Bagarre Pd a Napoli, accuse incrociate: voto rinviato di una settimana

Bagarre Pd a Napoli, accuse incrociate: voto rinviato di una settimana
di Adolfo Pappalardo
Domenica 12 Novembre 2017, 08:43 - Ultimo agg. 12:04
5 Minuti di Lettura

«Non apriamo i circoli dove siamo in maggioranza o esprimiamo il segretario». E gli iscritti che vogliono votare? «Andassero in Federazione», risponde secco Nicola Oddati, ufficialmente candidato alla segreteria del Pd di Napoli ma non più in corsa. Con il nome sulle schede accanto ai suoi avversari Massimo Costa e Tommaso Ederoclite: «Ma voglio che il mio nome sia dissociato da questa competizione farsa e sia cancellato», dice l’ex assessore della giunta Iervolino che non ha schierato, volutamente, le liste a sostegno. Quindi un candidato non candidato. Un nonsense. Anche se Oddati, ieri sera, ai militanti chiede di essere presenti comunque. «Contate i votanti, state con gli occhi aperti perché faranno votare pure i morti» dice invitandoli a scattare foto e filmare. Ecco ci mancava: il militante democrat stile Iene. Ma attenzione: non servirà. Perché a poche ore dall’apertura dei circoli iniziano di nuovo le trattative a Roma tra i vertici del Nazareno per spostare il congresso. Da un lato Orfini e Martina, dall’altro Guerini e Lotti Rispettivamente presidente e vicesegretari nazionali da un lato, coordinatore e braccio destro di Renzi dall’altro. Telefonate sino a tarda notte con Matteo Renzi costretto ad intervenire: «Trovate un accordo», quasi ordina. Finché, sono passate le 23, Losacco firma un dispostivo per spostare il voto. A domenica prossima quando la richiesta era di due settimane. È la mediazione decisa dai vertici del Nazareno. 

Eccola la tormentata vigilia del congresso democrat napoletano. Pratiche e rituali banali e quasi formali in tutta Italia ma non all’ombra del Vesuvio dove il voto per scegliere il segretario della Federazione si trasforma in una guerra fratricida. A Napoli ma anche a Roma. 
 
«Chiedo a Ederoclite e Costa di non partecipare a questo voto. Costa dovrebbe rifiutarsi di partecipare a questa farsa - dice Oddati a prima mattina - con i circoli chiusi, con gente che, senza titolo, viene e porta via le tessere che serviranno domani. Piuttosto lavoriamo per pulire l’anagrafe, così da avere certezze e un congresso trasparente». Ma non accade nulla. «Trovo tutto molto anomalo. È un mese che si va avanti a ricorsi e la commissione nazionale si è espressa. Ora scopro che Nicola anche l’ordine delle schede sta contestando», risponde secco Ederoclite. «Le polemiche delle ultime ore sono pretestuose. La platea degli aventi diritto al voto è quella del 2016, ovvero la stessa che ha eletto il segretario nazionale sei mesi fa e riconosciuta da quanti oggi la contestano. Platea, peraltro, già convalidata dalla commissione nazionale di garanzia che non ha rilevato alcuna irregolarità», dice invece Costa.

Poi in serata infuocata assemblea di Oddati con i suoi sostenitori nella sede regionale del Pd. In mezzo il colpo di teatro che dovrebbe (secondo Oddati e i suoi sostenitori) cambiare tutto. Ovvero un documento di ieri della Commissione per il congresso secondo cui sono nulli i voti nei circoli dove «non è stata data comunicazione su sedi e modalità di voto». In sala si esulta perché sul sito del Pd non ci sarebbe nessuna comunicazione. «L’elenco dei circoli in cui si vota è stato messo solo stamattina (ieri, ndr) ma c’è», ribadisce Alberto Losacco, il deputato spedito dal Nazareno per facilitare il voto che da qualche giorno ha ormai capito come le cose democrat a Napoli sono complicate assai. Roba da caschi blu dell’Onu, per capirci. 

«Dispiace che la commissione regionale di garanzia, che è l’organo deputato a garantire il rispetto delle regole, abbia oggi emesso un deliberato che viola chiaramente l’articolo 11 del regolamento congressuale approvato dalla Direzione regionale. L’articolo in questione prevede infatti che eventuali contestazioni riguardanti la convocazione e lo svolgimento dei congressi di circolo debbano essere rivolte in prima istanza alla commissione provinciale per il congresso e che, solo in seconda istanza, si possa esprimere la commissione regionale di garanzia. Il percorso congressuale va dunque avanti», chiarisce a sera la segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione. Si dovrebbe chiudere qui ma parte un’altra batteria di colpi. «Stupisce la dichiarazione della segretaria regionale, sulle decisioni assunte dalla commissione regionale di garanzia. Tali decisioni possono essere valutate solo dalla commissione nazionale di garanzia e non dalla dichiarazione improvvida ed impropria di un organo incompetente, qual è il segretario regionale», attaccano i consiglieri regionali (sostenitori di Oddati) Bruna Fiola, Enza Amato, Antonella Ciaramella, Gianluca Daniele e Antonio Marciano. «Troviamo singolare la dichiarazione di cinque consiglieri regionali nei confronti della segretaria regionale che, in virtù del suo ruolo, aveva il dovere di prendere posizione di fronte a un intervento politico della commissione regionale di garanzia, che con quel deliberato è venuta meno alle sue prerogative», ribattono i componenti della segreteria regionale Teresa Armato ed Emilio Di Marzio, il deputato Massimiliano Manfredi e il componente della Direzione nazionale del Pd, Marco Sarracino (tutti sostenitori di Costa).

E quest’ultimo scontro tra le parti, considerato intollerabile dal Nazareno, è la molla del rinvio del congresso di una settimana. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA