Premi d'oro ai dirigenti, altolà del ministero al Comune di Napoli

Premi d'oro ai dirigenti, altolà del ministero al Comune di Napoli
di Paolo Barbuto
Giovedì 30 Gennaio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 10:44
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La Ragioneria Generale dello Stato ha trasmesso alla Corte dei Conti la documentazione relativa a una verifica sui bilanci del Comune che è iniziata nel 2015 e s'è conclusa la scorsa estate. Il controllo s'è concentrato sul salario accessorio destinato ai dirigenti di Palazzo San Giacomo per il quale sono stati riscontrati errori a partire dal 2007. Proseguendo sulla strada errata intrapresa a quell'epoca, il Comune ha continuato, secondo il Ministero, a versare più denaro del dovuto ai dirigenti, arrivando a costruire un monte di un milione e settecentomila euro che non avrebbe dovuto versare. Negli ultimi anni, però, Palazzo San Giacomo ha deciso, in autotutela, di abbassare quei valori, così sono stati messi da parte fondi per seicentomila euro che hanno fatto abbassare il totale: attualmente i soldi da recuperare perché erogati per errore ai dirigenti ammontano a un milione e centomila euro.

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Questa vicenda ha inizio nel 2015 quando a Palazzo San Giacomo si presentano gli ispettori del Ministero delle Finanze e chiedono di verificare il capitolo dei salari accessori: si tratta di quella parte di stipendio aggiuntiva che viene concessa come premio per le responsabilità che un dirigente si accolla e per i risultati che riesce a conseguire.

L'ispezione si conclude con un rilievo che riguarda il passato: secondo i tecnici tra il 2007 il 2011 si è verificato un problema con i conti che ha portato nelle tasche dei dirigenti più denaro del dovuto.

A conclusione delle verifiche il Ministero scrive al Comune chiedendo chiarimenti; Palazzo San Giacomo risponde con controdeduzioni che in parte convincono la Ragioneria dello Stato. Però c'è una definitiva richiesta: il Comune Napoli deve attivarsi per eliminare «le residue irregolarità rilevate».

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La richiesta, scrive il ministero, è stata presentata una prima volta ad ottobre del 2016 ed è stata reiterata a febbraio del 2018 ma da parte di palazzo San Giacomo non c'è stata alcuna risposta sulle modalità di recupero del denaro.

Così, la scorsa estate, il dipartimento generale della Ragioneria dello Stato, ha scritto un'ultima severa, missiva al Comune di Napoli e, per conoscenza, alla corte dei Conti: «Non avendo ricevuto alcun riscontro e considerato il lungo tempo trascorso dalla verifica, nel prendere atto dell'inerzia del vostro Ente per la mancata definizione delle irregolarità riscontrate, si comunica di ritenere conclusa la presente trattazione».

Ma la lettera non si chiude con la comunicazione della conclusione dell'ispezione, c'è una postilla che, evidentemente, ha messo in allarme Palazzo San Giacomo: «Si rimette alle valutazioni della Magistratura contabile in indirizzo, oltre alle questioni a suo tempo segnalate, anche l'eventuale azione di responsabilità per i possibili danni derivanti dalla mancata tempestiva regolarizzazione della gestione».

La tempestosa lettera della Ragioneria Generale dello Stato è stata ricevuta alla fine di luglio del 2019. Nel frattempo il Comune ha lasciato passare altri sei mesi prima di prendere un'iniziativa.
 

Arriviamo al 31 dicembre del 2019, esattamente un mese fa: la Giunta Comunale si riunisce con un dettagliatissimo documento sul tavolo. In quel documento si spiega che è vero, ci sono stati errori nella valutazione del salario accessorio dei dirigenti e si puntualizza, correttamente, che quegli errori, sono stati generati da una valutazione sbagliata del 2010 che poi è stata pedissequamente portata avanti negli anni, fino ad arrivare al 2018.

Individuato l'errore di base sono stati ridefiniti i valori corretti ed è stato scoperto che, con il passare degli anni, i versamenti errati sono cresciuti a dismisura fino a raggiungere, appunto, il valore di 1.786.499,89 euro. Nel frattempo, però, Palazzo San Giacomo aveva già iniziato a ridimensionare, in autotutela, quei valori, mettendo da parte nei bilanci 2017 e 2018 un totale di 634mila euro.

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Alla fine s'è concluso che bisogna recuperare un milione e centomila euro versati in più, la formula sarà quella del recupero del 25% dai fondi stanziati ogni anno, fino al raggiungimento della cifra.

Bisogna capire se questa soluzione riuscirà a soddisfare il Ministero delle Finanze e, soprattutto, la Corte dei Conti. 
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