Regionali Campania 2020, è bagarre al Comune di Napoli: gli uomini di Dema con De Luca

Regionali Campania 2020, è bagarre al Comune di Napoli: gli uomini di Dema con De Luca
di Valerio Esca
Domenica 23 Agosto 2020, 10:04
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Il Comune irrompe nella campagna elettorale per le regionali. In fuga da de Magistris consiglieri comunali, presidenti di Municipalità, ex assessori arancioni. Ciò che fa più specie è che alla fine la scelta del sindaco di non voler scendere in campo in prima persona nella corsa a Palazzo Santa Lucia ha di fatto lanciato tra le braccia di De Luca un nutrito gruppo di consiglieri della sua maggioranza, o quello che ne resta. Una scelta, quella di restare fermi ai box, che all'ala movimentista del primo cittadino, Insurgencia su tutti, non è andata giù. Tanto da presentare una lista «Terra», che aggrega vari pezzi della sinistra napoletana, con 27 candidature nella sola provincia di Napoli. Qualcuno ha letto la non discesa in campo di demA come una resa, mentre lo stesso primo cittadino ha sempre ribadito la sua volontà di rimanere in sella a Palazzo San Giacomo fino alla fine del mandato, maggio 2021: «Napoli ha bisogno di me» il motto dell'ex pm degli ultimi mesi.

TUTTI I CANDIDATI E LE LISTE 

Nella corsa per un posto da consigliere regionale spicca il nome di Nino Simeone, candidato con la lista civica De Luca presidente. Il numero uno della commissione mobilità del Consiglio comunale ha espresso più volte parere critico verso le politiche adottate dal sindaco e nelle ultime sedute dell'assemblea cittadina ha mostrato i muscoli con interventi durissimi nei confronti dell'amministrazione. A sorpresa, con De Luca, è scesa in campo anche Maria Caniglia, giovane presidente della commissione Welfare, che nell'ultimo rimpasto al Municipio è stata ad un passo dall'entrare in giunta. Una fumata bianca che però non è mai arrivata. La Caniglia, corteggiata a lungo dalle liste di centrodestra, in primis Forza Italia e Fratelli d'Italia, alla fine ha detto sì alla lista Fare democratico con De Luca. Nel risiko delle candidature c'è anche quella di Mario Coppeto, capogruppo della sinistra in Consiglio comunale, che scende in campo con Democratici e Progressisti per De Luca. La grande fuga della maggioranza arancione si completa con l'attuale numero due del Consiglio comunale, Fulvio Frezza, fedelissimo di de Magistris da nove anni, che correrà per «+Campania in Europa» con De Luca, Gabriele Mundo che invece scende in campo con Italia Viva e Stefano Buono con Davvero-il partito animalista. Tracce arancioni si hanno soltanto nella lista Terra, dove si è invece candidato Salvatore Pace. Al netto del gioco di parole «Pace in Terra», il consigliere comunale di demA sarà l'unica figura legata a doppio nodo al partito del sindaco. Altro pezzo che si è staccato dall'universo filo-arancione è il presidente della seconda Municipalità Francesco Chirico, da sempre molto vicino all'assessore Alessandra Clemente, in corsa con Davvero. A sorpresa nella lista Europa-Demos (a sostegno del governatore De Luca) l'ex assessore al Welfare Roberta Gaeta, in giunta con de Magistris per ben sei anni.

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Chiaro che se non dovessero essere eletti, i consiglieri comunali torneranno tra i banchi di via Verdi portando l'assemblea cittadina a galleggiare fino a maggio prossimo. Nessuno ha interesse a far cadere il Comune prima del tempo e alla fine, come sempre, prevarrà lo spirito di conservazione della poltrona. Guardando al dopo elezioni, l'ultimo voto spinoso per l'amministrazione comunale sarà quello del bilancio preventivo da approvare entro settembre-ottobre. Una volta sfangato il rischio di andare a casa sul voto del previsionale sarà una lunga agonia che porterà direttamente alle prossime comunali. Da piazza Municipio trapela intanto una riflessione che il sindaco starebbe portando avanti in questi giorni. Pare che dopo le regionali possa intervenire nuovamente con un mini-rimpasto, l'ultimo della sua era. Sembrerebbe essere tornato in corsa per un posto in giunta Marco Gaudini, consigliere comunale ex Verde, più volte entrato Papa e uscito cardinale dai rimpasti di de Magistris.

Un cambio, forse due, propedeutici alla traghettata di fine mandato, raccogliendo così anche qualche deluso del Consiglio comunale.

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