti che non ce l’hanno fatta. «Il premio - conclude Galano - in fondo ha un valore di riconoscimento simbolico. I colleghi che saranno costretti ad avere a che fare con procedimenti giudiziari anche se giudicati, come quasi sempre accade in questi casi, senza colpa, dovranno sostenere costi legali che vanno ben oltre il premio». Il bonus una tantum, per compensare il disagio e il rischio biologico corso nel periodo tra il 17 marzo fino al 30 aprile, sarebbe dunque assicurato anche a una terza fascia, considerata a più basso rischio, che incasserebbe fino a un massimo di 300 euro per almeno 20 turni, ovvero proporzionalmente a 15 euro per ogni giornata di presenza.
Secondo le stime della ricognizione già compiuta dagli uffici regionali ad essere destinatari dei premi sarebbero in totale circa 12mila operatori, coinvolti in maniera diretta e indiretta nell’emergenza assistenziale per una cifra totale disponibile che si aggirerebbe attorno ai 10 milioni di euro.

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