Quota 100, boom di uscite a Napoli e il Comune corre ai ripari

Quota 100, boom di uscite a Napoli e il Comune corre ai ripari
di Nando Santonastaso
Mercoledì 31 Luglio 2019, 08:30
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La corsa contro il tempo è di questi minuti ed è perfino banale parlare di carica dei 300. Perché sono tanti, numero più numero meno, i nuovi dipendenti che il Comune di Napoli sta provvedendo ad assumere da ieri per tamponare la falla creata dalle circa 1.300 uscite nel proprio organico previste entro settembre. Seicento per scadenza normale dell'attività lavorativa, 700 per Quota 100, la cui prima finestra utile si apre proprio domani, giovedì 1 agosto. Non è facile calcolare quanti saluteranno uffici e scrivanie proprio nelle prossime 24 ore ma l'esodo è annunciato e visti i tempi e la solerzia nella presentazione delle domande (circa 7mila quelle presso la sola Direzione Inps della Città metropolitana) ipotizzare qualche ripensamento appare decisamente fuori luogo.
 
Peraltro, i nuovi assunti fanno parte di uno stock di 536 idonei ad un concorso bandìto dal Comune nel lontano 2010: al traguardo finale, per molti decisamente imprevedibile fino a qualche tempo fa, sono arrivati poco più della metà tra ingegneri, architetti, vigili urbani. «Ma è una goccia nel mare della precarietà occupazionale del più grande Comune del Mezzogiorno», dice Annibale Del Bisogno della segreteria regionale della Funzione pubblica Uil. E aggiunge: «Le uscite, con o senza Quota 100, provocheranno enormi problemi soprattutto alle Municipalità e ai servizi sociali: già adesso in quella di Scampia, dove insistono il carcere di Secondigliano, due campi Rom e 60mila abitanti, sono in servizio appena tre assistenti sociali del Comune».

Napoli caso limite? Sicuramente no, anche se i numeri qui lievitano più che in tutta la Campania. La fuga anticipata dal lavoro nella Pubblica amministrazione, trasversale molto più di quanto si pensi, ha infatti contagiato migliaia di dipendenti in tutta la regione. Settemila, come detto nel capoluogo e nella sua provincia, ma altrettanti nelle altre quattro città capoluogo. La Campania è la terza regione per numero di domande presentate all'Inps per utilizzare la nuova opportunità garantita dal governo gialloverde, più avanti solo Lazio e Lombardia. Lo scenario non è chiaro ma sicuramente nemmeno incoraggiante. A molti ad esempio sfugge che la cura dimagrante nella Pa del Sud è iniziata da almeno dieci anni, a dispetto di quanti hanno sempre descritto il lavoro pubblico meridionale come una sorta di idrovora occupazionale a beneficio di questa o quella maggioranza politica. Fu la Svimez, tre anni fa, a documentare che in realtà il rapporto tra i dipendenti pubblici e la popolazione residente era precipitato a livelli numerici (e ovviamente di efficienza) a dir poco inadeguati. «Era del tutto evidente - dice Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uil Campania - che una delle ragioni della mancata crescita del Sud era l'assenza di una Pa efficiente e adeguata anche alle novità tecnologiche. Per questo come sindacato avevamo detto che era fondamentale accelerare il percorso per inserire personale nel settore perché una Pa efficiente non è solo utile ai cittadini ma è anche il modo migliore per favorire lo sviluppo e contrastare l'illegalità».

Che da domani la strada sia ancor più in salita è un fatto. Intanto perché, per restare solo ai Comuni, oltre a Quota 100 inizieranno a lasciare sportelli, giardini e uffici i tanti dipendenti assunti con la famosa legge 285 degli anni '80, nel rispetto delle normali finestre previste dalle attuali norme pensionistiche. Ma a falcidiare gli organici contribuiranno inevitabilmente anche altri fattori, come la sperequazione tra gli incentivi agli straordinari percepiti ad esempio da chi presta servizio nei consigli comunali e chi invece lavora nelle municipalità, che quel trattamento non lo vedrà praticamente mai per diversità di mansioni. «Chi sceglie di restare lo fa anche perché gratificato da 300 euro mensili in più in busta paga: chi non li ha non vede l'ora di mollare», spiega Del Bisogno.

E i rinforzi? Altra incognita. Nel senso che, spiega Pietro Pettrone, presidente del Consiglio regionale di vigilanza e indirizzo (Civ) dell'Inps, che «nuove assunzioni dell'Inps, scattate proprio in questi giorni anche in Campania, colmeranno solo in parte le uscite. E quelle previste dall'importante iniziativa del governatore della Campania De Luca, fino a 10mila unità lavorative, avranno comunque bisogno dei tempi tecnici per diventare pienamente operative. Morale? Saranno mesi duri per la Pubblica amministrazione». E la magra consolazione è che in fondo lo sappiamo già da tempo anche senza Quota 100.
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