Sciopero a Napoli, sindacati in piazza per fisco e pensioni: «Vogliamo risposte»

Sciopero a Napoli, sindacati in piazza per fisco e pensioni: «Vogliamo risposte»
di Alessio Liberini
Venerdì 3 Dicembre 2021, 10:55 - Ultimo agg. 19:58
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«Una manovra inadeguata» è lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil che oggi si sono radunati in piazza del Plebiscito a Napoli per una manifestazione regionale unitaria a sostegno delle proposte dei sindacati confederali su pensioni, fisco, sviluppo, lavoro e sociale. Gli stessi chiedono anche alla Regione Campania un confronto sulla prossima manovra di Bilancio, sul Pnrr, sulla sanità, sul precariato e sulle crisi industriali. 

In piazza, nonostante il maltempo che continua ad abbattersi sulla città, sono presenti infatti numerosi operai provenienti da crisi industriali in atto, tra loro anche una folta delegazione degli ormai ex lavoratori della Whirlpool. I segretari Nicola Ricci, Cgil Napoli e Campania, Doriana Buonavita, segretaria generale Cisl Campania e Domenico Proietti, segretario Uil nazionale, insieme a Giovanni Sgambati segretario Uil Campania, sono saliti in prefettura per consegnare al neo prefetto di Napoli, Claudio Palomba, le loro richieste. Poi sindacati ed operai si sono messi in marcia, intorno alle ore 10 e 40, al grido di “Lavoro, lavoro, lavoro”  e “meno tasse, più diritti”. Intorno alle 11 sono arrivati all'esterno del Palazzo della Regione Campania dove hanno allestito un presidio statico.

«Oggi - spiega il segretario della Cgil Campania, Nicola Ricci - chiediamo risposte, risposte concrete.

Si è parlato solo di fisco, la manovra è una manovra complessiva deve guardare alle pensioni, al lavoro e non ci sembra che le prime indicazioni che ha dato il governo Draghi siano ottimistiche. Siamo insoddisfatti perché quando si parla di decontribuzione di questi ulteriori miliardi e mezzo parliamo di pochi euro dirottati verso certi redditi alti». «Alla Regione - insiste Ricci - queste politiche che guardano allo sviluppo, al Pnrr, non sono fuori dal contesto. Se dovesse passare, e noi siamo contro, questa storia dell’Irap è una bruttissima vicenda perché va a finanziare la sanità e in Regione se sottraiamo queste risorse importanti significa una sola cosa: aumenteranno le tasse per i cittadini campani».

«Dov’è il decreto contro le deindustrializzazioni? Quante Whirlpool, Jabil e Auchan dovremmo vedere, oggi si è aggiunta anche la Leonardo?», tuonano i sindacati confederali dal palco allestito all'esterno di Palazzo Santa Lucia. «Il lavoro senza sviluppo non potrà essere condiviso da Cgil, Cisl e Uil. In Campania ci sono 60mila lavoratori in cassa integrazione, lo dice la Svimez. È una guerra tra poveri, le tante crisi industriali restano ancora senza soluzione. Circostanza che denota una visione prospettica che ci induce ad essere seriamente preoccupati». 

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«Al governo – racconta Doriana Buonavita, segretaria generale Cisl Campania - chiediamo che la manovra 2022/24 sia una manovra più equa che abbia più attenzione per le fasce deboli e che sia più vicino (l’esecutivo ndr) ai lavoratori e ai pensionati che hanno sofferto tantissimo in questa fase dando risposte sulla riforma delle pensioni che preveda una pensione di garanzia per i giovani e tutele per le donne. Con la Regione abbiamo da tempo un dialogo aperto ma si è tradotto in un dialogo improduttivo, più rituale che altro. Abbiamo bisogno di conoscere, in maniera concreta, qual è la visione della Regione Campania che ha sul lavoro, sulle politiche sociali, sullo sviluppo e soprattutto sulla sostenibilità della povertà vera. Il reddito di cittadinanza non da lavoro, basta per il Mezzogiorno sussidi e assistenza abbiamo bisogno di lavoro per i giovani e per tutti coloro che il lavoro non ce l'hanno più».

«Siamo in piazza oggi – chiarisce Giovanni Sgambati, segretario Uil Campania – per far cambiare questa legge di bilancio, non abbiamo avuto risposte ancora sufficienti anche nell'incontro di ieri. Soprattutto vorremmo provare con la Regione Campania, dopo una fase di discussione, anche di tradurre questa discussione in accordi. Perché, senza una condivisione, non vediamo prospettive di sviluppo per la nostra Regione e per questa ragione la mobilitazione serve per cambiare sia la legge di bilancio ma anche per trovare con Palazzo Santa Lucia una condivisione non più informale ma formale». 

 

Mentre, per quanto riguarda i fondi del Pnrr destinati al Meridione questi, a detta delle sigle sindacali, restano insufficienti. «C’è bisogno di uno sforzo maggiore di investimenti - sottolinea, Domenico Proietti, segretario Uil nazionale, in conclusione del presidio – e la legge di bilancio non assolve a queste esigenze. Noi pensiamo che bisogna tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati che sono i più fedeli contribuenti e bisogna farlo utilizzando lo strumento delle detrazioni. Quello che il governo invece vuole fare, rivedendo l’ Irpef, non alloca in maniera utile le risorse impegnate e poi bisogna intervenire sulle pensioni. Noi dobbiamo riallineare il sistema d’accesso alle pensioni in Italia come avviene in Europa, nel vecchio continente si va tra i 62 e i 63 anni in Italia siamo a 67. Dopo quota 100 c’è bisogno della possibilità, più diffusa, d’accesso alla pensione e  l’ape sociale che è stata introdotta deve essere adeguatamente finanziata perché altrimenti non tutti potranno esercitare il diritto. Ed, infine, bisogna abbassare gli anni di contributi da 36 a 30 per il settore dell'edilizia e dell'agricoltura, perché in questi due settori mai si raggiungono i 36 anni di contribuzione. Se il governo da una risposta su questo saremo soddisfatti se, invece, continuerà come ha fatto fin ad oggi a non ascoltare le richieste del sindacato decideremo insieme come continuare la mobilitazione».

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