Sindaco di Napoli: nel sondaggio Quorum Fico e Manfredi davanti a tutti, Maresca al 27%

Sindaco di Napoli: nel sondaggio Quorum Fico e Manfredi davanti a tutti, Maresca al 27%
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 22 Aprile 2021, 10:30 - Ultimo agg. 23 Aprile, 08:11
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Premiati l'asse Pd-M5s e i nomi politici su quelli civici. È questo, in estrema sintesi, l'esito dell'ultimo sondaggio sulle comunali di Napoli. Con Roberto Fico più forte rispetto ai competitor di area come Gaetano Manfredi ed Enzo Amendola. Ma tutti e tre avrebbero gioco facile su Catello Maresca, nome civico del centrodestra. E, ancora, a sorpresa Alessandra Clemente, esponente arancione, in qualsiasi scenario batterebbe sempre l'ex sindaco Antonio Bassolino. Molto indietro, gli altri nomi quotati (D'Angelo, Rastrelli e Monti) raggruppati in un'unica voce secondo il rilevamento effettuato tra il 16 e il 19 aprile da parte di Quorum per conto del «Il sussidiario.net» (che lo pubblicherà integralmente oggi).  

Dal sondaggio emerge anzitutto un campione di indecisi (a prescindere dal nome del candidato) che oscilla attorno al 36 per cento. Ma la maggior parte del campione, come vedremo in seguito, approva senza indugi l'asse democrat-grillini e tiene in maggiore considerazione i nomi politici a dispetto di quelli civici. Con un unico nome che potrebbe vincere al primo turno senza passare per il ballottaggio: si tratta del presidente della Camera Roberto Fico che in caso di candidatura sarebbe votato quasi dal 40 per cento di chi ha espresso la sua preferenza (39,8 per la precisione). Dietro troviamo Catello Maresca al 26,7 per cento, seguito da Alessandra Clemente con il 16,8 e in ultimo Antonio Bassolino, quotato come indipendente, all'8,9. Il restante 7,8 per cento invece devono dividerselo invece Sergio D'Angelo, Riccardo Monti e Sergio Rastrelli.

Scenario che rimane praticamente immutato se il candidato fosse Gaetano Manfredi al posto di Fico.

In questo caso l'ex rettore, quotato come nome Pd-M5s, sarebbe votato dal 34,1 del campione intervistato, con Catello Maresca che sale di un paio di punti (27,9) rispetto allo scenario precedente. Mentre la Clemente cala nel gradimento sempre di un paio di punti e ne guadagna invece Bassolino che passa al 13 per cento e così gli altri che passano al 10,2. Nel terzo scenario, invece, viene quotato il sottosegretario Amendola che risulta, invece, più debole degli altri due colleghi perché si ferma al 29,2 e ne beneficiano sostanzialmente la Clemente e Bassolino che passano, rispettivamente, al 18,1 e al 15,5. Mentre rimangono stabili Catello Maresca (27,2) e gli altri candidati che si fermano al 9,8. 

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I numeri crudi in sé non spiegano però le altre sfaccettature della difficile partita per palazzo San Giacomo. Anzitutto il rilevamento premia, in tutti i casi, il nome politico rispetto a quello civico (compreso la Clemente, indicata nella domanda al panel come candidata di de Magistris). Con Maresca, il nome della società civile spinto dal centrodestra, che è il più forte ma non riesce ad andare mai oltre il 30 per cento. Mentre i politici, tutti, ottengono un gradimento abbastanza alto anche se non ancora in campo. Tenendo presente ancora un altro dato: gli indici di gradimento in totale dei candidati sono circa il 65-60 per cento dell'intero campione degli intervistati e viene quotato su 100 mentre la percentuale degli indecisi rimane alta: tra il 32 e il 36 per cento. Quasi un elettore su tre, insomma. Un'ultima considerazione, e forse la più importante, è quella che riguarda il gradimento verso i partiti. Al campione in questione, infatti, viene chiesto chi voterebbe alle politiche in questo momento: qui la percentuale di astenuti e indecisi si alza al 47,9 per cento mentre il maggior gradimento va ai grillini che arrivano al 36,4 per cento, seguiti dai democrat al 20,1. Da qui l'idea, anche tra i vertici nazionali del parito di Letta che studiano sondaggi su quote simili per Napoli, come l'unica rotta possibile rimanga l'asse Pd-M5s. Capace comunque di proiettarsi, in questo momento, oltre il 50 per cento. Il centrodestra tradizionale, invece, si ferma, più o meno, alle stesse percentuali del giudice Maresca ove mai scendesse in campo: il 27,4 in totale. Con la Lega al 9,8, seguita da Fi al 9,2 e Fdi all'8,4. Indietro, molto indietro, gli altri partiti del centrosinistra. Con i verdi praticamente incollati ai renziani (1,9 Italia viva contro l'1,8 degli ambientalisti) mentre Azione di Calenda rimane fermo allo 0,6. E anche queste ultime percentuali fanno convincere, Pd nazionale e partenopeo, ad andare verso un nome unitario senza passare per le primarie invocate proprio da renziani e verdi.

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