Regionali Campania 2020, la doppia partita di De Luca e de Magistris in vista delle elezioni

Regionali Campania 2020, la doppia partita di De Luca e de Magistris in vista delle elezioni
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 21 Maggio 2020, 08:30 - Ultimo agg. 10:24
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Le partite del Comune e della Regione ora sono irrimediabilmente intrecciate. Al netto, ovviamente, del prossimo incontro tra il sindaco de Magistris e il presidente De Luca. Il primo ormai con una maggioranza in bilico ed in cerca di una sponda e il secondo, con il Pd, che punta a incassare il sostegno dell'ex pm alle regionali, legandolo alle comunali. Che si voti in autunno o l'anno prossimo.

Dopo tre anni di grande freddo il sindaco de Magistris ha archiviato all'improvviso attacchi e veleni, anche risalenti a qualche giorno fa, per telefonare De Luca e chiedergli un incontro. Ufficialmente per gestire la fase post Covid dopo il 3 giugno. E anche ieri ne parla ai microfoni di una tv nazionale. «Trovo assolutamente normale che ci sia una interlocuzione tra il sindaco e il presidente di Regione. Ho voluto chiamarlo in un momento così complesso e ci incontreremo nelle prossime ore. Sono convinto che sarà un incontro fruttuoso». Vedremo anche perché De Luca è uno che non dimentica facilmente gli affronti. Ma de Magistris ribadisce che negli ultimi anni l'interlocuzione tra i due «è stata difficile e non per mia volontà. Penso che Napoli e la Regione debbano necessariamente - aggiunge - interloquire sul piano istituzionale, anche perché il governo ha abbandonato i sindaci. Cercheremo di avere un dialogo istituzionale nell'interesse delle comunità: quando c'è dialogo e rispetto istituzionale, al di là delle differenze politiche, qualche risultato arriva sempre».

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«Auspichiamo che ci sia un unico schema Comune-Regione: se sulla ricandidatura di De Luca - ragiona Nicola Oddati, responsabile Mezzogiorno della segreteria nazionale Pd - si troverà un'ampia convergenza, si lavorerà per un progetto che coinvolga tutti anche al Comune. Se la battaglia sulla Regione dobbiamo farcela da soli, poi sarà più complicato per il Comune». Anche perché nella fase post Covid nessuno nel Pd mette più in dubbio la ricandidatura di De Luca e così tutte le forze della sinistra ma si cerca di costruire un fronte molto ampio: necessario se si può dire ormai naufragato un patto con i grillini su un ipotetico nome terzo.

E sono giorni che alcuni consiglieri della maggioranza del Comune iniziano a fare pressing, anche sul sindaco, affinché si stringa un accordo con l'ex nemico De Luca. Servirebbe ai singoli consiglieri per conquistarsi la rielezione a San Giacomo. Che si voti l'anno prossimo o anche a ottobre se l'amministrazione dell'ex pm dovesse cadere entro il 27 luglio, come prevede il decreto legge del 20 aprile. Sulla carta è possibile perché c'è malumore da parte dei 4 consiglieri della Sinistra e dei due verdi e la maggioranza è appesa ad appena 4 voti.
 


Il Pd sarebbe pronto ad una mozione di sfiducia, anche concordata, e far terminare un'amministrazione ormai finita nell'angolo. «Noi siamo pronti per una candidatura di altro profilo degna di una città come Napoli», dice il segretario napoletano Pd Marco Sarracino ma resta il nodo delle firme necessarie. Sicure quelle del centrodestra ma non quelle dei tre consiglieri renziani di Italia Viva che hanno già chiarito come non staccheranno mai la spina in anticipo. Per ora rimangono con l'antirenziano per eccellenza in attesa di radicare meglio il partito e avere la forza di esprimere, magari, un nome per il candidato sindaco di Napoli. Il Pd invece accarezza di prendersi in colpo solo Regione e Comune. Quest'ultimo con una persona «capace di rendere la città finalmente europea, dinamica e capace di tornare a essere la capitale del Mediterraneo», dice Sarracino. Non c'è ancora il nome ma il sogno è portare a San Giacomo l'attuale ministro degli Affari Europei Enzo Amendola.

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