Regione Campania, i condannati dall'erario tornano direttori Asl

Regione Campania, i condannati dall'erario tornano direttori Asl
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 2 Gennaio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 13:30
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«Un regalo a qualche dirigente condannato che presto verrà nominato direttore generale: è il frutto dell'inciucio Pd-Fi», tuonano i grillini all'indomani dell'ultima Finanziaria regionale che ha cancellato la norma secondo cui ai condannati per danno erariale, anche con sentenza non definitiva, non poteva essere assegnato l'incarico di direttore generale di aziende ospedaliere. «Una norma ad personam per qualche amico...», attacca la consigliere regionale dell'M5s Maria Muscarà.
 
La legge ostativa, unica in Italia, diventa legge regionale il 23 dicembre del 2015. A volerla sono proprio i grillini che riescono a farla inserire, con loro emendamento, nella prima Finanziaria regionale dell'era De Luca. «Non può essere nominato direttore generale chi sia stato condannato con sentenza, anche non definitiva, da parte della Corte dei Conti, al risarcimento del danno erariale per condotte dolose», recita il comma 7, articolo 3 della legge n.20. E le prime polemiche sono scoppiate già un paio di anni fa quando si trattò di nominare il dg del Pascale su cui pendeva una condanna erariale. Poi, da qualche mese a questa parte, ecco un pressing di due dirigenti sanitari attraverso una lettera recapitata alla grillina Ciarambino, in quanto presidente della commissione Trasparenza, e al capogruppo del Pd Mario Casillo. Chiedevano una rivisitazione della norma altrimenti preannunciavano «il ricorso all'Autorità Giudiziaria per ottenere la declaratoria di incostituzionalità della normativa di riferimento».

Due paginette appena protocollate a fine giugno, quelle dei due medici, che si materializzano l'altro giorno in un emendamento in Finanziaria su cui viene posta la fiducia. «La norma è viziata in quanto non è circoscritta nel tempo e non disciplina la retroattività», è il vizio riscontrato nella legge approvata nel 2015. A firmare l'emendamento però non è un esponente democrat, magari il capogruppo a cui era indirizzata la dolente lettera dei due medici, ma la consigliera regionale azzurra Flora Beneduce che si accolla l'onere politico.

«Viene consentita l'abrogazione di una norma che noi avevamo voluto e che impediva ad un condannato di diventare dirigente dell'Asl. Questo significa - attacca la consigliera grillina Maria Muscarà - che la nostra sanità, già pessima, verrà ulteriormente mortificata con la presenza di persone, diciamo così, non affidabili». E continua: «Già nei mesi scorsi c'era stato qualche tentativo del capogruppo Pd in commissione Bilancio ma ora la sorpresa maggiore è vederci un emendamento a una Finanziaria che non abbiamo mai discusso. E, per di più, a firma di una consigliera di Forza Italia. La prova ultyeriore di come ci sia un patto di ferro tra la maggioranza di De Luca e il partito di Berlusconi. Ora non resta che aspettare qualche settimana e verificare chi saranno i fortunati che beneficeranno di incarico di direttore generale. Anche se daremo battaglia durante la discussione del collegato alla Finanziaria».

Intanto da oggi gli uffici politici del consiglio regionale saranno costretti a lavorare a ranghi ridotti. Sono infatti scaduti i contratti per i comandati distaccati presso i gruppi politici e le commissioni. Circa un centinaio di professionisti di fiducia dei vari partiti politici che dovranno fare ritorno negli uffici pubblici da cui provengono. Colpa della mannaia del blocco delle assunzioni (e i comandati anche se provengono da altri enti pubblici godono di salari accessori superiori a santa Lucia) per il mancato ok del rendiconto finanziario 2017. Mai approvato dalla Regione nonostante i rilievi della Corte dei conti. E da oggi sarà caos in Regione senza il loro contributo.
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