Regionali Campania 2020, centristi in ordine sparso: l'Udc va con Caldoro, molti ex dc con De Luca

Regionali Campania 2020, centristi in ordine sparso: l'Udc va con Caldoro, molti ex dc con De Luca
di Luigi Roano
Lunedì 29 Giugno 2020, 10:00 - Ultimo agg. 15:31
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Un po' di qui un po' di la, ma restano sempre l'ago della bilancia in qualsiasi competizione elettorale. E chi vuole vincere deve fare i conti con loro altrimenti il rischio di flop è elevatissimo. Del resto la loro casa naturale i moderati non ce l'hanno più da almeno un quarto di secolo di qui questo continuo oscillare. Sono - in ogni caso - il valore aggiunto al candidato che vuole vincere e non è un caso che l'uscente Vincenzo De Luca e lo sfidante principale Stefano Caldoro si stiano muovendo molto per accaparrarsi i favori di questa area politica. Come stanno le cose a oggi? Più delineata l'area moderata nel lato del centrosinistra meno chiara dal lato del centrodestra.

Nelle ultime ore - stando a quello che trapela - l'impegno di Cirino Pomicino nella contesa sembra essere un attimo più defilato ma del resto mancano ancora quasi tre mesi al voto e ci sta una fase di riflessione malgrado in questo periodo la guerra delle liste sia imperante e in tanti stanno cercando i candidati ideali. In quell'area comunque con De Luca sono schierati molti big della ex Dc. C'è Ciriaco De Mita che insieme a suo nipote Giuseppe - ex vicepresidente della Regione ai tempi proprio di Caldoro governatore in quota dell'allora Popolo delle libertà - che stanno cercando di dare vigore al progetto di «Italia Popolare». Con Giuseppe De Mita che sta riflettendo se candidarsi o meno. Quindi c'è Clemente Mastella che è già sicuro che farà una sua lista. Il sindaco di Benevento è ancora pienamente dentro la politica attiva e la lista gli serve anche per dare soddisfazione ai tanti che gli sono vicini e vogliono contribuire concretamente a questa tornata elettorale conquistando almeno un seggio. Ma non è finita qui perchè c'è ancora un altro big in campo ed è Raimondo Pasquino che non si candiderà, ma che con il suo Centro democratico porta in dote 63mila voti che 5 anni fa contribuirono alla vittoria di De Luca. Per il Pd scattarono due seggi, uno a Caserta e l'altro ad Avellino, ma mai l'assessore promesso in campagna elettorale da De Luca. Governatore preoccupato per questo screzio tuttavia la situazione sembra essere meno tesa di quello che si possa pensare come racconta lo stesso Pasquino che è il segretario regionale di Cd: «Noi siamo con il centrosinistra senza se e senza ma, lo eravamo prima della pandemia quando le cose per De Luca non andavano benissimo e a maggior ragione lo siamo oggi. Noi come De Luca ben sa non seguiamo i candidati ma il Pd il partito, cioè il progetto politico». Una precisazione, quella di Pasquino, in riferimento ad appena 4 mesi fa quando secondo i sondaggi il governatore uscente stava addirittura una decina di punti dietro Caldoro, segno che non era amatissimo soprattutto a Napoli. Oggi lo scenario è molto diverso. «Non sono candidato - conclude Pasquino - e mi sono imposto il compito di allevare una nuova classe dirigente che guarda all'Europa. Sarebbe un bene se la Regione tornasse a essere un organo di programmazione e non di gestione». Nell'area moderata deluchiana si affaccia però un nuovo polo quello di Italia viva di Matteo Renzi, lontano dalle tradizioni della Dc e per questo molto attrattivo soprattutto per i più giovani.
 


Lo scenario nel centrodestra è molto meno chiaro, ci sono i veti di Salvini su alcuni nomi nelle liste di Fi e c'è sempre Salvini che non è esattamente il modello politico di chi tiene una formazione moderata e di centro. Domani - quando ci dovrebbe essere la presentazione della candidatura di Caldoro - se ne saprà di più. Per una conferenza a cui far partecipare i coordinatori regionali di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia rispettivamente Domenico De Siano, Nicola Molteni e Antonio Iannone. Oltre ai tre partiti nella coalizione di centrodestra dovrebbero entrare anche l'Udc di Lorenzo Cesa e Gianfranco Rotondi (con il sostegno territoriale di Antonio Milo e Angelo Montemarano), la lista Cambiamo guidata a livello nazionale da Giovanni Toti e Quagliariello, Noi con l'Italia di Maurizio Lupi ed una lista di ispirazione ambientalista.
Quindi la lista Caldoro presidente formata dalla società civile. 

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