Sica: «La Lega mi ha deluso, vado con Forza Italia o Renzi»

Sica: «La Lega mi ha deluso, vado con Forza Italia o Renzi»
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 15 Luglio 2020, 09:12 - Ultimo agg. 16 Luglio, 09:29
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«Io alla Lega ho dato molto, ho provato a costruire un progetto, mi sono impegnato in tutte le campagne elettorali. Ero entusiasta per il loro modo di fare politica, non sono cambiato io, ma alcuni di loro che hanno trasformato il partito qui in Campania in una sorta di taxi da prendere al volo. Non è lo spirito di Salvini e Molteni». Ernesto Sica, oggi consigliere provinciale a Salerno, un trascorso da sindaco di Pontecagnano e da consigliere regionale, non ufficializza ancora il proprio addio al partito di Matteo Salvini. Ora valuterà l'approdo in un'altra formazione politica in vista delle prossime regionali, ma non è detto che resterà nel fronte del centrodestra.

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È evidente il suo malumore verso la Lega, perché allora non formalizza il suo addio?
«Ho chiesto un confronto con il coordinatore regionale, Nicola Molteni. Gli parlerò - come sono abituato a fare - faccia a faccia per spiegare le mie ragioni. Io credo che la politica sia anche confronto, ma per confrontarsi bisogna parlarsi».
Quindi il divorzio è vicino?
«Ho dato una disponibilità, non la accolgono. Vedo tanti amministratori, sindaci che stanno andando via per le mie stesse ragioni: non c'è coinvolgimento dei territori. E poi vedo persone che aderiscono alla Lega in segreto, che già fanno campagna elettorale senza annunciare di aver cambiato partito, penso ad esempio a Dante Santoro, consigliere comunale e provinciale a Salerno. Non è passato alla Lega ma fa il candidato. Scelte calate dall'alto senza confronto con la base».
Se lascerà la Lega dove andrà?
«Il partito di Salvini mi aveva entusiasmato, un grande partito di massa dove c'era confronto interno e volontà di creare una classe dirigente. Oggi la Lega non mi convince più anche sulla questione del garantismo che si è fermato all'Arno per poi essere sostituito dal giustizialismo qui al Sud».
Si riferisce al caso di Armando Cesaro?
«Solo un esempio, ma ce ne sono tanti. Non si può essere garantisti o giustizialisti a seconda delle convenienze».
E quindi, sulla via del garantismo, torna in Forza Italia?
«Non cerco un approdo, una casacca. Ma un'area per una riflessione. Per me fare politica è passione, non un'ossessione. Non ho avuto contatti con il coordinatore Mimmo De Siano, anche se di telefonate ne ho ricevute tante anche oggi da parte di chi chiede il mio contributo. Non mi dispiacerebbe parlare con De Siano, ma questo va al di là di una mia possibile candidatura. Ho un'esperienza di 25 anni, sono ancora giovane politicamente con i miei 48 anni, la mia avventura politica non si conclude con le prossime regionali». 

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Lo sa che Fi ha già chiuso probabilmente i quattro nomi che sarebbero candidati a Salerno?
«Se la preoccupazione è difendere se stessi, non il partito o una comunità politica, questo non può che dispiacermi. Io credo che la politica si faccia attraverso l'inclusione. Evidentemente c'è preoccupazione da parte di qualcuno di competere con me».
E Fratelli d'Italia potrebbe essere una soluzione?
«Lo escludo categoricamente. Ma ho un mio disegno e a Salerno lancio una sfida di progettualità, non la ricerca di una lista. Basta con questa politica piena di mediocri impegnati tutti i giorni ad impantanare il campo di gioco. Tocca ai partiti che hanno cultura politica, a Forza Italia che deve denunciare le ingiustizie subite dal presidente Berlusconi e non seguire la scia dei giustizialisti. Tocca ai renziani che hanno subìto la giustizia ad orologeria, più in generale ai democratici cristiani ed alla comunità socialista e riformista in ogni sua espressione».
E quindi se la chiamasse Renzi?
«Renzi è uno che sceglie la classe dirigente in base alle capacità, mette in campo cose concrete, spetterà anche a lui far uscire l'Italia da questo pantano, è un suo dovere».
C'è un problema non trascurabile: Fi sostiene Caldoro e Renzi appoggia De Luca. Come la mettiamo?
«Ho enorme stima di Caldoro anche per la bontà che ha avuto nei miei riguardi per la vecchia storia del dossieraggio per cui ho chiesto scusa e abbiamo chiarito. Ma questo delle divisioni di campo è solo un gioco delle parti, vedrà che a breve ci sarà un riequilibrio delle varie aree politiche. Siamo agli albori della Quarta Repubblica».
Lo sa che stiamo parlando da tanto tempo e non ho ancora capito se si candiderà e con chi?
«Farò battaglia politica con chi declinerà lo spirito garantista, con chi vorrà parlare di programmi e non di contenitori intesi come gabbie. Lo farò con Molteni, poi con chi vorrà parlare di cose concrete. Sfiderò luoghi comuni e ipocrisie. Gioco a carte scoperte e ho capacità amministrative che pochi amministratori, consentitemelo, possono raggiungere».

 

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