Teatro San Carlo, il piano di De Luca per cambiare tutto: dopo Lissner torna Muti

Teatro San Carlo, il piano di De Luca per cambiare tutto: dopo Lissner torna Muti
di Luigi Roano
Venerdì 21 Gennaio 2022, 23:59 - Ultimo agg. 25 Marzo, 22:39
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Vuole mettere le mani sul San Carlo il governatore Vincenzo De Luca, del resto il suo ragionamento è questo: «Nel mondo chi paga comanda, solo l’Italia è una anomalia» ha detto nella sua diretta Fb del venerdì in relazione al Massimo napoletano. Anche se a pagare non è lui, ma l’Istituzione Regione che fino a l’altro ieri - oggettivamente - ha messo nel piatto mediamente 10-12 milioni l’anno per il Teatro. Che è tanta roba se confrontato anche a quello che le altre Regioni danno ai loro Teatri. La Lombardia di milioni alla Scala ne dà 3,3 tanto per fare un esempio. Il progetto del governatore è un ticket con il maestro Riccardo Muti e Ruggero Cappuccio, scrittore e regista e attualmente direttore artistico del Campania teatro festival, un figlioccio di Muti che lo ha fatto esordire alla Scala a 34 anni. Molto impegnato e che già una volta ha declinato l’impegno a tempo pieno per il San Carlo.

La minaccia di non finanziare più il Massimo napoletano è - nella sostanza - un avviso di sfratto all’attuale sovrintendente Stéphane Lissner che mai gli è andato a genio.

Un progetto che guarda oltre l’attuale stagione lirica perché Lissner non si dimetterà e il Consiglio di indirizzo del Teatro, presieduto dal sindaco Gaetano Manfredi, difficilmente lo sfiducerà. Il presidente della Regione dovrà aspettare la scadenza del mandato di Lissner l’anno prossimo per convincere il Consiglio a non rinnovargli l’incarico e della bontà del ticket sulla quale ci possono essere pochi dubbi vista la qualità dei personaggi in campo. 

Suggestivo il progetto artistico che ha in mente De Luca, ma faticoso da portare avanti. Su Muti, il maestro dei maestri, già ci sta provando: «Con Muti - racconta - per la verità qualche chiacchierata ce la siamo fatta già nei mesi passati. Non so quali impegni abbia oggi, ma credo che sarebbe utile avere una discussione di fondo con lui, intanto per sollecitarlo ad avere un impegno diretto anche nel San Carlo, ma poi per avere dei consigli, degli indirizzi». Muti agita i pensieri di De Luca. Il governatore non ha mai capito - anzi non glielo hanno mai spiegato - perché Muti non dirige a casa sua. Su questo si sono stratificati i principali screzi con Lissner. «Nell’ambito di questa operazione verità - insiste De Luca - vediamo di aprire un dialogo anche con Muti, può darsi che abbiamo la possibilità di fare delle scelte più serie e rispettose e di non avere più a che fare con gente che pensa di avere atteggiamenti di totale strafottenza con i soldi degli altri. Chi vuole essere strafottente deve impegnare il suo patrimonio di famiglia, non i soldi della Regione Campania».

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Dice in riferimento a Lissner e della nomina di Emmanuela Spedaliere. Ma il maestro Muti come potrebbe essere cooptato alla causa del San Carlo? Intanto bisognerebbe verificare i suoi impegni, Muti a livello internazionale è richiestissimo e l’agenda è piena. A luglio compirà 81 anni e non ha intenzione di fermarsi. Il ruolo di sovrintendente certo non potrebbe entusiasmarlo pur ritornando nella sua città e nel teatro più antico d’Europa e più famoso del mondo. Ed è anche probabile che le continue diatribe del Massimo napoletano non sono un incentivo al ritorno. Cappuccio è un profilo di grande rilievo, una eccellenza napoletana. Ma molto impegnato sia come scrittore che come regista. Già in passato il suo nome era stato fatto per il San Carlo. A prevalere è stata però sempre la passione per la scrittura e quella per la regia. Questo il contesto nel quale De Luca si sta muovendo e sta cercando di costruire il suo ticket per il Massimo napoletano. Tuttavia il governatore a oggi deve affrontare la problematica San Carlo dal punto di vista della presenza della Regione nella Fondazione. De Luca - non ci sono dubbi - continuerà a sostenere il teatro, il tema è capire a quali condizioni e se gli altri soci saranno d’accordo con lui. 

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