Regionali Campania 2020, il grande gelo del Pd su De Luca

Regionali Campania 2020, il grande gelo del Pd su De Luca
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 7 Febbraio 2020, 07:00 - Ultimo agg. 12:11
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Alla fine all'atteso incontro con il vicesegretario nazionale Pd Andrea Orlando, il governatore De Luca non arriverà. Perché impegnato, dicono a palazzo Santa Lucia, in una riunione sui trasporti prolungatasi oltre il dovuto e anche a causa di uno sparuto presidio di disoccupati che, fa sapere il suo staff, gli ha impedito di partecipare. Capita. Ma alla platea riunita nella sede del Pd non sfugge la freddezza tra l'ex ministro della Giustizia e il governatore e, anche, che i due non hanno contatti. «Non lo sento da qualche mese», dice con un certo distacco il vice di Nicola Zingaretti. E aggiunge: «Ho visto che mi ha cercato tramite la batteria (il centralino del Parlamento, ndr), non sono riuscito a rispondergli...». Bastano questi particolari, non affatto irrilevanti, per raccontare come i rapporti tra il vice segretario del Pd e il governatore della Campania siano freddi. Anzi glaciali.

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L'occasione per vedere allo stesso tavolo il governatore uscente e il dirigente era la presentazione del libro di Andrea America: sarebbe stato il faccia a faccia tra il governatore ansioso di ricandidarsi e l'alto dirigente del partito teorico, come pure Zingaretti, di un'alleanza con i grillini per battere la destra in Campania. E un patto del genere, è noto, porta verso un'uscita dal campo dell'ex sindaco di Salerno. Che, sia chiaro, per il momento è un risiko sulla carta che non vede la traduzione fattiva per le prossime regionali. Specie in Campania. Ma serve tempo, lo fa capire più volte Orlando, e si deve discutere tutto dopo il voto suppletivo del 23 febbraio che potrebbe aprire scenari nuovi. Senza contare come quello attuale risulta teso. Molto teso. A cominciare dalla prova di forza dei deluchiani campani che vogliono usare la direzione regionale del 17 febbraio per dare il via libera alla ricandidatura di De Luca. In modo che ci sia un rien va plus che metta alle strette il Nazareno. Una mossa che non è affatto piaciuta ai vertici nazionali del partito che oggi, in direzione, verificheranno se e come annullare l'assise napoletana. «Serve calma, prima c'è il voto del 23: sarebbe consigliabile rinviarla», fa sapere ieri sera Orlando a margine dell'iniziativa. Qualche metro più in là, c'è Leo Annunziata, il segretario campano Pd di stretta osservanza deluchiana, che ha intuito il campo minato e cerca di smorzare: «Ma è solo un luogo di incontro...». Si vedrà. Intanto per la direzione del Pd campano finita nell'occhio del ciclone non sono ancora partite le convocazioni ma è stata solo annunciata, e caricata di aspettative, da Piero De Luca, il deputato primogenito del governatore. Vedremo oggi in direzione nazionale dove si tenterà di far saltare o comunque silenziare questa assise e riparlarne dopo il voto dell'ultima domenica di febbraio.
 
 

L'ex ministro della Giustizia la prende alla lontana. E cita il caso della Liguria dove in molti lo vorrebbero candidato presidente: «Non intendo farlo e non sono il profilo migliore: è ragionevole mettere al primo punto un'alleanza larga e un nome civico», strizzando l'occhiolino ai grillini che in quella regione, a differenza della Campania, sarebbero disposti a fare un'alleanza contro il centrodestra.

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E si arriva a Napoli dove difende la candidatura di Sandro Ruotolo: «Serviva allargare il campo con un nome che non fosse proiezione dei singoli partiti. E se vuoi costruire un campo più largo, le esperienze devono venire da altri mondi». E in questa scelta non c'è nessuna alleanza con il sindaco di Napoli: «Nessun patto o matrimonio con lui. Riteniamo che la città sia amministrata male e de Magistris è in caduta libera ma ha ancora una certa forza elettorale». «E poi Ruotolo - ironizza - non mi pare un guerrigliero del Salvador...». Eccolo il modello che ha in testa il vicesegretario: un nome che allarghi la squadra. «Bisogna partire da quest'esperienza di governo ma se vogliamo allargare dobbiamo aprire e dialogare anche con chi non è d'accordo. Non ho mai visto vincere delle elezioni solo rivendicando quanto fatto», precisa con una frecciata che è diretta al governatore. Le sardine che hanno bocciato De Luca? «Ragioniamo e parliamone, discutiamo. Qualunque movimento civico è importante e in Emilia loro sono stati determinanti per la vittoria». Ma tutto questo lavoro di alleanze entra nel vivo solo a fine mese: «Un minuto dopo le suppletive». Ma partendo dal governatore uscente. Sì ma per andare dove? «In Campania il nome da proporre è De Luca, è il nome con cui andremo al confronto con le altre forze politiche. Ma il partito - conclude Orlando - deve valutare i pro e i contro di diversi scenari». 
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