Processo Cisl, in aula il teste chiave contro Lucci: «I miei tecnici mi segnalarono il buco»

Processo Cisl, in aula il teste chiave contro Lucci: «I miei tecnici mi segnalarono il buco»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 10 Luglio 2020, 10:10
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Una lunga udienza, scandita da non pochi momenti di tensione, nel corso del processo sulla gestione della Cisl. Aula 714, tocca al teste chiave Piero Ragazzini, rispondere alle domande sulla denuncia presentata dopo la sua gestione commissariale. Ipotesi di appropriazione indebita, Lina Lucci sotto processo, c'è un piccolo colpo di scena iniziale. È il giudice Sandra Lotti a leggere in aula il dispositivo di proscioglimento in favore di Salvatore Denza (difeso dai penalisti Simona Lai e Gennaro Pecoraro), funzionario amministrativo dell'organismo sindacale.

Poi si entra nel vivo della contestazione, con le accuse di Ragazzini, giunto a Napoli dopo una serie di step che avevano alimentato esigenze di trasparenza sulle casse del sindacato regionale. Siamo nel 2016, quando si dimettono alcuni esponenti dell'organo regionale, mentre oltre cento iscritti avanzano richieste di verifica. Quanto basta a determinare la nomina di un commissario, con l'arrivo a Napoli di Ragazzini. Difesa dal penalista napoletano Giro Sepe, Lina Lucci ha sempre rivendicato la piena correttezza della propria condotta di donna e di leader sindacale. È pronta difendersi dall'accusa di aver provocato un danno alle casse del sindacato, con delle spese all'insegna degli interessi privati.

Intanto, ieri il teste chiave ha confermato i fatti denunciati quattro anni fa: «I miei consulenti mi denunciarono degli ammanchi», ha spiegato. In aula si è poi discusso delle delibere che avrebbero dovuto coprire le spese oggetto di imputazione, a partire dalla casa di via Girolamo Santacroce e dai lavori in essa realizzati.
In aula, la Cisl è assistita dall'avvocato Angelo Mastromatteo, prossima udienza il 23 luglio. 

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