Scabec, Bottiglieri verso l'addio: arriva una maxi società per la cultura

Scabec, Bottiglieri verso l'addio: arriva una maxi società per la cultura
di Davide Cerbone
Mercoledì 10 Novembre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 11 Novembre, 07:09
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Dopo aver trasformato l'anatroccolo in cigno, dice che può passare il testimone con serenità. Alla vigilia del quinto compleanno alla guida di Scabec, Antonio Bottiglieri, l'uomo al quale il presidente Vincenzo De Luca aveva affidato nel gennaio del 2017 le chiavi della macchina culturale della Regione, si appresta a lasciare il suo ufficio di via Orsini senza rimpianti.

75 anni, ex giornalista e dirigente Rai nato a Salerno nel 1946 (ma, tiene a sottolineare, «vissuto molto di più a Napoli»), racconta di «una scelta fatta d'intesa con il governatore per un fisiologico e doveroso avvicendamento».

E aggiunge: «Scabec oggi è una struttura organizzata, con un organico di persone che hanno specifiche competenze su organizzazione, comunicazione e progettazione nei territori. Ritengo che dopo quasi cinque anni sia giusto rinnovare i vertici, in ossequio ad una mia vecchia convinzione per cui tutti gli incarichi devono essere a termine. Questo vale ancora di più nel momento in cui avverto anche la stanchezza fisica», precisa Bottiglieri, che ancora oggi continua quotidianamente a fare la spola tra Napoli e Salerno. 

A lui si deve la metamorfosi che ha reso la società in house della Regione un aggregatore delle attività culturali e turistiche della Campania: in Scabec sono confluiti il Madre, il Napoli Teatro Festival poi Campania Teatro Festival, Film Commission, Mav, Fondazione Mondragone, Festival di Ravello e Giffoni.

Costituita nel 2003 come Srl a capitale interamente sottoscritto dalla Regione Campania, nel 2004 fu trasformata in Spa con un pacchetto di maggioranza pubblico (51%) e un 49% in mano ai soci privati Electa Mondadori - il vero dominus della compagine - e Coopculture. Nella sua prima vita, però, tra consulenze dispensate generosamente e spese di produzione non sempre improntate alla sobrietà, la società si era guadagnata la fama di macchina mangiasoldi, utilizzata per distribuire prebende e oliare meccanismi politico-clientelari.

Adesso che l'uomo voluto da De Luca per mettere ordine lascia, il futuro appare incerto. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, le intenzioni di De Luca sarebbero quelle di dar vita ad un mega hub culturale che prenderebbe il nome di Campania Cultura (così si chiama già il portale dell'Ecosistema digitale per la cultura della Regione Campania) nella cui pancia finirebbe la stessa Scabec e che potrebbe vedere alla guida un altro salernitano. Se così fosse, con l'addio di Bottiglieri si aprirebbe una corsa ad una successione transitoria. L'identikit descrive una figura di alto profilo con una profonda conoscenza del territorio e ben accolta negli ambienti della cultura. 

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Insomma, traghettatore cercasi. In pole position c'è Gino Cimmino, capo della segreteria di De Luca, dirigente a termine della Regione e già segretario del Pd napoletano. C'è da verificare, tuttavia, la compatibilità con il suo incarico dirigenziale. Le consultazioni avevano portato anche al nome di Teresa Armato, vicina a De Luca e a Franceschini e già membro del cda di Scabec. Ma il neo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha battuto la Regione sul tempo. Una cosa è certa: dopo aver investito Bottiglieri del ruolo di amministratore unico, la Regione intende tornare alla formula che prevede un consiglio di amministrazione con il relativo presidente.

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