Regionali in Campania. De Luca, duello sulle liste Il Pd: stop ai trasformisti

Regionali in Campania. De Luca, duello sulle liste Il Pd: stop ai trasformisti
di Luigi Roano
Lunedì 15 Giugno 2020, 08:18 - Ultimo agg. 13:35
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È nell'aria lo scontro sulle liste in casa Pd e anche quelle per le prossime regionali - dove l'uscente Vincenzo De Luca sembra favorito - non faranno eccezione. Il duello si consumerà all'atto della direzione provinciale e cittadina del partito prevista entro metà settimana. Dalla segreteria iniziano a filtrare ben più di semplici malumori e la parola «impresentabili», «trasformisti» o il concetto di chi dovrà farsi carico di determinate candidature di questo tipo fanno già molto rumore. La sostanza è che i dem, soprattutto a Napoli, non vogliono liste e candidati che non siano cento per cento dem o che non abbiano una storia affine a quella che è l'anima del patito in via di costruzione con la coppia Marco Sarracino, il segretario, e Paolo Mancuso il presidente. Uno che fa politica e l'altro che proviene dalla società civile, un ex magistrato anticamorra. Scaramucce? Certo, ma non solo.

L'ALTOLÀ
Così arrivano i primi stop, i primi no a Leo Annunziata segretario regionale Pd e vicinissimo a De Luca che si sta occupando delle liste, da parte di Sarracino e la sua squadra. «Diremo certamente no - trapela dalla segreteria cittadina - a Domenico Russo». Chi è? Il figlio di Aurelio Russo, ex sindaco di Sant'Antimo, Comune sciolto per infiltrazioni camorristiche e recentemente finito di nuovo al centro della cronaca con gli arresti di tre fratelli di Luigi Cesaro, parlamentare di Fi. Aurelio Russo - va sottolineato - venne sfiduciato l'anno scorso quando i consiglieri comunali di Sant'Antimo si dimisero in massa. E dall'inchiesta sta emergendo che alcuni di loro furono costretti alle dimissioni a colpi di attentati da parte del clan dominante. Il figlio Domenico già da un paio di settimane è in campagna elettorale e campeggia sulla sua pagina fb una foto con il governatore. «Il mio esempio di amministrazione pubblica è sempre stato rappresentato da persone autorevoli - scrive Russo jr - nella mia famiglia ho avuto il mio papà sindaco della mia città e ancora prima di lui il mio bisnonno. È su queste basi che ho vissuto l'esperienza di consigliere comunale per 10 anni nel mio comune ed oggi segretario e capo politico di una lista civica. Oggi il mio punto di riferimento politico è senza dubbio il governatore Vincenzo De Luca».

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Insomma una dynasty modello deluchiano. Non è l'unico nodo quello di Sant'Antimo, che di certo sarà oggetto di discussione nella direzione. «Vogliamo ascoltare e vedere la proposta del segretario regionale e poi valuteremo tutto il pacchetto» spiegano ancora gli esponenti dell'area Sarracino. Annunziata è finito nel mirino di un pezzo di partito perché non solo inciderebbe poco nella composizione delle liste della coalizione, ma perché poco vigile sulla composizione della lista stessa del Pd. Troppo incline, secondo i boatos, ad accontentare tutti i desiderata del governatore. Tant'è in questo contesto l'indice contro di lui è puntato per capire con chi andranno le due ex di Forza Italia Flora Beneduce, uscita da poco dal partito di Silvio Berlusconi, e Paola Raia che invece in questi 5 anni da ex cosentiniana ha costruito un ponte con De Luca, ma che sconta un rapporto non idilliaco con Sarracino che, però, può incidere concretamente sui candidati su Napoli e non è poco se si considera che nel 2021 si tratterà di scegliere il nuovo candidato sindaco. Su Napoli naturalmente c'è battaglia interna al partito dove Sarracino è molto vigile, lui da sempre dell'area di Andrea Orlando guarda avanti e pensa alle elezioni per il Comune.

E controlla le mosse di Tommaso Casillo - la sua lista è Campania libera, dove potrebbe approdare la Beneduce - che in Consiglio comunale già può contare su Salvatore Madonna e ora starebbe chiudendo un accordo con Aniello Esposito. Una partita a scacchi con nell'immediatezza le elezioni regionali ma in prospettiva quelle per il rinnovo di Palazzo San Giacomo. La sostanza è che nel Pd ci si conta perché se a parole De Luca ora è anche il governatore del partito, nei fatti a Napoli i napoletani del Pd non vogliono che prenda un sopravvento tale da poter decidere anche quale sarà il futuro successore di de Magistris. Ecco perché i dem vedono come fumo negli occhi un election day dove si potrebbe votare sia per il Comune che per la Regione.

A metà settimana se ne saprà di più su tutto, per quell'epoca si riunirà la direzione provinciale del partito e tutte le discussioni saranno ammesse.

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