Dopo la Liguria tocca alla Campania: saranno i militanti M5s a votare (forse lunedì) sulla solita piattaforma Rousseau se allearsi o non con il Pd. E la situazione se da un alto sembra sbloccarsi, dall'altro si complica. Perché Vito Crimi, il leader politico grillino conferma il no a De Luca e rilancia il nome del ministro Costa. Senza contare l'improvvida convocazione del tavolo di coalizione di centrosinistra (oggi alle 15) da parte del segretario regionale Pd a trazione deluchiana Leo Annunziata. Con i grillini che annunciano di disertare e il relativo imbarazzo di una parte del Pd stesso e tutte le forze di governo come Articolo 1 e Italia viva: «Che senso ha questa riunione alla vigilia delle scelte dell'M5s ad un passo dall'alleanza?», si domandano. E sarebbe in dubbio addirittura la presenza del segretario napoletano Marco Sarracino che nel frattempo apre alle alleanze nei comuni a cominciare da Giugliano e Pomigliano. E, ulteriore imbarazzo, la riunione di oggi pomeriggio rischia di essere il remake della direzione regionale convocata alla vigilia del voto del Senato e bollata sempre come intempestiva dai democrat stessi.
In Liguria si prevede un voto a favore dell'alleanza con il Pd. Ma lì la situazione è più facile: c'è un governatore uscente di centrodestra e tutti sono ben disposti a convergere su un nome unico per sconfiggere Giovanni Toti. In Campania, invece, rischia di complicarsi proprio la strada democrat. «Per la Campania - dice Vito Crimi, il leader politico succeduto a Luigi Di Maio - abbiamo individuato in un uomo delle istituzioni, Sergio Costa, una figura ampiamente condivisa, in grado di parlare a tanti mondi, incarnando quei valori di legalità e tutela dell'ambiente che per noi sono prioritari e dei quali la Campania ha estremo bisogno. In tanti ci hanno manifestato la volontà di affiancarci in questo percorso e siamo convinti che sarà un ampio fronte, che potrà portare il riscatto di quel territorio. È arrivato il momento, per chi non l'ha ancora fatto, di decidere da che parte stare». È l'apertura verso il Pd ma la conferma implicita del no al governatore uscente Vincenzo De Luca. Senza contare come il passo verso i democrat si appalesa solo in Liguria e Campania perché nelle altre 4 regioni in cui si vota i grillini hanno deciso di andare da soli.
Una chiusura verso De Luca che arriva anche dai vertici campani che confermano di disertare il tavolo di coalizione di oggi: «Vito Crimi mi ha informata di aver ricevuto dal segretario regionale Annunziata, l'invito a partecipare al tavolo rivolto alle forze di centro-sinistra, per definire una strategia comune in vista delle prossime elezioni regionali. Un invito che Crimi è stato costretto a declinare», spiega la capogruppo grillina in consiglio regionale Valeria Ciarambino. Che aggiunge: «C'è stata la disponibilità a rinunciare al proprio candidato presidente proponendo un uomo delle istituzioni, Sergio Costa. Per poter realizzare un cambiamento autentico e coraggioso, auspichiamo un'analoga disponibilità da parte del Pd a rinunciare alla candidatura di De Luca. Condizione che è imprescindibile e precede la possibilità di sedere a qualunque tavolo».
E se oggi votano i grillini liguri, lunedì dovrebbe essere il turno dei campani con un quesito ancora da decidere. Molto probabilmente un'unica domanda a risposta secca per chiedere se i militanti sono disposti ad allearsi con i democrat convergendo sul nome del ministro dell'Ambiente. Non è scontato il sì (a differenza della Liguria dove i bookmakers politici ipotizzano l'accordo) e nemmeno se i democrat siano alla fine disponibili non solo a piegarsi sul ministro Costa ma anche a stoppare, e come, il governatore uscente che già da mesi è in campagna elettorale. Difficile se non impossibile una rinuncia a questo punto per l'ex sindaco di Salerno che, naturalmente, rivendicherà la sua naturale ricandidatura.