Sanità, la Campania recupera il gap sui livelli d'assistenza ma M5S: «Non basta»

Sanità, la Campania recupera il gap sui livelli d'assistenza ma M5S: «Non basta»
di Ettore Mautone
Mercoledì 10 Aprile 2019, 07:30
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Commissario per la Sanità in Campania: la stretta del Movimento 5 Stelle, a cui spetta proporre un nome, ci sarebbe su Fulvio Moirano, già super manager in Sardegna, stimato dai grillini e anche nelle grazie della Lega. Sarebbe il punto di massima mediazione tra i partiti di governo per procedere alla sostituzione di Vincenzo De Luca nel ruolo. Nomina che sta per maturare dopo lo scontro i due partiti di maggioranza in vista delle europee di fine maggio, ma anche alla luce dell'esigenza di M5S di fissare un paletto in una regione chiave dello scacchiere Sud con cui fermare l'erosione dei consensi che emerge dai sondaggi.
 
Uno scenario in cui il governatore - comunque pronto a dare battaglia, a cominciare dalla contestazione dello sforamento dei termini di legge per la nomina scaduti a fine marzo - tornerebbe a svolgere il solo ruolo di presidente di Regione. La ratifica di Moirano sarebbe dunque solo questione di giorni (venerdì prossimo o prima di Pasqua). Ancora aperti invece i giochi per la casella di subcommissario. Oltre a Enrico Desideri, ex direttore dell'Asl di Arezzo, tra i papabili c'è Mario Balzanelli. Manager di lungo corso nel servizio sanitario (area 118) e promotore del disegno di legge per l'insegnamento del massaggio cardiaco nelle scuole è anche l'autore del più diffuso manuale di Chirurgia d'urgenza. Sarebbe l'uomo giusto per il riordino delle reti di emergenza e del 118 in Campania che vivono da tempo una stagione di difficoltà e malcontento, tra operatori e sindacati, per le note carenze organizzative e di personale. Ad attendere risposte anche un'ampia platea di precari senza titoli di specializzazione ma di lunga esperienza impiegati nel 118 e nelle Emergency attualmente esclusi dai concorsi. Outsider infine Rocco Granata, ex manager del Cardarelli che ha dalla sua essere un profondo conoscitore della macchina sanitaria campana e dunque immediatamente operativo.

Se l'ultima parola, sulla nomina del commissario, spetta al Consiglio dei Ministri, a De Luca tocca invece dimostrare - già nella riunione in programma domani a Roma, per la prevista verifica quadrimestrale dei programmi relativi al Piano di rientro - che il cambio di passo intralcia il complesso lavoro di riassetto compiuto finora. Sul fronte dei livelli di assistenza i 153 punti certificati nel 2017 non sono sufficienti per la promozione fissata a 160 punti. Ma nel 2018 si va oltre la soglia del minimo con 163. Dato che Kpmg, consulente del ministero, non ha ancora certificato ma è già richiamato nei documenti di programmazione. De Luca rivendica di aver consolidato il pareggio di bilancio della Sanità regionale, approvato i consuntivi di Asl e ospedali, azzerato i tempi di pagamento dei fornitori e rispedisce al mittente anche l'accusa di aver favorito i privati rimasti a bocca asciutta sui tetti di spesa della specialistica convenzionata (laboratori e riabilitazione). Le carenze strutturali di molti ospedali ancora privi di autorizzazione? Un indubbio punto di vulnerabilità della rete pubblica ma in base al regolamento della Regione Campania del 2007, è sottoposto al completamento delle ristrutturazioni edilizie.

Un ulteriore fronte di frizione tra Regione e Ministero. La Campania ha diritto all'incasso di 1,2 miliardi già disponibili al Tesoro ma bloccati dai ministeri. In alcuni progetti mancano le valutazioni antisismiche ma con gli uffici ridotti all'osso il nodo andrebbe sciolto in un clima di collaborazione per avviare subito i cantieri. Aperto è anche il fronte delle assunzioni programmate, circa 8 mila da qui ai prossimi 3 anni, di cui un terzo precari. Anche qui c'è chi spinge per allargare la platea al lavoro somministrato ma De Luca ha eretto finora barriere invalicabili. Resta il piano ospedaliero, promosso sul piano tecnico a fine anno attende ancora il semaforo verde del Ministro. Da chiarire infine le nuove funzioni assegnate al presidio di Sant'Agata dei Goti. Nei tagli ai 60 primariati previsti dagli standard della Balduzzi il polo oncologico previsto da De Luca ha conservato solo alcuni posti letto ed è rivalutato come pronto soccorso di zona disagiata. Ora potrebbe tornare all'Asl come presidio viste le proteste dei cittadini. Un tira e molla tra Regione e Ministero diventata graticola in cui a cuocere a fuoco lento è il ruolo di commissario.
 
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