Rifiuti e caos Tari a Napoli, così la monnezza spacca la maggioranza

Rifiuti e caos Tari a Napoli, così la monnezza spacca la maggioranza
di Luigi Roano
Mercoledì 26 Giugno 2019, 07:30
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Si doveva parlare e approvare il piano antisismico e anche la delibera per il garante dei detenuti ma alla fine si è tenuta una discussione di oltre 3 ore sulla bomba rifiuti e le cartelle impazzite della Tari: 80mila avvisi di pagamento mai arrivati a destinazione. Con l'ex vicesindaco e assessore all'Ambiente Raffale Del Giudice - lasciato da solo in Consiglio comunale tra i banchi della giunta - durante quello che ha assunto la forma di un vero processo politico. La sostanza è che sul tema la maggioranza si è spaccata, con due donne come Elena Coccia e soprattutto Laura Bismuto che hanno manifestato molta insofferenza e le opposizioni che sono andate all'attacco a testa bassa.
 
Impossibile sapere quante cartelle esattoriali sono state spedite e quante ne siano arrivate nelle case dei napoletani. Chissà, forse a Palazzo San Giacomo prima di esprimersi al riguardo stanno immaginando una proroga come accaduto un anno fa. Ci ha provato Nino Simeone di Agorà - siamo nell'area arancione - con una interrogazione scritta e anche in Aula a saperne qualcosa, ma per ora non è arrivata nessuna risposta. La Tari vale per il Comune 235 milioni che servono a pagare per intero il servizio di Asìa.

Dallo stesso Simeone a Salvatore Guangi di Forza Italia passando per il M5S e anche pezzi di demA a Del Giudice è stato chiesto conto delle montagne di spazzatura accumulatesi nelle periferie napoletane. Con sullo sfondo lo spettro della chiusura dell'inceneritore di Acerra per manutenzione che potrebbe aggravare di più la situazione. «Con la Regione - racconta l'assessore - siamo in riunione continuamente per trovare soluzioni» il commento di Del Giudice. La raccolta a rilento è figlia di impianti di smaltimento allo stremo - tuttavia - come già ribadito dal sindaco una settimana fa in una riunione di giunta le aziende del Comune devono fare di più. Asìa, vista la natura della sua mission deve andare anche oltre. I vertici dell'azienda sono sotto esame difficile ribaltoni immediati ma non si possono escludere. Al netto del servizio di raccolta che procede a singhiozzo a fare infuriare Del Giudice c'è stata anche la denuncia di Guangi su licenziamenti fatti con troppa disinvoltura dal direttore del personale di Asìa Mascolo. «Un operatore - racconta l'esponente di Fi - che ho conosciuto solo due settimane fa è stato licenziato perché per 5 giorni si è recato a casa per prendere un farmaco e poi è tornato al lavoro. Uno che pulisce la stazione della metro di Scampìa a gratis». Un caso che Guangi è deciso a non far cadere nel dimenticatoio e che ha sconvolto Del Giudice. L'ex vicesindaco chiederà conto all'Azienda anche di questo

Quella sui rifiuti è stata l'occasione per una resa dei conti tra arancioni e tra coloro che hanno un conto aperto con il direttore generale Attilio Auricchio. È il caso di Laura Bismuto di demA che ha attaccato frontalmente: «Auricchio ha commissariato giunta e consiglio ma io non sto qui per alzare la mano su cose che decidono altri. Non lascio la maggioranza ma da oggi in avanti voterò secondo coscienza tutti gli atti che mi verranno sottoposti». Anche Elena Coccia di Sinistra in Comune sul tema è stata dura: «Non possono rompere questo rapporto - dice ma deve essere migliorato, tra il Consiglio e la giunta ci deve essere condivisione».
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