Nuovo regalo a DeMa, il Governo prepara il salva-Napoli bis

Nuovo regalo a DeMa, il Governo prepara il salva-Napoli bis
di Luigi Roano
Martedì 14 Luglio 2020, 08:14 - Ultimo agg. 11:23
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La montagna ha partorito il topolino: non c'è la riforma della distribuzione delle risorse agli enti locali, e non ci sono nemmeno soldi da dare a fondo perduto, ma per il Comune di Napoli, il sindaco Luigi de Magistris e la sua squadra, il regalo che arriva dal Governo va più che bene: significa salvezza garantita dal default finanziario fino a giugno 2021 quando a Palazzo San Giacomo ci saranno nuovi inquilini. Tutto congelato fino a quella data, messo il bavaglio alla Corte dei Conti. Eccolo l'ennesimo emendamento salva-Comuni e salva-Napoli: in predissesto come altri Municipi italiani a iniziare da Torino, ma molto più predissestato. Altrove i debiti sono diminuiti grazie ai precedenti emendamenti, dalle nostre parti invece sono triplicati. Una scelta, quella di Governo e Parlamento, di non far piombare nel dissesto il Comune, pragmatica: far fallire la terza città d'Italia in piena emergenza finanziaria - il ragionamento - è pericoloso. Il rischio di disordini sociali è elevatissimo come già ha ammonito il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Il fallimento del Comune porta da un lato la disperazione di migliaia di creditori che già non vengono pagati da due anni e mezzo e con il default quei soldi non li avrebbero mai più visti; dall'altro il licenziamento dei lavoratori delle aziende partecipate. Una scelta - però - quella del Governo e del Parlamento, anche politica: de Magistris sarà tenuto a galla fino alla fine del mandato, ma nessun regalo. Se non cade sulla manovra di bilancio del consuntivo per demeriti suoi, non ha una maggioranza politica, terminerà il suo mandato, ma si porterà a casa per intero anche le responsabilità della gestione finanziaria dell'ente che è fallimentare a tutti gli effetti. L'emendamento in questione è l'articolo 14 bis dal titolo emblematico: «Stabilità finanziaria degli enti locali» contenuto nel Dl semplificazione in discussione in queste ore al Senato.

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GLI EFFETTI
Il Covid è venuto in aiuto di Palazzo San Giacomo: «In considerazione della situazione straordinaria di emergenza sanitaria derivante dalla diffusione dell'epidemia - si legge nel testo - è sospesa fino al 30 giugno 2021, nel caso in cui l'ente locale abbia presentato, in data successiva al 31 dicembre 2017 e fino al 31 gennaio 2020, un piano di riequilibrio riformulato o rimodulato, ancorché in corso di approvazione a norma delle leggi vigenti in materia l'applicazione» della norma che porta al dissesto. Congelate - nella sostanza - le misure della Corte dei Conti contro Palazzo San Giacomo. L'emendamento - come si diceva - è al vaglio del Senato, ma nulla lascia supporre che possa subire modifiche perché nessuno, nemmeno la Corte dei Conti, si vuole assumere la responsabilità di far fallire la terza città d'Italia. I bene informati senatori fanno trapelare come la magistratura contabile abbia in qualche modo fatto balenare la richiesta di un paracadute politico che potesse metterli al riparo da decisioni che altrimenti sarebbero state inevitabili, come quella di dichiarare il dissesto di Palazzo San Giacomo e consegnare le chiavi della città al Prefetto.

L'ULTIMO SCOGLIO
Per de Magistris l'ultimo scoglio - atteso che tutto è stato congelato fino a giugno del 2021 compresi i piani di rientro dal debito - è quello del Consiglio comunale dove deve approdare il rendiconto di bilancio gravato da un debito di 2,7 miliardi. L'ex pm non ha una maggioranza politica al massimo arriva a 20 consiglieri e il minimo per la sopravvivenza è di 21, ma può contare su una volontà politica che coinvolge sostanzialmente tutte le opposizioni a iniziare dal Pd: nessuno si vuole accollare - anche in questo caso e figuriamoci dopo l'approvazione dell'emendamento - la responsabilità di fare andare in default l'ente. Per de Magistris non sarà comunque una passeggiata di salute e dovrà preparare bene il terreno per l'appuntamento in Aula - che dovrebbe arrivare entro fine mese - perché non manchi il numero legale.

E se è vero che a parole nessuno vuole che Napoli piombi nel dissesto è anche vero che qualcuno potrebbe farsi un semplice ragionamento: se il default è politico perché fornire una stampella a de Magistris?

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