Regionali Campania 2020, Costa apre: «Patto Pd-M5S anche su terzo nome»

Regionali Campania 2020, Costa apre: «Patto Pd-M5S anche su terzo nome»
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 21 Febbraio 2020, 08:00 - Ultimo agg. 17:22
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«Più che un nome ora, prima serve una sintesi di idee e progetti». Anche se fosse un nome terzo, alternativo a Costa e De Luca? «Il nome è una derivazione, prima occorre trovare il percorso». A parlare, per la prima volta, dell'investitura a candidato governatore della Campania è proprio il diretto interessato: il ministro dell'Ambiente Sergio Costa che, nel frattempo, gira come una trottola tra l'Italia e l'estero da paladino delle tematiche ambientali. Appena rientrato dall'India, è già in partenza per Oslo con destinazione Polo Nord per verificare sul campo il riscaldamento climatico.

Ministro Costa, intanto la settimana prossima sbarca a Napoli per il bilaterale Italia-Francia.
«È un importante appuntamento internazionale con il presidente Mattarella e il Premier, con un bilaterale con la mia collega francese per fare il punto sul lavoro di tutela ambientale messo in campo sinora: in previsione della decarbonizzazione al 2050 sino al rispetto dell'accordo siglato a Parigi. Un primo punto in attesa della conferenza di Glasgow dove si confronteranno i paesi della Ue e i paesi che hanno più a cuore questo problema: noi, la Francia, la Spagna, i Paesi Bassi e la Germania».

Non solo perché il giorno dopo, venerdì prossimo, ha convocato in prefettura a Napoli un comitato per la sicurezza.
«Incontrerò prima i sindaci all'Anci, che sulle tematiche dell'ambiente e dello smaltimento rifiuti, sono i frontman sul territorio e i primi titolari delle tutele ambientali di prossimità e per questo i principali interlocutori istituzionali; poi, nel pomeriggio, i prefetti di Napoli e Caserta, i vertici delle forze dell'ordine e il referente della cabina di regia di Palazzo Chigi per la terra dei fuochi. Dobbiamo fare il punto della situazione».

E quale è? I roghi continuano e il ciclo dei rifiuti funziona a singhiozzo.
«Facciamo partire un piano operativo su due versanti. Da un lato gli investigatori e il presidio del territorio, per articolare la guerra ai criminali in un'area vasta che comprende i 90 comuni tra il basso Casertano e quelli a Nord di Napoli; dall'altro il tema della gestione del ciclo dei rifiuti che va affrontato con gli amministratori. E non metterei le due cose sullo stesso piano. E poi subito dopo discuteremo dell'emergenza dei roghi agli impianti. Anche se il fenomeno si è attenuato per le nuove norme previste nei decreti sicurezza».

Rimanendo su Napoli, i grillini l'altro giorno l'hanno lanciata come candidato presidente, invitando il Pd ad aderire. E molti democrat sono rimasti spiazzati.
«Anzitutto ringrazio Valeria Ciarambino, candidata naturale e più accreditata, che ha proposto il mio nome. Ringrazio lei come tutto il movimento e anche i molti ambienti, non solo politici ma anche della società civile, che hanno fatto endorsement, in pubblico e privato, nei miei confronti».

Quindi lei vede possibile un patto con il Pd sul suo nome?
«Guardi il tema è un altro: io sono per il dialogo e per una sintesi. E se noi vogliamo costruire un laboratorio si deve parlare anzitutto di programmi e di soluzioni per i cittadini e non di appartenenza politica: sono un servitore dello Stato e devo preoccuparmi del benessere del cittadino, di quali progetti voglio mettere in campo su sanità e scuola, ad esempio. Tutte cose che non appartengono solo al movimento ma alla cittadinanza tutta. Vorrei, anzitutto, che si affrontasse questo percorso di integrazione politica e non di mero colore politico».

Un progetto sul modello del governo Pd-M5s dove lei siede?
«Serve un patto in cui ci confrontiamo tutti assieme in nome dei valori e delle cose da fare per il bene dei campani e non per i partiti».

Il Pd ha il suo candidato: il governatore uscente De Luca.
«Ripeto: è necessario sedersi ad un tavolo e trovare una sintesi».

Anche su un terzo nome che non sia il suo o quello di De Luca?
«Non sono un narciso ed il nome è solamente una derivazione del percorso che le dicevo prima».

Intanto lei e il governatore avete avuto già qualche attrito all'inizio dell'anno.
«Sono ordinarie dialettiche di un confronto continuo come c'è con tutti i presidenti di Regione, a prescindere dal colore politico: prima c'è un confronto, poi c'è una mediazione. Guardi io ho rapporti eccellenti con tutti, centrodestra e centrosinistra, e al centro di ogni cosa c'è il lavoro senza mettere bandierine politiche. Perché non è questione personale ma istituzionale».

Perdoni, lei è uno degli alfieri della rivoluzione verde di questo governo: non è un paradosso vietare le bottiglie di plastica in Italia mentre in altri paesi non si tutela affatto l'ambiente?
«Sono appena tornato dall'India per la seconda volta. È il secondo Paese al mondo più popolato dopo la Cina e nel giro di due anni, con 1,4 miliardi di abitanti, diventerà il primo: con un carico antropico enorme. E il presidente indiano ha intrapreso un percorso di tutela ambientale: dalla riduzione della plastica ai particolati nell'aria sino alla produzione di energia da fonti rinnovabili e alla raccolta differenziata. È un percorso lungo ma almeno si inizia, e il mio ministero non è andato lì in semplice rappresentanza ma per esportare le tecnologie italiane. Che sono enormi in questo campo: dalla depurazione delle acque alle rinnovabili. Una grande occasione ambientale ed economica».

Intanto non passa giorno che le scaramucce minino l'esecutivo. Ma dura questo governo?
«Dura tranquillamente sino alla fine della legislatura.

Guardi io partecipo a tutti i Cdm e vedo molto dialogo: non si hanno vedute identiche certo ma consimili. E ogni volta si esce dalle riunioni in modo molto sereno. Perché è quello il luogo del confronto e non, con tutto il rispetto, giornali e tv». 

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