Regionali Campania 2020, Crimi apre al Pd: «Pronti al patto ma via De Luca»

Regionali Campania 2020, Crimi apre al Pd: «Pronti al patto ma via De Luca»
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 5 Marzo 2020, 07:30
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Dopo la Liguria tocca alla Campania: saranno i militanti M5s a votare (forse lunedì) sulla solita piattaforma Rousseau se allearsi o non con il Pd. E la situazione se da un alto sembra sbloccarsi, dall'altro si complica. Perché Vito Crimi, il leader politico grillino conferma il no a De Luca e rilancia il nome del ministro Costa. Senza contare l'improvvida convocazione del tavolo di coalizione di centrosinistra (oggi alle 15) da parte del segretario regionale Pd a trazione deluchiana Leo Annunziata. Con i grillini che annunciano di disertare e il relativo imbarazzo di una parte del Pd stesso e tutte le forze di governo come Articolo 1 e Italia viva: «Che senso ha questa riunione alla vigilia delle scelte dell'M5s ad un passo dall'alleanza?», si domandano. E sarebbe in dubbio addirittura la presenza del segretario napoletano Marco Sarracino che nel frattempo apre alle alleanze nei comuni a cominciare da Giugliano e Pomigliano. E, ulteriore imbarazzo, la riunione di oggi pomeriggio rischia di essere il remake della direzione regionale convocata alla vigilia del voto del Senato e bollata sempre come intempestiva dai democrat stessi.

In Liguria si prevede un voto a favore dell'alleanza con il Pd. Ma lì la situazione è più facile: c'è un governatore uscente di centrodestra e tutti sono ben disposti a convergere su un nome unico per sconfiggere Giovanni Toti. In Campania, invece, rischia di complicarsi proprio la strada democrat. «Per la Campania - dice Vito Crimi, il leader politico succeduto a Luigi Di Maio - abbiamo individuato in un uomo delle istituzioni, Sergio Costa, una figura ampiamente condivisa, in grado di parlare a tanti mondi, incarnando quei valori di legalità e tutela dell'ambiente che per noi sono prioritari e dei quali la Campania ha estremo bisogno. In tanti ci hanno manifestato la volontà di affiancarci in questo percorso e siamo convinti che sarà un ampio fronte, che potrà portare il riscatto di quel territorio. È arrivato il momento, per chi non l'ha ancora fatto, di decidere da che parte stare». È l'apertura verso il Pd ma la conferma implicita del no al governatore uscente Vincenzo De Luca. Senza contare come il passo verso i democrat si appalesa solo in Liguria e Campania perché nelle altre 4 regioni in cui si vota i grillini hanno deciso di andare da soli. 
 


Una chiusura verso De Luca che arriva anche dai vertici campani che confermano di disertare il tavolo di coalizione di oggi: «Vito Crimi mi ha informata di aver ricevuto dal segretario regionale Annunziata, l'invito a partecipare al tavolo rivolto alle forze di centro-sinistra, per definire una strategia comune in vista delle prossime elezioni regionali. Un invito che Crimi è stato costretto a declinare», spiega la capogruppo grillina in consiglio regionale Valeria Ciarambino. Che aggiunge: «C'è stata la disponibilità a rinunciare al proprio candidato presidente proponendo un uomo delle istituzioni, Sergio Costa. Per poter realizzare un cambiamento autentico e coraggioso, auspichiamo un'analoga disponibilità da parte del Pd a rinunciare alla candidatura di De Luca. Condizione che è imprescindibile e precede la possibilità di sedere a qualunque tavolo».

E se oggi votano i grillini liguri, lunedì dovrebbe essere il turno dei campani con un quesito ancora da decidere. Molto probabilmente un'unica domanda a risposta secca per chiedere se i militanti sono disposti ad allearsi con i democrat convergendo sul nome del ministro dell'Ambiente. Non è scontato il sì (a differenza della Liguria dove i bookmakers politici ipotizzano l'accordo) e nemmeno se i democrat siano alla fine disponibili non solo a piegarsi sul ministro Costa ma anche a stoppare, e come, il governatore uscente che già da mesi è in campagna elettorale. Difficile se non impossibile una rinuncia a questo punto per l'ex sindaco di Salerno che, naturalmente, rivendicherà la sua naturale ricandidatura.
Ed è, quindi, una strada ancora non dritta e, anzi, piena di incognite. Che solo parzialmente il voto grillino della prossima settimana riuscirà a spazzare via. 

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