«La Cultura è civiltà, ma anche ricchezza. Il patrimonio naturalistico e artistico sono la memoria e il nostro futuro. Sono i nostri figli!», così il napoletano Roberto Nicolucci, storico e critico d'arte, editore e docente di Storia dell'Arte Moderna nel suo appello per rilanciare la cultura. «Oggi si parla poco di cultura, sia nei canali tradizionali che sui social. Eppure noi siamo cultura, dalle capitali ai borghi minori, dalle valli alpine ai siti della Magna Grecia. In Italia ogni angolo merita attenzione. Abbiamo quasi cinquemila musei tra piccoli e grandi». Cultura che sta alimentando il turismo in maniera sempre più forte. «Ma c'è un paese da riscoprire. Si dovrebbero rilanciare mille altri siti apparentemente periferici, senza contare i borghi. Attuare una sinergia tra musei maggiori e minori consentirebbe di valorizzare aree poco note. La cultura riunisce i popoli e oggi potrebbe finalmente riunificare Nord e Sud. Puntiamo sui giovani, con cui mi confronto, all'università o altrove, che stanno ritrovando la passione per le belle arti». E certamente i musei sono un punto di partenza. «Intanto noto ancora barriere architettoniche e difficoltà di ogni tipo», prosegue. «Una cosa indegna per un paese moderno. Poi, sfruttiamo meglio quegli autentici sotto-musei costituiti dai depositi, una riserva di capolavori. Purtroppo i musei soffrono di una cronica carenza negli organici ma occorre formare nuovo perdonale possibilmente giovane. Oggi la digitalizzazione è fondamentale per archivi, biblioteche, musei e depositi. Mettere in rete un simile patrimonio sarebbe un atto doveroso verso la nostra stessa identità», conclude Roberto Nicolucci.