Regionali Campania 2020, pressing della Lega ma Forza Italia fa muro su Caldoro

Regionali Campania 2020, pressing della Lega ma Forza Italia fa muro su Caldoro
di Valentino Di Giacomo
Sabato 8 Febbraio 2020, 10:40 - Ultimo agg. 11:24
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In operosa attesa. Se fosse una commedia sarebbe Aspettando Godot dove l'emblematico protagonista dell'opera di Beckett è il candidato del centrodestra in Campania. In realtà ci sarebbe Stefano Caldoro, apprezzato dall'intera coalizione, sostenuto e difeso da Silvio Berlusconi e dai vertici locali di Fi. «Il nome di Caldoro - ha detto il coordinatore di Fi, Mimmo De Siano, replicando al commissario campano leghista, Nicola Molteni, tiepido sull'ex governatore in un'intervista rilasciata ieri al Mattino - è stato concordato con tutti, con lo stesso metodo che ha portato alle legittime indicazioni in Umbria e in Emilia della Lega, ora concentriamoci sui temi». Dopo la sconfitta in Emilia però Salvini (che sarà a Napoli il 18 febbraio) ha strappato: «Viste le proporzioni dei consensi che ci indicano primo partito - ha spiegato a Berlusconi e Meloni - voglio almeno un candidato presidente in Puglia o Campania».

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Sulle possibilità di successo del blitz leghista sono scettici in realtà anche dalle parti del Carroccio, ma intanto la Lega sta cercando candidati soprattutto nella società civile. Non nasconde, ad esempio, di essere stato cercato Gennaro Sangiuliano, napoletano e attuale direttore del Tg2, stimato tanto da Salvini quanto da Berlusconi. Il giornalista non è però convinto di scendere in campo e per fargli accettare la sfida servirebbe sicuramente un pressing asfissiante. «Non nego - dice al Mattino - che tanta attenzione alla mia persona faccia piacere, la prendo come un attestato di stima, soprattutto perché mi sento intimamente figlio di questa regione e ne conosco il valore nella cultura e nelle grandi potenzialità umane e sociali. Però sono innamorato del mio lavoro, oggi impegnato a fare del Tg2 un prodotto editoriale di qualità». In passato c'è stato più di un contatto tra Salvini e Sangiuliano, ma fino ad ora senza esito. «Seguo con passione civile le vicende della Campania e - racconta il direttore - da intellettuale mi batto per la reindustrializzazione del Sud, per il lavoro ai giovani, per la qualità dell'ambiente e la cura del territorio. Ma posso farlo scrivendo libri e raccontando la realtà». E se Sangiuliano si smarca, altrettanto fa l'armatore Guido Grimaldi. Giovane, una passione per i concorsi ippici, anche Grimaldi è stato cercato dal Carroccio, ma per ora sia lui che la famiglia preferiscono essere prudenti. Meno probabili al momento i nomi dell'ex rettore di Salerno, Aurelio Tommasetti, e dell'influente europarlamentare Valentino Grant, che è stimatissimo da Salvini.
 


Dietro la mossa di stoppare la trattativa in Campania e Puglia - dove lo scontro è ben più forte su Raffaele Fitto di Fdi - Fi vede un gioco al rialzo di Salvini per le future tornate elettorali. Il vero obiettivo del leader del Carroccio non sarebbero le Regioni, ma avere un sindaco nelle grandi città. Non è un caso che dopo la sconfitta in Emilia, il Capitano si sia concentrato a spiegare come la Lega sia molto forte in provincia e meno radicata nei grandi centri urbani. Milano, Roma e probabilmente anche Napoli sono i veri approdi ai quali punta Salvini. E ieri - in un'intervista al Mattino - lo stesso coordinatore leghista, Nicola Molteni, ha dedicato un passaggio proprio al futuro sindaco di Napoli. Certo, non è un mistero che nella Lega ci sia comunque fibrillazione dopo che in Emilia il Carroccio si è intestato una sconfitta mentre in Calabria, con Jole Santelli, Fi ha ottenuto una prevedibile vittoria. La mossa di Salvini di far saltare il banco serve al leader anche per frenare i mal di pancia interni. Non pochi.

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Eppure dalle parti di via Bellerio sono consapevoli che alzando la posta in Campania si rischia di spaccare il fronte.
Forza Italia difficilmente potrebbe accettare - tanto più dopo gli ottimi risultati in Calabria - di cedere il proprio candidato governatore agli altri partiti della coalizione. Un colpo di mano che genererebbe, a catena, la spaccatura del fronte con i forzisti campani pronti a defilarsi dall'alleanza. Ma la situazione resta molto fluida e tutto può ancora succedere. 

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