Scuola, De Luca alla Consulta dopo gli accorpamenti: «Mobilitazione nazionale a difesa della pubblica istruzione»

«Abbiamo deciso di impugnare la decisione del governo: siamo i primi e speriamo che altre regioni ci seguano»

L'assemblea generale sulla scuola organizzata dalla Regione
L'assemblea generale sulla scuola organizzata dalla Regione
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 07:20
5 Minuti di Lettura

Non solo la mobilitazione generale ma un ricorso alla Consulta contro l'ipotesi di ridimensionamento scolastico. «Abbiamo deciso di impugnare la decisione del governo. Per quello che ci riguarda è incostituzionale e non l'accettiamo: siamo i primi e speriamo che altre regioni del Mezzogiorno ci seguano», annuncia il governatore Vincenzo De Luca chiudendo l'assemblea da lui promossa alla Stazione Marittima. In platea un migliaio tra sindaci, insegnanti, dirigenti scolastici e studenti per una battaglia che l'ex sindaco di Salerno va preparando da settimane. Contro il taglio voluto dal governo e che vede il Sud come il più colpito. Con 146 fusioni, accompagnate da tagli di personale e di dirigenti scolastici, solo in Campania che è la più penalizzata, secondo la riforma ora sul tavolo della Conferenza delle Regioni per trovare un'intesa entro maggio, altrimenti il ministero dell'Istruzione deciderà entro giugno.

Una battaglia che fa il paio con il no all'autonomia differenziata e che vede, dopo la manifestazione della Pace dello scorso autunno, una nuova mobilitazione degli studenti e del personale scolastico in generale. Anche se stavolta De Luca cerca a gran voce alleati. Che arrivano. Non solo dal candidato presidente della Regione Lazio per il centrosinistra Alessio D'Amato («Condividiamo la battaglia») ma anche, inaspettatamente, dall'M5s mai tenero con l'ex sindaco di Salerno. «Chiedo al governatore di intervenire con forza in conferenza Stato-Regioni in difesa della scuola pubblica e della dignità dei nostri docenti», auspica il consigliere regionale grillino Michele Cammarano. E così la collega senatrice dell'M5s e capogruppo a palazzo Madama Barbara Floridia: «Il ricorso alla Consulta annunciato da De Luca è una buona notizia: ci auguriamo che altri presidenti di regione non solo del Sud seguano questa strada». Replica a muso duro Forza Italia con l'europarlamentare Fulvio Martusciello: «De Luca apre la campagna elettorale per il terzo mandato che spera di avere con un fuoco di sbarramento su autonomia differenziata e dimensionamento scolastico.

Batte la grancassa contro il governo di centrodestra che affamerebbe il Sud e spera così di rastrellare qualche voto. Ma la polemica del presidente della Giunta regionale è solo una carta giocata cinicamente».

Nel mirino non solo il ridimensionamento ma anche la questione degli stipendi differenziati ventilata dal ministro dell'Istruzione nei giorni scorsi. «Vorrei dire a Valditara, ma come si fa a differenziare gli stipendi della scuola sulla base del costo della vita? Proprio tecnicamente. Se mi sposto da Milano a Sondrio il costo della vita è diverso, se vado a Bergamo è ancora diverso, se mi sposto sulle montagne di Bergamo è ancora diverso. Come si fa a differenziare mi chiedo, per comuni? Per quartieri? Per strade? Mi sembra una sparata di cui loro per primi sanno che non si farà niente», attacca De Luca con una serie di domande retoriche. Poi rincara: «Un passo alla volta si va verso una scuola privatizzata, dicono che non ci sono risorse ma poi le trovano per le società sportive». È l'autoassist di De Luca per mettere benzina nel suo motore: «Da Napoli parte una mobilitazione nazionale, non regionale, siamo arrivati al paradosso che il Sud finanza la sanità del Nord. La battaglia per la scuola pubblica riguarda l'Italia e il suo destino. Se c'è un posto dove si trasmettono valori identitari è la scuola. Se è rimasto un luogo per salvare le giovani generazioni è la scuola pubblica. Senza - conclude - non c'è Italia. La scuola pubblica non si tocca e la dignità dei docenti va preservata. Prepariamoci a combattere». Per l'ex sindaco, tornando agli stipendi dei prof, «serve invece trovare 8 miliardi di euro per parificare le retribuzioni dei nostri docenti alla media europea. Trovateli: la dignità dei docenti va ripristinata, perché non c'è più».

 

Ovviamente De Luca ne ha anche per l'esecutivo e la sua guida. «Sento molto parlare negli ultimi anni dalla presidente del Consiglio di nazione. C'è proprio una torsione linguistica, non adopera più la parola Paese, ma nazione che ha un contenuto storico-ideale: chi ne parlava - aggiunge - negli anni 20 e 30 ha portato l'Italia a una guerra che ha mutilato la nazione italiana facendo perdere l'Istria, Pola, Zara e abbiamo corso il rischio di perdere pure Trieste, grazie a quelli che parlavano di nazione». «Ma - aggiunge - prendiamo per buona la parola: la nazione, se vogliamo parlare di identità e idealità, viene difesa e costruita dalla scuola pubblica, dal luogo nel quale si trasmettono valori comunitari e in generale di solidarietà, rispetto per la persona».

Video

Ovviamente la battaglia sulla scuola, che passa per il ricorso alla Corte costituzionale ma anche per una grande manifestazione pubblica in primavera, è parallela a quella contro l'autonomia differenziata proposta dal ministro Calderoli. E chiude un'intesa che sembrava raggiunta proprio da De Luca e il ministro leghista a Napoli prima della fine dell'anno.

«Siamo già in battaglia, ovviamente. Non so quello che conterrà la nuova bozza, ma è evidente che, se qualcuno continuerà a ripeterci che l'autonomia differenziata si fa a costo zero per le finanze pubbliche, vuol dire che ci stiamo prendendo in giro». Per De Luca serve «una difesa dell'unitarietà del sistema scolastico e dell'unitarietà del sistema sanitario». Ma, conclude: «la gestione della sanità dev'essere totalmente delle Regioni, lo Stato non c'entra niente: ha dato prova di inefficienza assoluta, ma la qualità del servizio e il livello del servizio dei cittadini dev'essere un valore nazionale e non regionale». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA