Pd, Sandro Ruotolo nella segreteria Schlein: «Ora De Luca spieghi i flop su lavoro e sanità»

«L'effetto Schlein non è finito, c'è tanta gente che mi chiede di iscriversi al partito»

Sandro Ruotolo
Sandro Ruotolo
di Luigi Roano
Domenica 9 Aprile 2023, 12:00 - Ultimo agg. 16:48
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Sandro Ruotolo - ex senatore - c'è chi sostiene che forse la Schlein non è che poi abbia fatto la rivoluzione con la nuova segreteria si aspettava una delega in segreteria più pesante?
«Io ho saputo della segreteria ascoltato come tutti la diretta Instagram e devo dire che sono nomi eccellenti è una squadra bellissima che guarda al futuro e non al passato. Quanto a me oggi è un mese che sono iscritto al Pd e mi è capitato di tutto: ho partecipato all'assemblea nazionale e sono intervenuto, sono stato inserito in direzione nazionale e oggi sono in segreteria: per me è un momento bellissimo il mio cuore ha sempre battuto a sinistra mai a destra. Piuttosto ci sono altri temi»

Per esempio?
«La costituente del Pd, l'effetto Schlein non è finito c'è tanta gente che mi chiede di iscriversi al partito dobbiamo essere in grado di entrare in quel mondo fuori dal partito e portarlo dentro.

La società civile deve entrare e contaminare il partito».

Un tema che nel meridione, in Campania e a Napoli il Pd non si è posto: a prevalere sono stati capoccia e cacicchi...
«È una questione di linea politica e sono convinto da quella che esprime il Pd con Elly. Chiaramente nel Pd a Napoli ci sono stati dei problemi. Ma dal 2020 con me eletto all'uninominale, Marco Sarracino e Paolo Mancuso e l'alleanza con il M5S è iniziata la grande rimonta. Non voglio mitizzare la società, ma posso dire che se non ci fossero stati i preti, le associazioni del terzo settore e l'associazionismo civile nei quartieri dove i napoletani soffrono non so come sarebbe andata a finire e li il partito o i circoli si sono visti poco o nulla»

La realtà è che a Napoli è un partito che a stento arriva al 10% e in Campania poco più...
«L'opacità delle liste civiche quando non fanno parte di movimenti politici toglie ossigeno è il civismo della destra».

Troppo comodo: il governatore De Luca, che è del Pd, con le sue civiche ha spazzato via il Pd dal Consiglio regionale pur di vincere.
«È esattamente la critica che faccio pure io. Se De Luca per i prossimi tre anni avrà forza di governare continui a farlo. Ma i partiti degli amministratori cosa me ne faccio? La politica è passione. I partiti devono entrare in sintonia con gli amministratori, ma devono sempre guardare ai territori il ruolo della politica è molto più ampio: io voglio parlare della guerra, manifestare contro il razzismo e contro il regionalismo».

Ma De Luca ha lanciato la sfida sul terzo mandato
«È un ossimoro, non c'è spirito di vendetta contro nessuno e Antonio Misiani ha già inquadrato bene il problema: serve una linea nazionale e la Campania è in Italia non ci sono frontiere che la separano. Una linea nazionale significa che non devi dare va libera solo ci sono calcoli elettorali deve valere per tutti. Invece di parlare del terzo mandato, in Campania io voglio parlare delle disposizioni di cassa e dei rapporti con gli altri enti, dei 22mila campani vanno via ogni anno in cerca di lavoro, dei 5 ragazzi che lasciano Napoli ogni giorno, dei 6000 minori che hanno a che fare con la giustizia minorile, della sanità poi possiamo fare pure un bilancio».

Veniamo a Napoli: con Manfredi sindaco si è visto secondo lei un cambio di passo rispetto all'ultima consiliatura?
«Certamente sì. Ci sono delle difficoltà istituzionale nel parlare con il nuovo Governo, penso al Patto educativo firmato anche dal vescovo e con il nuovo governo ha mollato per fare un esempio. Certo Napoli non è l'eldorado ma veniamo da anni terribili per il Covid».

Il modello Manfredi è progettare e creare infrastrutture, non dà risultati immediati ma li promette a medio termine. Va bene così?
«Bisogna dialogare di più con la città per spiegare quello che si sta facendo convocare i napoletani non basta solamente l'ufficio stampa o la pagina su facebook». 

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