Campania, l'allarme del neo assessore Cinque: «Troppe risorse al Nord, addio a 2,4 miliardi»

Campania, l'allarme del neo assessore Cinque: «Troppe risorse al Nord, addio a 2,4 miliardi»
di Ettore Mautone
Giovedì 31 Maggio 2018, 10:12
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Ettore Cinque, 49 anni, ordinario di Economia aziendale all'Ateneo Vanvitelli, è il nuovo assessore regionale al Bilancio. Cinque prende il posto di Lidia d'Alessio che ha così commentato: «Credo di aver portato avanti compiti difficili in una situazione complessa risolvendo gravi criticità amministrative e contabili. Un vero miracolo». Efficacia che lo stesso Cinque riconosce. «Trovo una Regione con i conti in ordine. Sin dal 2005, come del resto chiesto dalla legge nazionale, abbiamo raggiunto il pareggio. Mi avvantaggio del grandissimo lavoro compiuto da Lidia D'Alessio e della fiducia accordatami da De Luca».

Professor Cinque, la sua delega è arricchita dai compiti sul finanziamento del Servizio sanitario.
«Un nervo scoperto che aggrava quello delle disuguaglianze tra Nord e Sud».

Riuscirà a sciogliere l'annoso nodo dei criteri di riparto?
«C'è da superare anche lo scoglio della nuova autonomia fiscale di alcune regioni del Nord».

Qual è lo scenario con cui fare i conti?
«Lombardia e Veneto hanno chiesto l'attivazione dell'articolo 116 della Costituzione sul federalismo differenziato conseguito con il referendum, l'Emilia anche senza. Maggiore autonomia, maggiori funzioni e risorse, garantite da addizionale Irpef, Irap, quota di compartecipazione Iva. Il surplus è del Nord mentre il Sud ha un residuo negativo».

E la Campania?
«Rischia di perdere circa 2,4 miliardi oggi assicurati dalla perequazione e solidarietà, equivalente al surplus positivo della Lombardia».

Come si fa a finanziarsi?
«Si può solo aumentare il deficit o si sottofinanziano regioni come la Campania. La battaglia sulla sanità sarà ancora più aspra. Senza contare la storica penalizzazione sul procapite e la migrazione sanitaria».
 
Usciremo dal Piano di rientro?
«Stiamo conseguendo significativi avanzamenti».

Resterà presidente di Soresa?
«No, non si può. Dovrò anche chiedere l'aspettativa all'Università».

Che bilancio trova?
«Non ci sono sorprese. Qualche difficoltà l'abbiamo solo per il passaggio al nuovo sistema informatico, molto evoluto ma con le sue rigidità».

Su quali trasferimenti statali conta la Regione?
«I 10,25 miliardi del fondo sanitario assorbono il 65-70% delle risorse. Con il resto arriviamo a circa 15 miliardi. Poi ci sono i fondi europei e altre partite di giro».

Quali i programmi?
«Il Bilancio è un servizio strumentale a tutte le altre direzioni e capitoli di spesa. È l'inizio e la fine di tutti i procedimenti».

Quali obiettivi strategici?
«Raggiungere tempi di pagamenti dei fornitori dettati dall'Ue a 30 giorni».

Come siamo messi?
«Molto bene sulla spesa corrente e impegnati a smaltire vecchie partite incagliate».

Le politiche per il lavoro della Regione hanno copertura?
«Il progetto sarà illustrato negli stati generali del lavoro. Si punta a reclutare forze giovani e preparate da coprire con risorse nostre per la fase di start-up. E comunque è una scelta politica non assistenzialista che ha pari spesa rispetto al reddito di cittadinanza con il vantaggio di rendere efficiente la pubblica amministrazione».

E i fondi europei?
«Si tratta di rendere più veloci possibile certificazioni, rendicontazioni e pagamenti».

Che Soresa lascia?
«In ottima salute con un innovativo piano industriale, fiore all'occhiello delle società partecipate, oggi anche a disposizione della spesa comune degli enti locali alla stregua di Consip per piccole e medie amministrazioni locali per acquisti sottosoglia (40mila euro)».

E le altre partecipate?
«C'è un piano di risanamento e razionalizzazione che sta dando buoni frutti e alcune criticità che stiamo affrontando».
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