Regione Campania, cinque saggi e una sola seduta: costo 290mila euro

Regione Campania, cinque saggi e una sola seduta: costo 290mila euro
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 12 Aprile 2019, 08:30 - Ultimo agg. 14:04
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Sinora si sono riuniti una volta sola in tre mesi. Solo per eleggere presidente e vice. Poco se hanno a disposizione un budget abbastanza cospicuo: 290mila euro per il 2019 e altrettanti per il 2020 (senza contare i 140mila del 2018 anche se l'organismo è stato varato solo a dicembre scorso). Risorse per pagare gli stipendi dei 5 membri della Consulta di Garanzia Statutaria del Consiglio regionale della Campania, staff ed eventuali comandati. Si tratta di un super gruppo di saggi che può esprimere pareri non vincolanti su statuto, leggi e atti amministrativi regionali e sull'ammissibilità di eventuali referendum regionali. Non tutte le Regioni ce l'hanno ma la Campania ha preferito dotarsene tuttavia, a dispetto di Abruzzo, Umbria, Liguria, Lazio e Toscana che li pagano a presenza, qui si arriva a uno stipendio. Per carità parliamo di illustri professionisti che la Campania ha deciso di retribuire con un rimborso forfettario mensile calcolato sul 60 per cento dell'indennità dei consiglieri regionali: circa 5mila euro mensili da cui fare qualche piccola detrazione fiscale.
 
Dell'organo varato a dicembre, dopo la legge istitutiva del luglio scorso, si erano perse le tracce sino a una decina di giorni fa quando il Consiglio regionale è chiamato ad eleggere il quinto membro dopo la rinuncia dell'avvocato Aldo Starace. Al suo posto Francesco Eriberto D'Ippolito, avvocato già passato per il Corecom ed ex difensore civico della Campania. Con lui gli avvocati Russo e Santonastaso e i due vertici del gruppo dei saggi: Pasquale Stanzione, ex preside della facoltà di giurisprudenza di Salerno andato in quiescenza due anni fa, e il noto penalista napoletano Alfonso Furgiuele, suo vice nella Consulta.

L'organo esprimerà pareri, non vincolanti, su leggi regionali e atti amministrativi generali. Anche per evitare, come accaduto negli ultimi mesi, che troppe leggi campane siano poi impugnate dal governo. Anche se, è questo il vulnus, non è una sorta di ufficio legislativo a cui i consiglieri possono rivolgersi. Perché i pareri possono essere richiesti solo dal governatore su deliberazione della giunta, dal presidente del Consiglio regionale oppure da un quarto dei consiglieri regionali.

Gli uffici al quinto piano del Consiglio regionale sono stati appena allestiti e, a breve, dovrà essere nominato un dirigente regionale che avrà il compito di segretario della Consulta. Senza contare l'arrivo di uno staff, compresi gli immancabili comandati. I veleni, esternati dall'opposizione all'indomani della legge che ha istituito la Consulta, sono per ora congelati. Ma sono destinati a scoppiare, proprio per i costi. In Abruzzo, Umbria e Liguria, tanto per capirci, è previsto solo un rimborso spese, che vale per i 5 membri e per lo staff. A seconda dell'importanza: non più di 300 euro. Mentre in Toscana indennità solo al presidente ma parametrata non ai consiglieri regionali ma a quella, più povera, del garante regionale dei detenuti (e decurtata del 20 per cento). In Toscana, invece, solo un gettone di presenza da 800 euro mentre a chi redige il singolo atto vanno 1200 euro. In media, quindi, nelle altre Regioni le Consulte non costano mediamente più di 50mila euro l'anno. Esattamente un sesto dei 290mila euro annuali della Campania, che si dimostra di manica larga.

Tutto finito? Macché. Con la regia dell'opposizione sarebbe pronto un ricorso contro il presidente Pasquale Stanzione, legatissimo al governatore De Luca, e andato in quiescenza due anni fa come docente di Privato comparato all'Università di Salerno: il governo Renzi ha introdotto, infatti, il divieto al conferimento di incarichi di studio o consulenze a soggetti in pensione. A meno che non si tratti di incarichi a titolo gratuito. Ma non è questo il caso.
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