«Pronta la norma per salvare le terme di Agnano»

«Pronta la norma per salvare le terme di Agnano»
di Francesco Pacifico
Domenica 15 Ottobre 2017, 15:55 - Ultimo agg. 15:56
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Un emendamento alla prossima manovra per salvare e rilanciare le terme in rovina come quelle di Agnano (da poco affidate ai privati, ma non ancora riaperte) e di Castellammare di Stabia (chiuse da tre anni). L'ha ideato Federterme, l'associazione di categoria aderente a Confindustria, e sarà inserito nel passaggio della Finanziaria in commissione Bilancio, come ha confermato ieri il suo presidente Francesco Boccia, partecipando a Ischia all'assemblea annuale dell'organizzazione.

La misura è semplice. Come ha spiegato il presidente di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci, si vuole creare «un fondo di garanzia con Cassa depositi e prestiti per aiutare i privati che rilevano le strutture termali pubbliche a pagare i debiti pregressi e a finanziare gli investimenti necessari per riqualificarle». Stando alle bozze che già girano alla Camera, l'emendamento alla manovra prevede che l'ente pubblico proprietario dello stabilimento termale possa chiedere al ministero dell'Economia una moratoria di due anni sul pagamento dei debiti, se ne accelera la dismissione, come già gli impone la riforma Madia, presentando un bando per metterla all'asta. Il privato verrà prescelto in base a un piano di riqualificazione sia dell'attività terminale sia delle strutture e dopo aver dato garanzie in termini occupazionali. E una volta ottenuta la titolarità delle terme potrà avere un prestito bancario trentennale a tasso di mercato per fronteggiare l'operazione e il riconoscimento delle passività pregresse, garantito però da Cassa depositi e prestiti o da un fondo ad hoc di natura pubblica. Al riguardo Francesco Boccia ha ricordato «che si stanno studiando entrambe queste strade per facilitare l'erogazione del credito, ma in manovra vorremmo anche introdurre degli incentivi alla ricerca termale e misure di credito d'imposta. Parallelamente bisogna anche lavorare per chiarire che la direttiva Bolkestein, una normativa vecchia, del 2006, non va applicata al settore». La sottosegretaria al Turismo, Dorina Bianchi, ha sottolineato «la piena collaborazione delle istituzioni anche per la riforma della legge 323 che regolamento il settore», che è in discussione alla Camera.

Il settore termale in Italia da solo muove un giro d'affari complessivo superiore ai 4 miliardi di euro (800 milioni soltanto per le prestazioni coperte dal Servizio sanitario nazionale), ma è oberato da quasi un miliardo di debito. Se Castellammare è chiusa da tre anni, Montecatini ha un rosso di cento milioni di euro e Salsomaggiore di quaranta. Soltanto un meccanismo che ammortizzi il pagamento del pregresso può spingere i privati a entrare in quello che il ministro Beatrice Lorenzin ha definito, in un messaggio inviato all'Assemblea di Federterme, «uno strumento strategico nel sistema sanitario nazionale». Jannotti Pecci ha chiesto più attenzione al governo, ricordando che «in Germania, a BadenBaden, una signora di nome Angela Merkel, habitué di Ischia, è andata all'assemblea della locale associazione di categoria delle aziende termali e prima ha detto: Che cosa posso fare per voi. Poi ha anche pubblicamente invitato i tedeschi ad andare alle terme della Germania, colpite dalla concorrenza dei Paesi dell'Est».