«Sfogo casalingo», bufera sul presidente del Consiglio a San Giorgio a Cremano

«Sfogo casalingo», bufera sul presidente del Consiglio a San Giorgio a Cremano
di Francesco De Sio
Martedì 23 Giugno 2020, 16:22 - Ultimo agg. 16:38
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Un consiglio comunale assai più movimentato del previsto ha animato la mattinata di San Giorgio a Cremano. Tra i punti all'ordine del giorno al primo piano della casa comunale di piazza Carlo di Borbone, l'approvazione del regolamento della biblioteca di cultura vesuviana in Villa Bruno. L'abbandono dell'aula dei quattro consiglieri del Movimento 5 Stelle al momento della discussione ha portato al rinvio dell'approvazione dello statuto - già votato all'unanimità in commissione anche dagli stessi grillini - e fatto pesare in maniera decisiva le numerose assenze tra i banchi della maggioranza. «Abbiamo le nostre colpe da questo punto di vista, ma se non c'è volontà di affrontare un dibattito politico è perché evidentemente per i Cinque Stelle certi giochetti sono più importanti del bene della città. I sangiorgesi già sanno, tra pochi mesi potranno esprimersi su ciò che avete fatto, cioè niente» ha commentato senza mezzi termini il sindaco Giorgio Zinno.

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Altrettanto netta nella forma e nei contenuti la replica accorata della consigliera Patrizia Nola, in rappresentanza degli esponenti pentastellati: «Inutile approfittare della nostra assenza per omettere che in Assise sono presenti appena sette consiglieri di maggioranza. Se chi ha la responsabilità di governare viene meno, poi è inutile attribuire responsabilità all'opposizione. Il sindaco fa campagna elettorale anche in Assise quando a mancare è la sua stessa coalizione. Noi facciamo l'opposizione - ha affermato rivolgendosi direttamente a Zinno -, ma lei come maggioranza non ha nemmeno i numeri per approvare i regolamenti. Vogliamo parlare di quanto non fatto in questi cinque anni a dispetto della lavata di faccia dell'ultimo mese? Non siete all'altezza di giudicarci». «Questo non ha nulla a che vedere con i regolamenti - l'ha interrotta il presidente del Consiglio Giuseppe Giordano - sembra più uno sfogo casalingo che un intervento».

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Proprio l'aggettivo «casalingo» non è andato giù alla portavoce grillina, la quale ha abbandonato l'aula continuando a inveire a gran voce contro i presenti per l'accaduto. Nel mezzo, i tentativi dello stesso Giordano di rimodulare i toni della propria affermazione, omettendo il fraintendibile epiteto utilizzato in precedenza. Lo stesso presidente si è comunque da subito scusato pubblicamente con l'Assise per lo scivolone lessicale. «Ho inviato a Nola un messaggio di scuse. Successivamente l'ho anche chiamata - spiega Giordano a margine -. Il problema è un altro: se continui a sbraitare io non posso certo toglierti la parola, ma così facendo diventa complicato gestire una seduta. Il suo era uno sfogo urlato più simile a una lite domestica che a un intervento in Consiglio, e quindi non consono al luogo istituzionale. Per casalingo intendevo questo, lungi da me scadere nel sessismo».

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«Esiste già un regolamento della biblioteca, non era un votazione strategica per la fruizione del luogo pubblico. Lo slittamento dell'approvazione non sposta di una virgola i diritti dei cittadini, si tratta soltanto di una nuova normativa che andrà a disciplinare le modalità di gestione della struttura - ribadisce dal canto proprio Nola -. Quelli di Giordano sono atteggiamenti che non si possono tollerare, soprattutto quando si vanno a toccare i diritti delle donne. Il fatto che all'interno delle istituzioni si voglia depauperare la figura femminile è semplicemente inaccettabile. Le scuse? Sono la certificazione del suo errore, ammesso anche poco dopo nel suo intervento pubblico quando ero già andata via. Ho risposto al suo messaggio, ma questo non esclude la responsabilità politica di un'uscita infelice». Il caso si chiuderà presumibilmente con un chiarimento nella prossima riunione consiliare.
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