San Carlo, nervi tesi: dopo la lite è gelo De Luca-Manfredi

All'evento Atitech niente stretta di mano

San Carlo, nervi tesi: dopo la lite è gelo De Luca-Manfredi
di Luigi Roano
Martedì 24 Gennaio 2023, 08:16 - Ultimo agg. 17:26
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Vicini, ma lontani il sindaco Gaetano Manfredi e il governatore Vincenzo De Luca che sono ai ferri corti. Sotto zero - e non solo per il clima rigidissimo - i rapporti umani, istituzionali e amministrativi. Nemmeno una stretta di mano tra i due alla seconda uscita pubblica dopo lo strappo sul San Carlo. La fotografia di giornata è la sedia vuota che li separa nell'hangar di Atitech all'aeroporto di Capodichino dove il patron Gianni Lettieri li ha invitati all'incontro pubblico con i dipendenti. Come a Nola la settimana scorsa all'evento dei commercialisti, prima uscita pubblica dopo lo strappo, quando sono arrivati in orari separati e andati via prima uno e poi l'altro.

Ieri a Capodichino i 60 centimetri delle sedia che li separava sembravano chilometri, a stento c'è stato un cenno di saluto, a sottolineare che ciascuno ormai va per la sua strada. Il bilancio preventivo del Massimo napoletano - un duello iniziato già l'anno scorso, è solo in ordine di tempo l'ultimo motivo dello strappo - Manfredi in qualità di presidente del Consiglio di indirizzo lo ha approvato a maggioranza con il solo voto contrario della Regione ma con il sì dei membri del Mic. Sostanzialmente isolando la Regione. La pratica ora è monitorata anche dal direttore generale dello stesso ministero Insomma, in questo scenario vanno collocate altre divergenze di tipo amministrativo, vale a dire le politiche di sviluppo su Napoli e anche a livello politico, basti pensare alla vicenda dell'autonomia differenziata dove il sindaco non solo dice no, ma ribalta il concetto chiedendo più poteri per i sindaci. Si arriva così alla giornata di ieri. Quando prima dell'inizio dell'evento pubblico De Luca non ha voluto fare interviste a margine con i giornalisti, mentre Manfredi ha risposto solo a una domanda sull'azienda di manutenzione degli aerei, andando poi via senza rispondere alla successiva domanda sul caso San Carlo.

Nessun saluto tra i due neanche al termine dell'evento, con De Luca che ha lasciato subito l'hangar mentre Manfredi è rimasto a prendere il caffè con Lettieri e altri dirigenti di Atitech.



Prima di approfondire le varie tappe della rottura, va detto che la petizione lanciata per raccogliere firme dal titolo emblematico, Giù le mani dal San Carlo, va a gonfie e vele e si avvicina a grandi passi alle 1500 firme. Una petizione-appello lanciata «dalla comunità civile per la Fondazione teatro San Carlo» spinta da «cittadini, fruitori, sostenitori e cultori del Teatro di San Carlo, bene collettivo di assoluto valore culturale e civile, affidiamo a questo appello il desiderio di un ritrovato e urgente dialogo tra i Soci Fondatori della Fondazione Teatro di San Carlo a cui spetta, in qualità di rappresentanti delle istituzioni, il compito di indirizzare nonché tutelare, per il bene della comunità internazionale, il patrimonio storico-musicale che il San Carlo rappresenta dal 1737». Firme che arrivano da tutta Italia e anche da altre capitali europee. Ci sono firme come quella del luminare della medicina Carlo Ruosi, Enrico Soprano, Flavio Arbetti (costumista) Carla della Corte, l'avvocata Giuliana Quattromini, Marina Forni (importante gallerista di Bologna) Mario Rusciano, Laura Trisorio, Luciano Melchionna, gruppi di persone da Milano, Torino, Roma, Palermo, francesi, inglesi, spagnoli. Alcuni ci hanno messo anche un commento come Piera Leonetti, sorella di Gianpaolo, il compianto sovrintendente del Pio Monte della Miericordia che motiva così la sua firma: «Spero che il ministro Sangiuliano sappia mettere freno a questa atmosfera di conflitto che non ha ragioni, tranne quelle di una politica di basso livello. Viva il San Carlo». L'avvocato Marinella De Nigris è sulla stessa lunghezza d'onda: «Firmo perché il teatro San Carlo deve restare fuori dalle negative influenze di bassa politica e ritornare all'antico splendore».

Il gelo tra Manfredi e De Luca viene da lontano, c'è il San Carlo certo, poi il lungo braccio di ferro in generale sui fondi alla cultura. Quindi lo strappo sul Prg dove Manfredi non ha concesso aumenti di cubature oltre il 12 per cento perché De Luca si costruisse la cittadella della Regione nell'ex scalo merci delle Fs. Al Comune - questo il ragionamento - sono molto irritati e delusi perché non c'è da parte della Regione la condivisione giusta per lo sviluppo di Napoli. Negare oltre due milioni al San Carlo, secondo Palazzo Giacomo, è solo l'ultimo degli sgarbi. In Municipio si sottolinea che rispetto agli anni passati di personale non c'è nulla, non è una riedizione di qualche anno fa quando De Luca e l'ex sindaco Luigi de Magistris si insultavano quotidianamente. Si spiega così la non risposta di Manfredi sul San Carlo di ieri. L'ex rettore non vuole alimentare sospetti in tal senso. Ha parlato venerdì scorso quando a domanda specifica fu netto: «Sul Comune non ingerisce nessuno, sono stato votato per difendere l'autonomia della città e del San Carlo».
 

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