Napoli, teatro ospitato gratis nei locali del Comune: le accuse dei cittadini

Napoli, teatro ospitato gratis nei locali del Comune: le accuse dei cittadini
di Valerio Esca
Venerdì 1 Marzo 2019, 07:00
3 Minuti di Lettura
Esposto alla Corte dei Conti per presunto «danno erariale» nei confronti del Comune contro l'associazione «La giostra», che da tre anni occupa senza alcun titolo un immobile di proprietà di Palazzo San Giacomo in via Speranzella 81, ai Quartieri Spagnoli, utilizzandolo come teatro. La segnalazione finita sulla scrivania del procuratore regionale Michele Oricchio, con data 21 febbraio, è stata sottoscritta da una cittadina, Brunella Cassese, che ripercorre, nell'esposto, le varie fasi di una storia kafkiana che ha avuto inizio il 15 maggio 2016.
 
Nel maggio di tre anni fa, l'associazione «teatro e spettacolo La giostra» è stata autorizzata all'utilizzo temporaneo di un bene comunale, in via Speranzella 81, per i giorni 16, 22, 23, 29 e 31 maggio 2016, al fine di svolgere prove relative ad eventi teatrali con gli studenti del liceo classico Pansini. Il cortocircuito si registra nel momento in cui l'associazione continua ad utilizzare la struttura «disattendendo quanto convenuto il 1 giugno 2016», ovvero quando «il responsabile legale dell'associazione - scriveva un anno e mezzo fa il dirigente del Comune Fabio Pascapè - non restituisce la struttura». L'associazione è andata avanti fino ad oggi con le attività previste, secondo un tabellone di eventi teatrali. «L'Associazione La giostra - si legge nell'esposto - detiene senza titolo legittimo, dal 1 giugno 2016, i locali di proprietà comunale di via Speranzella, avendo a disposizione una superficie di circa 300 metri quadrati e prevedendo entrata a pagamento».

Il servizio «Valorizzazione Sociale degli Spazi di proprietà comunale e Beni Comuni» aveva anche provveduto, il 10 ottobre 2017, con una disposizione del dirigente Pascapè, a notificare alla legale rappresentante dell'associazione l'ordine di liberare l'immobile «illegittimamente detenuto entro e non oltre il termine di 15 giorni dalla notifica del predetto atto». Sgombero che non si è mai concretizzato. «La giostra» ha anche provato nel corso di questi tre anni ad avanzare formale richiesta di proroga dell'utilizzo della struttura. Proroga mai concessa. Il dirigente, infatti, il 20 dicembre 2017 arrivò a respingere la richiesta ricordando all'associazione «che l'illegittima conduzione avrebbe prefigurato un danno erariale». La Napoli Servizi, chiamata a conteggiare il danno economico, ha chiarito che la morosità accumulata superava, ad ottobre 2018, i 192mila euro.

La exit strategy del Municipio passa per l'avviso pubblico (dell'agosto 2018) per l'assegnazione in locazione di locali di proprietà comunale destinati ad attività commerciali e associative, tra cui compare quello di via Speranzella. Anche il bando in realtà ha una storia tutta in salita, avendo subito negli ultimi tre mesi due proroghe, l'ultima scaduta proprio ieri alle ore 12. Il canone mensile richiesto è pari a 6 mila 625 euro, che l'assegnatario dovrà poi versare nelle casse dell'ente. In questi mesi - si racconta nell'esposto alla magistratura contabile - è stato impossibile effettuare sopralluoghi del cespite. «Questo è un elemento determinante per poter avere piena scienza e conoscenza dei luoghi oggetto di procedura pubblica - viene rimarcato da Brunella Cassese - e nel caso di via Speranzella 81 era stato previsto per il giorno 8 novembre 2018, alle ore 11. Non si è potuto svolgere per la indisponibilità del locale, fatto trovare opportunamente chiuso e sbarrato dall'associazione». Stessa sorte per il sopralluogo fissato il 15 gennaio 2019.

L'assessore al Patrimonio Alessandra Clemente prova a dettare la linea: «Con me inizia un nuovo corso del patrimonio comunale. Non esiste il principio che un'associazione possa avere un immobile gratuitamente. Ci sono degli avvisi pubblici e chiunque può partecipare. Se ci sono fini sociali di un progetto si può fare riferimento all'articolo 10 del regolamento, ovvero ottenere canoni ridotti». Interpellata dal Mattino, la cittadina che ha redatto l'esposto, Brunella Cassese, spiega: «Sono indignata come cittadina, perché se ci sono leggi e disposizioni, anche se non condivise, vanno rispettate».
© RIPRODUZIONE RISERVATA