«Per il Recovery a Napoli 1,5 miliardi: la scommessa del Metrò del mare e della digitalizzazione»

«Per il Recovery a Napoli 1,5 miliardi: la scommessa del Metrò del mare e della digitalizzazione»
di Luigi Roano
Venerdì 9 Aprile 2021, 11:37 - Ultimo agg. 10 Aprile, 09:10
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Un miliardo e 532 milioni più qualche spicciolo tanto valgono le richieste di finanziamento del Comune per opere da inserire nel Recovery plan che il Governo guidato da Mario Draghi presenterà alle Camere e all’Europa entro il 30. Per quella data tutto deve essere pronto sotto il profilo amministrativo e Palazzo San Giacomo si sta impegnando come non mai. È, del resto, un’occasione più unica che rara per cercare di rilanciare la città e snellire un «parco progetti» bloccato per mancanza di fondi. Ora - complice la pandemia e la crisi economica che ne è derivata - paradossalmente, il virus diventa una opportunità. Su Napoli piove un miliardo e mezzo che è spalmato su quattro aree tematiche strutturali di sviluppo: infrastrutture per la mobilità; equità, inclusione sociale e territoriale; rivoluzione verde e transizione ecologica e digitalizzazione e innovazione.


LA MOBILITÀ
Si dice - ed è anche in parte vero - che Napoli ha la metropolitana più bella del mondo tuttavia l’estetica e l’arte non rendono certamente migliore la mobilità dei cittadini, su Napoli insistono ogni giorno 3 milione di persone che hanno esigenze di spostarsi rapidamente. E la mobilità su ferro è in questo senso strategica. Su questo asse di sviluppo Palazzo San Giacomo intende fare investimenti per 753,4 milioni. «La maggior parte delle risorse viene richiesta per rafforzare la rete di mobilità, soprattutto su ferro» racconta il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo che sta curando molto da vicino il pacchetto Recovery del Comune. Quali sono dunque le opere per le quali è stato chiesto il finanziamento? «Efficientamento e sicurezza della Linea 1 della metro (72.5 mln); nuovi treni metropolitani (75.5 mln); collegamento stazione Donzelli–via Domenico Fontana (72 mln); prolungamento della linea 6 tratta Campegna-Bagnoli (420 mln); riqualificazione urbanistica e ambientale di via Brin (45 mln); manutenzione e messa in sicurezza di 43 strade cittadine (68 mln)» si legge sulla dettagliata scheda di Palazzo San Giacomo. Spicca il prolungamento della linea 6 fino a Bagnoli con oltre 400 milioni nella speranza che la nuova Bagnoli divenga presto realtà. Tutte opere che devono essere completate entro 5-7 anni e con la metro che arriva a Bagnoli Napoli avrebbe, appena ultimata, oltre al metrò dell’arte anche il metrò del mare. La prima tormentata tratta della linea 6 finita nel calderone dei mondiali di calcio del 1990 ha pure funzionato per qualche anno ed è relativa al collegamento Mostra-Mergellina, è già stata aperta al pubblico nel febbraio 2007, con 4 fermate che corrispondono alle stazioni di Mostra, Augusto, Lala e Mergellina. Stazione disegnate dall’architetto Uberto Siola.

La seconda tratta della linea 6 è quella relativa al collegamento Mergellina-Municipio e dispone di 4 stazioni che seguono quella di Mergellina e che sono Arco Mirelli, San Pasquale, Chiaia e Municipio. E grazie al Recovery plan si arriverà a Campegna e a Bagnoli. Oltre alla metro spicca la riqualificazione di via Brin e soprattutto i 68 milioni per rifare 43 strade della città che sono una gruviera.

L’INCLUSIONE
È la seconda macro-categoria e vale la bellezza di 630,6 milioni e comprende un programma di interventi per l’edilizia residenziale pubblica, tra cui: «Il completamento del programma di edilizia abitativa sostitutiva nei quartieri di Pianura, Soccavo, Chiaiano (219 mln); la riqualificazione del complesso di edilizia residenziale pubblica Taverna del Ferro (65 mln); il completamento del programma Restart Scampia e interventi di rigenerazione urbana (63 mln); interventi integrati per il centro storico resiliente (100 mln); consolidamento del Real Albergo dei Poveri e sua rifunzionalizzazione (150 mln) e azioni finalizzate alla tutela di minori e anziani (25 mln)». Il programma di riqualificazione delle case di edilizia popolare sinonimo di inferno metropolitano e la costruzione di nuovi alloggi in aree ultrapopolari e depresse sotto il profilo economico è la parte qualificante di questi investimenti che dovrebbero risarcire decine di migliaia di napoletani letteralmente abbandonati a loro stessi. Non a caso la geografia degli interventi tocca gli estremi lembi del territorio di tutte le periferie: da nord a sud e da est a ovest di Napoli. Con due chicche: 65 milioni per rifinanziare Restart Scampìa dove devono cadere altre tre Vele e i 25 milioni per bambini e anziani esclusivi per la loro tutela. Con dentro il rilancio dell’Albergo dei Poveri per il quale è prevista una spesa di 150 milioni.


RIVOLUZIONE VERDE
Terzo asse per lo sviluppo dal valore di 114,6 milioni. «La terza area tematica punta ad incrementare la sostenibilità ambientale della città prevedendo interventi di riassetto dei sotto-servizi fognari, interventi di tutela del sottosuolo e sistemi di drenaggio urbano e sistemazione idrogeologica del territorio» spiega Piscopo. Più concretamente la «sistemazione idrogeologica dei versanti della Contrada Pisani (40 mln); creazione del Parco lineare di Poggioreale, cioè collegamento con la cittadella giudiziaria, (40 mln); il completamento della Conca di Agnano (14 mln); adeguamento del collettore Arena Sant’Antonio (8.5 mln); il riassetto idrogeologico e adeguamento della rete fognaria dell’area di Fuorigrotta (5.3 mln) e gli impianti di compostaggio di comunità (1.8 mln)». Nella sostanza, si tratta della messa in sicurezza di territori fragili e sempre a rischio come l’area di Contrada Pisani a Pianura dove con le piogge ci scappano sempre delle frane e il collettore dell’Arena Sant’Antonio che consentirà di gestire meglio le acque nere e l’intero sistema fognario in generale. E poi il recupero dei binari tra Garibaldi e Poggioreale per la creazione del «Parco lineare» che porterà la riqualificazione di un’area che tornerà a essere centrale con la messa in funzione della stazione della metro di Poggioreale ultima tratta prima della chiusura dell’anello dell’intera Linea 1 con la stazione Capodichino a ridosso dell’aeroporto. 


LA DIGITALIZZAZIONE
La quarta categoria - che vale 33,4 milioni - riguarda misure di digitalizzazione e innovazione dei servizi ai cittadini, e in particolare: «Servizi di connettività e sicurezza nell’ambito del sistema pubblico di connettività (4.8 mln) e la realizzazione di una rete in fibra ultraveloce di proprietà esclusiva del Comune (28.670 mln)». Palazzo San Giacomo con questa innovazione punta a far comunicare velocemente tutte le banche dati per migliorare il servizio verso i napoletani da un lato e dall’altro dare la caccia agli evasori fiscali con una formidabile arma in più.

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