Regione Campania, svolta liste d'attesa: «72 milioni di euro per Tac e analisi»

Regione Campania, svolta liste d'attesa: «72 milioni di euro per Tac e analisi»
di Melina Chiapparino
Giovedì 5 Agosto 2021, 09:00 - Ultimo agg. 6 Agosto, 09:00
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La Sanità in Campania riparte con un tesoretto da 72 milioni di euro. L'obiettivo è abbattere le liste di attesa, potenziare le prestazioni ospedaliere e aumentare l'offerta della specialistica ambulatoriale per colmare le criticità emerse durante la pandemia che ha visto molti cittadini non usufruire dei servizi sanitari. La boccata di ossigeno prevista per gli ospedali e le strutture sanitarie private accreditate grazie ai fondi aggiuntivi, arriva da una delibera approvata ieri, con consenso bipartisan, dalla Giunta regionale campana. Il nuovo provvedimento regionale che deriva dalla legge nazionale in merito alle misure urgenti connesse all'emergenza da Covid-19, ha stanziato una somma maggiore di quella precedentemente annunciata da Enrico Coscioni, consigliere per la Sanità del governatore Vincenzo De Luca che parlò di 45 milioni di euro, rimarcando la «priorità di intervenire subito sui ritardi e gli ingorghi delle liste di attesa». 

Il piano di recupero, approvato all'unanimità dalla giunta regionale campana, punta a proporzionare l'offerta sanitaria alla domanda della popolazione che ora, dopo un periodo di stasi, è decisamente in crescita per quanto riguarda la richiesta di prestazioni sanitarie. 

Fino a pochi mesi fa, infatti, le conseguenze dell'emergenza pandemica, si erano tradotte nel blocco o nella sospensione temporanea di alcuni servizi sanitari e, contemporaneamente, tanti cittadini avevano rinunciato o rinviato le visite specialistiche.

Con la ripresa di una funzionalità ordinaria degli ospedali e dei distretti ambulatoriali, allo scadere del 2020, è aumentata significativamente la necessità di eseguire controlli e visite sanitarie, così come ricoveri ospedalieri ordinari e screening oncologici e, di conseguenza, si sono ulteriormente allungate le liste di attesa.

Allo stesso tempo, le strutture pubbliche e i centri privati accreditati si sono ritrovati impreparati rispetto al numero di prestazioni da erogare ed è questa la criticità che il piano di recupero vuole sanare.

La delibera fissa le disposizioni per l'elaborazione, da parte delle aziende sanitarie campane, di piani di azione specifici per il recupero delle prestazioni sanitarie non erogate sia nell'ambito delle strutture pubbliche che nei centri privati accreditati.

Si tratta di un processo di riorganizzazione, in termini di efficientamento, per abbattere le liste d'attesa negli ospedali e ampliare l'offerta di prestazioni di specialistica ambulatoriale, come laboratori di analisi, radiologia, cardiologia, centri diabete e attività di screening oncologico. Dunque, secondo l'obiettivo del nuovo piano regionale, non bisognerà aspettare tempi biblici per prenotare una visita ambulatoriale e neanche per essere ricoverati in ospedale, dopo aver atteso il proprio turno in lista di attesa per interventi non di urgenza. Tra le soluzioni per ampliare l'offerta sanitaria, è stata proposta l'estensione dell'orario dell'attività ambulatoriale e la «pulizia delle liste di attesa» che prevede la rivalutazione delle prenotazioni dove spesso non risultano depennate le prestazioni disdette. 

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La soddisfazione per l'approvazione del piano che farà rinascere la Sanità campana, è stata corale per la giunta regionale guidata da Vincenzo De Luca ma «bisogna evitare che nei prossimi anni sia negato il diritto alla salute». È questo il monito lanciato da Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale campano e capogruppo regionale dei Cinque Stelle che considera il risultato conseguito ieri, solo «l'inizio di una nuova fase».

«La definizione di un piano di recupero delle liste d'attesa che ha dato seguito a una mozione a mia firma approvata all'unanimità, è la dimostrazione che il lavoro nell'interesse dei cittadini produce sempre risultati» ha detto la Ciarambino. «Sarà finalmente possibile dare continuità assistenziale a prestazioni essenziali, oggi negate - ha concluso la leader stellata - gli ambulatori pubblici devono essere potenziati con riguardo al personale e ai macchinari diagnostici». 

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