Regionali, De Luca sfida Dema:
«Lo aspettiamo a braccia aperte»

Regionali, De Luca sfida Dema: «Lo aspettiamo a braccia aperte»
Lunedì 18 Marzo 2019, 14:48 - Ultimo agg. 19:20
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«Aspettiamo a braccia aperte tutti quanti. Mi ricordo che si voleva candidare alla presidenza del consiglio, all'Europarlamento. A ragà facciamola finita. Io sono come Mourinho, da questo punto di vista, non faccio pubblicità gratuita a nessuno, mi devono pagare». Il governatore della Campania, Vincenzo de Luca, risponde così a chi gli chiede di un'eventuale candidatura alla Regione Campania del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

«Perché io passo le giornate a lavorare - dice a margine di una conferenza stampa - chi non ha niente da fare dalla mattina alla sera cerca di farsi pubblicità gratuita litigando con me. Io non ho da litigare con nessuno, devo risolvere i problemi a cominciare da quello del teatro San Carlo, da quello del Mercadante, dall'Anm, gli stipendi che non paga nessuno se non caccia i soldi la Regione». «Mentre gli altri fanno gli appelli ecumenici, io ho il problema di pagare gli stipendi a tutti quelli che con gli appelli ecumenici non mangiano alla fine del mese».
 

Il governatore della Campania risponde anche in merito alla vicenda del teatro San Carlo e cita Massimo Troisi: «Io non litigo con nessuno ma l'idea espressa in maniera geniale da Troisi che tutti quanti vogliono regalare il televisore alla mamma ma poi la Regione viene chiamata a cacciare milioni e gli altri, tutti insieme, non cacciano un accidente di niente è un'idea che ha a che fare con l'opportunismo e con la mancanza di coraggio nel chiamare le cose con nome e cognome. La palude di Napoli non è determinata dalle liti ma dall'opportunismo, dalla mancanza di coraggio nel chiamare le cose per nome e cognome». «Dobbiamo evitare generalizzazioni - spiega - abbiamo tanti settori della società civile che sono pienamente impegnati e abbiamo settori che hanno, in particolare a Napoli, un vizio genetico di opportunismo, non riescono mai a parlare degli interlocutori istituzionali facendo nomi e cognomi, è una cosa che mi indigna e che io considero intollerabile. Se io vado al San Carlo e dico dopo quattro anni ai dipendenti: guardate che si apre un periodo delicato perché il quadro dei finanziamenti è questo, non c'è nessuna lite perché con i numeri non si litiga. Mi aspettavo che qualcuno si rivolgesse alle istituzioni che fanno finta di non capire e sottolineassero lo scandalo vero: e cioè il fatto che c'è una istituzione che non caccia neanche un euro. Questa è la realtà. Dove sono le liti?». E ancora: «Quando si parla dello stadio San Paolo e la Regione caccia 20 milioni di euro perché nessuno caccia un euro e qualcuno parla di liti questo si chiama opportunismo. E su questa base una società civile non cresce e non cresce il dibattito pubblico. La mia opinione è sempre quella, fare un'operazione verità, dire le cose come stanno e poi avere un attimo dopo il coraggio di dire chi ha la responsabilità di cosa. Ovviamente questo presuppone in primo luogo un lavoro di informazione ma non tutti hanno la vocazione a studiare i problemi e a informarsi prima di parlare bocca. E quindi ci troviamo di fronte ad appelli noiosi insopportabili, banali, assolutamente inutili a non litigare».
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