Procura di Napoli, dopo il capo andrà via anche la vice Rosa Volpe: «In pole tre aggiunti»

L'istruttoria per la definizione del prossimo procuratore di Napoli durerà ancora mesi

La Procura di Napoli
La Procura di Napoli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Venerdì 28 Aprile 2023, 07:03 - Ultimo agg. 29 Aprile, 08:21
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Un quesito al Csm per definire le linee guida da seguire a partire dai primi di giugno, quando la Procura di Napoli rimarrà senza capo e senza vicario. È questo il senso del quesito firmato dal magistrato Rosa Volpe, fino al prossimo 4 giugno procuratrice facente funzione del più numeroso ufficio inquirente italiano. Come è noto, tra poco più di un mese, la procuratrice Volpe completerà gli otto anni da procuratrice aggiunto, motivo per il quale dovrà anche lasciare l'incarico di facente funzione. È così che la Procura partenopea resta senza capo (che dovrà essere nominato, in una corsa che vede cinque candidati in lizza), ma anche senza vicario. Inevitabile una domanda: chi dovrà prendere le redini della Procura di Napoli, in attesa che dal Csm arrivi la nomina del nuovo procuratore? È questa la domanda che ha ispirato un quesito che alcuni giorni fa la procuratrice Volpe ha spedito al Csm. Materia da incarichi direttivi, chiaro il senso dell'istanza partita da Napoli: si cerca di capire a quali principi ispirarsi, in vista della successione pro tempore, nei mesi in cui l'ufficio napoletano attenderà una nomina ufficiale per il ruolo di capo. Ma in attesa di una risposta da Palazzo dei Marescialli, non è impossibile prevedere che sono almeno tre i nomi di procuratori aggiunti che potrebbero essere chiamati a rivestire il ruolo di facenti funzione.

Sono almeno tre i potenziali vicari a Napoli: parliamo - in ordine rigorosamente alfabetico -, degli aggiunti Raffaello Falcone, Sergio Ferrigno e Pierpaolo Filippelli.

Tre magistrati nel pieno della loro carriera, che da anni conducono indagini delicate nel distretto di Corte di appello di Napoli, oltre a coordinare sezioni di pm che - detto per inciso - basterebbero da sole a riempire una Procura di medie dimensioni in altri contesti italiani. Capo del pool reati contro le fasce deboli, l'aggiunto Falcone coordina da anni inchieste in materia di violenza esercitata tra l'altro contro le donne, nella difficile transizione legata alle norme del cosiddetto codice rosso, dopo aver condotto da pm indagini in materia di camorra e di pubblica amministrazione. Profili simili, quelli degli altri due aggiunti anziani della Procura di Napoli: Filippelli guida l'ufficio notizie di reato e la sezione urbanistica (che si occupa, assieme alla Procura generale, dell'esecuzione di manufatti giudicati abusivi), mentre in un recente passato è stato vicario alla Procura di Torre Annunziata e, ancora qualche anno prima, protagonista (assieme all'ex procuratore Rosario Cantelmo) della cosiddetta primavera antiracket di Ercolano. Decisamente in pole position, anche l'attuale capo della Dda di Napoli, l'aggiunto Sergio Ferrigno, fino a qualche mese fa impegnato in via esclusiva nel coordinamento del pool reati contro la pubblica amministrazione. 

Una partita che andrà sciolta a partire dal prossimo 4 giugno, quando l'aggiunto Rosa Volpe dovrà terminare la sua esperienza di facente funzione a Napoli, ruolo rivestito all'indomani della nomina dell'ex procuratore Gianni Melillo, attualmente alla guida della Procura nazionale antimafia.

Decisamente più lenta la definizione del prossimo procuratore di Napoli. Come è noto, sono cinque i candidati, ma si attende l'inizio di un'istruttoria che durerà alcuni mesi. Possibile che il nuovo capo dei pm napoletani venga nominato in autunno, dal momento che la commissione degli incarichi direttivi dovrà analizzate curriculum, osservazioni oltre ad ascoltare le singole proposte organizzative per la guida degli uffici di Centro direzionale. Anche in questo caso, si tratta di profili di magistrati di provata esperienza professionale: in campo Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro; l'attuale procuratrice facente funzione Rosa Volpe; i procuratori Aldo Policastro e Francesco Curcio (entrambi napoletani e rispettivamente alla guida delle procure di Benevento e Cosenza); il procuratore di Bologna Giuseppe Amato. Uno scenario incerto che attende una definizione, nei mesi in cui l'ufficio inquirente cittadino è impegnato nel contrasto della nuova frontiera del crimine organizzato. Stando a quanto emerge dall'ultima relazione semestrale della Dia, la città è al centro del pressing di clan che puntano a riciclare capitali di origine illecita. Fenomeni che vanno affrontati da un ufficio che attende un nuovo capo e un suo possibile braccio destro. 

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