Bassolino e la stoccata sul Reddito:
«I dem lo hanno regalato a M5S»

Bassolino e la stoccata sul Reddito: «I dem lo hanno regalato a M5S»
di Dario De Martino
Giovedì 29 Settembre 2022, 08:24 - Ultimo agg. 30 Settembre, 09:33
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«Il reddito di cittadinanza l’abbiamo inventato noi in Regione, l’abbiamo regalato al M5S». È uno dei passaggi più significativi della “tirata d’orecchie” di Antonio Bassolino al Pd. Alleanze sbagliate, candidature slegate dal territorio e un’identità perduta, le accuse principali. L’affondo di Bassolino è avvenuto nel corso di un incontro alla fondazione Sudd. Un’assemblea vecchia maniera. Analitica e appassionata, con lunghi interventi dalla platea. Quasi tre ore di discussione. Prevalgono i capelli bianchi (non manca qualche volto più giovane) e i mugugni sono tanti. «Cosa siamo diventati», si lamentano tanti nostalgici della sinistra che fu. Ma non solo. Si respira anche preoccupazione per il futuro della sinistra, del Paese, dei figli e nipoti dei presenti. Si contestano, nemmeno troppo velatamente, i dirigenti locali e nazionali del Pd incapaci di trovare un’identità al partito. Ci sono anche tante proposte ma fanno emergere sempre la stessa contraddizione: un centrosinistra che non ha mai davvero unito il suo centro e la sua sinistra. In questo clima Antonio Bassolino propone la sua analisi del voto politico.

«Serve molto più di un congresso ma una riflessione di fondo sull’identità del partito», dice in avvio l’ex sindaco e governatore. E la riflessione è in effetti molto lunga. Il consigliere comunale di opposizione a Manfredi, davanti ad una cinquantina di persone riunite in una piccola saletta, intorno alle 17 apre il pomeriggio con la sua analisi del voto. Poi, dopo i numerosi interventi dei presenti, le conclusioni dello stesso Bassolino, quando sono ormai quasi le 20. L’ex sindaco, che del Pd fu uno dei fondatori prima di lasciarlo, snocciola dati: «Gli operai non votano il Pd. Le persone in difficoltà economica nemmeno. I giovani neppure. Se non abbiamo il nostro riferimento nei lavoratori e nelle persone in difficoltà, dove lo abbiamo?». La platea, tra cui si nota l’attuale consigliere comunale Dem Aniello Esposito, riferimento dell’area Est, annuisce convinta. A Bassolino non sfugge il dato elettorale del Movimento 5 Stelle al Sud e Napoli: «Hanno ottenuto un risultato significativo, nonostante abbiano perso tanti voti rispetto alle ultime politiche. Un risultato ottenuto grazie al reddito di cittadinanza ma anche grazie al bonus edilizio e alla figura di Giuseppe Conte». Ma qui non manca una rivendicazione personale e una tirata d’orecchie al Pd: «Il reddito di cittadinanza lo abbiamo inventato noi in Campania durante la mia amministrazione e lo abbiamo portato avanti per cinque anni. Ma quando si sceglie di voltare pagina la storia scompare. Potevamo rivendicarlo il Pd, l’ha regalato al M5S».

Poi l’attacco sulle candidature «calate dall’alto e senza legame per il territorio. Dispiace per tante persone valide rimaste fuori per tenere dentro garantiti e supergarantiti». Anche sulla gestione delle alleanze, come tanti, Bassolino è critico: «Il centrodestra, che ha molte divisioni interne, si è presentato unito guardando al sistema elettorale. Il centrosinistra è rimasto diviso e il risultato è stato quello che è stato». Di Giorgia Meloni, futura premier del Paese, Bassolino parla di una «donna giovane, combattiva e che viene dalla gavetta» pur precisando che «è lontanissima di me». Per Bassolino la vittoria del centrodestra trainato da Fratelli d’Italia «è un risultato di portata storica, più del successo del Polo delle libertà di Berlusconi nel 1994». Infine l’ex governatore cavalca anche il suo vecchio cavallo di battaglia: «L’astensionismo si conferma sempre di più il partito più forte del Paese. Basta ai giudizi moralistici verso chi non vota, bisogna analizzare la questione più nel profondo». Da consigliere comunale non manca un riferimento finale all’amministrazione Manfredi: «Mi auguro, che ad un anno dall’insediamento, venga fatto un bilancio.

E spero che non vengano declinati solo al futuro ma anche al passato per spiegare cosa è stato fatto».

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