Sangiuliano e Piantedosi, due campani al Governo

Sangiuliano e Piantedosi, due campani al Governo
Venerdì 21 Ottobre 2022, 18:25 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 08:01
4 Minuti di Lettura

Solo due ministri campani, anzi napoletani, nel nuovo Governo presentato ieri da Giorgia Meloni. Sangiuliano e Piantedosi, tuttavia, ricoprono ruoli di primissimo piano, uno alla Cultura e l'altro all'Interno.

Dal Pansini a ministro della Cultura: è il percorso del 60enne Genny Sangiuliano. Da giovanissimo iscritto Fronte della Gioventù, la formazione giovanile legata al Msi e molto vicina alla destra fascista, Sangiuliano è laureato in Giurisprudenza alla Federico II. La sua attività politica lo ha portato fin da giovanissimo a essere eletto consigliere circoscrizionale del Msi a Soccavo. Contemporanea la passione per il giornalisimo lo porta dall'Indipendente al Roma fino alla guida della redazione romana e poi vicedirettore di Libero durante la direzione di Vittorio Feltri.

Video

Già alle elezioni politiche del 2001 Sangiuliano è stato candidato alla Camera nella lista Casa delle Libertà nel collegio Chiaia-Vomero-Posillipo senza essere eletto.

Da quel momento si dedica al giornalismo entrando in Rai nel 2003 dove diventa caporedattore, quindi vicedirettore del TG1 con Augusto Minzolini e, nel 2018, diventa direttore del TG2, carica che mantiene fino all'attuale nomina a ministro della Cultura da parte di Giorgia Meloni.

Va invece all'Interno, Matteo Piantedosi. 59 anni, padre di due figlie, napoletano ha svolto tutta la sua carriera tra Prefetture e Viminale, dove nel 2012 è diventato vice capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, poi Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza per l'attività di Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia, quindi, nel 2020, Prefetto di Roma e oggi ministro dell'Interno.

Per la nomina di Piantedosi c'è soddisfazione e orgoglio anche in provincia di Avellino: il padre del ministro, Mario, scomparso nel 2019, maestro elementare e poi preside, da generazioni era originario di Piestrastornina, piccolo comune di meno di 1.500 abitanti della Valle Caudina. Il nuovo responsabile del Viminale ha sempre mantenuto vivo il legame con la sua terra d'origine nella quale torna spesso in occasione di eventi culturali e benefici: nell'agosto scorso è stato il testimonial della raccolta di sangue promossa ad Avellino dall'associazione «Donatori Nati».

Nelle giornate libere da impegni, torna in Irpinia per dar sfogo alla sua grande passione per la bici che gli consente, come dice, di «ammirare lo splendido scenario dell'appennino irpino». Proprio domenica scorsa, insieme agli amici di Avellino, il neo ministro ha pedalato per quaranta chilometri. Insieme all'ex capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, scala spesso i tornanti che portano ai mille metri del santuario mariano di Montevergine. Appassionato tifoso delle squadre di basket e di calcio di Avellino, Piantedosi ha ricevuto nel 2019 la cittadinanza onoraria dal comune di Pietrastornina, «la dedico -disse in quella occasione- a mio padre», che era scomparso da poco. Il sindaco di Pietrastornina, Amato Rizzo, ha festeggiato insieme alla comunità la nomina di Piantedosi a cui è stato inviato un caloroso messaggio caloroso di auguri e buon lavoro con l'invito ad tornare appena possibile a Pietrastornina. «L'unanime rallegramento dell'Irpinia» viene espresso dal deputato Gianfranco Rotondi, eletto nel collegio uninominale di Avellino che definisce Piantedosi «uno dei suoi migliori figli». Piantedosi è stato anche amico e «allievo», come si è definito, dell'avellinese Antonio Manganelli, prefetto e capo della Polizia prematuramente scomparso nel marzo del 2013. È il secondo irpino titolare del Viminale dopo Nicola Mancino che fu ministro dell'Interno dal 1992 al 1994 nei drammatici anni dell'attacco della mafia allo Stato. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA